Virgole per caso (libro)

[copertina] La punteggiatura è sempre una brutta bestia; spesso leggendo certi sedicenti “testi” ci si chiede quali sostanze psicotrope siano state assunte dai loro estensori. Magra consolazione può essere sapere che questo triste stato dell’arte non è solo italiano, come mostra questo libro (Lynne Truss, Virgole per caso [Eats, Shoots and Leaves], Piemme 2005 [2003], pag. 219, € 14.50, ISBN 9788838461965, trad. Annalisa Carena). L’autrice, con humour tipicamente britannico, racconta la storia, l’uso e l’abuso dei vari segni di interpunzione, dalla virgola al punto all’apostrofo alle virgolette e ai trattini. Purtroppo per un lettore italiano l’utilità del libro è ridotta, a meno che non debba imparare a scrivere in inglese: anche se parecchi temi valgono in genere, molti dei consigli sono specifici per quella lingua, e la scelta di mettere tutte le traduzioni degli esempi inglesi come note a piè di pagina, senza quasi mai cercare degli equivalenti italiani – l’unico caso in cui li ho visti è stato il capitolo sui trattini – a mio parere si rivela perdente. Già l’anodino titolo italiano poteva essere sostituito con “Per un punto Martin perse la cappa”: in fin dei conti, l’originale “Eats, shoots and leaves” fa parte di una battuta su un panda per cui l’aggiunta di una virgola ha trasformato la frase “mangia germogli e foglie” in “mangia, spara e se ne va”. Per il resto nulla da eccepire, se non che mi sa che in fondo un “ingenuity” è diventato “ingenuità”.

Ultimo aggiornamento: 2008-04-18 14:59

17 pensieri su “Virgole per caso (libro)

  1. mestesso

    Al lettore italiano interessato all’argomento consiglio caldamente “Prontuario di punteggiatura” di Bice Garavelli, edizioni Laterza.
    E’ chiaro, conciso, ricco di esempi illuminanti e costa 10 EUR.
    Ve lo dice chi scrive (anche) professionalmente articoli e, da ultimo anche un romanzo a più mani.

  2. .mau.

    Della Bice Mortara Garavelli io ho il Manuale di retorica, un po’ troppo poco analitico per uno come me ma comunque piacevole.

  3. Piotr R. Silverbrahms

    Quote:
    (…) cercare degli equivalenti italiani – l’unico caso in cui li ho visti è stato il capitolo sui trattini – a mio parere (…)
    Per la serie “Perdincibacco quanto adoro l’autoreferenzialità”, vero?

  4. Bubbo Bubboni

    Da non perdere, sul sito di BruscoCartoons, la “lezione” intitolata “Prof. Dindiot e le 33 regole”. Un po’ sullo stile di vb, ma di più. :-)

  5. Michele

    […] e, da ultimo, (virgola!) anche un romanzo a più mani.
    Comunque, ho annotato il titolo del libro di Bice Garavelli. Sembra promettente. :)

  6. .mau.

    Io l’adoro, l’autoreferenzialità: ma i trattini in quel caso erano quelli in mezzo alle parole, tipo franco-tedesco, non quelli per indicare un inciso.

  7. mestesso

    @Michele:
    L’omissione della virgola era voluta.
    Una delle cose che ho imparato leggendo il libro della Garavelli è che l’uso delle virgole risponde a differenti criteri. Nel caso specifico non è un errore ed un buon Prof di lettere non lo segnerebbe come tale. Può delimitare nelle frasi complesse le subordinate. Ma può anche essere utilizzato unicamente come un indicatore di pausa nella lettura a viva voce di una frase.
    In questo caso l’uso delle virgole è volutamente lasco e lasciato alla sensibilità dell’autore e della sua benevolenza verso chi legge il suo testo ad alta voce.
    Notate che ho scritto tutto senza virgole e se leggete il pragrafo precedente ad alta voce, NON vi viene l’affanno.
    Nella frase precedente, se leggete ad alta voce:
    Ve lo dice chi scrive (anche) professionalmente articoli e
    ‘pausa’ da ultimo ‘pausa’ anche un romanzo a più mani.
    Mi suonava meglio come ho scritto: Ve lo dice chi scrive (anche) professionalmente articoli e ‘pausa’ da ultimo nche un romanzo a più mani.
    Certamente, me lo potete segnare a matita blu, se siete Prof precisetti e iperformali. Ma vi consiglio, ogni tanto, di lasciar passare una licenza poetica: la vostra anima vi ringrazierà (no, al mio ego di scrittore non frega niente).

  8. Boh/ Orientalia4All

    no non molto: la lingusitica è uan scienza a sé, ma i programmatori (non so i matematici) pretendono di conoscerla! vcoglio dire, saper ragionare e mettere i puntini sugli i (in senso metaforico) va bene, ma la linguistica è un disciplina…
    richiede anni di studi..

  9. .mau.

    @Boh: rispetto all’altro tuo commento hai cambiato affermazione :-P
    Essere fissati con qualcosa non significa conoscerla. Sia matematici che informatici (i programmatori non so…) sono abituati ad avere modelli sintattici molto specifici, e quindi si trovano a proprio agio a parlare di regole grammaticali. Lo sono un po’ meno quando si parla di eccezioni, ma quella è un’altra storia.

  10. Yuri

    Mau, secondo me nel tuo post c’era un paio di virgola a caso, per non dire a ca… :)
    No, dai, scherzo, anch’io ne ho messo un paio a casaccio… in realtà sono d’accordo con “mestesso” (l’ho messo tra virgolette sennò sembrava un’affermazione in bilico tra egocentismo e alzheimer). Diciamo che le virgole aiutano, anche se c’è di peggio, ad esempio certe espressioni da sms (e simili) che purtroppo debordano in contesti in cui non c’è alcun bisogno di risparmiare caratteri.
    Mi rikordo l’espr. desolata ke aveva l’assstnt dll mia rltrc d tesi mntr mi rakkontava ciò ke le era tokkato lggr in tesine e relazioni di alkune matrikole…
    :)

  11. Yuri

    Acc. ma perché non metti la possibilità di correggere i post? Ho appena trovato un errore :)

  12. .mau.

    @Yuri: non so se Movable Type abbia un plugin per la correzione, e comunque è una cosa pesante per il server. Se qualcuno si accorge di avere scritto uno strafalcione può sempre chiedermi privatamente di correggerlo :-)
    Sulle virgole, il problema è che ci sono molti modi di usarle, tutti formalmente corretti. Io ad esempio preferisco usarne poche ma non pochissime.

  13. vb

    Io tendo a mettere istintivamente le virgole per come leggerei, e poi a sistemarle in seconda battuta per farle corrispondere alla struttura logica della frase. Purtroppo le due cose non sempre coincidono.

  14. Alessandro

    @Boh:
    “no non molto: la lingusitica è uan scienza a sé, ma i programmatori (non so i matematici) pretendono di conoscerla! vcoglio dire, saper ragionare e mettere i puntini sugli i (in senso metaforico) va bene, ma la linguistica è un disciplina…
    richiede anni di studi..”
    Scusami, ma sento proprio di dover dissentire.
    Mi occupo di linguistica computazionale da molti anni (sia pure con qualche interruzione).
    E’ appurato come non sia possibile restare a Chomsky (suppongo intendessi questo con “mettere i puntini sugli i”).
    I linguisti lavorano con filosofi, matematici, informatici, fisici, psicologi, medici ed ingegneri. Pensa all’ITC-IRST.
    Non saprei come riassumere decentemente un argomento cosi’ complesso in questa sede (anzi, chiedo scusa a .mau. per l’abuso di questo spazio).
    Posso banalmente dirti che sull’elaborazione del linguaggio naturale e’ impossibile lavorare senza avere un background molto ampio.
    Il ciclo di validazione dei modelli si e’ fatto molto piu’ stretto.
    Questo comprende anche gli aspetti diacronici della lingua, suppongo fosse a questi in particolare che pensavi nella tua risposta.
    A mio modestissimo avviso, la linguistica e’ divenuta un campo fortemente interdisciplinare, quindi non posso condividere l’idea che “la linguistica sia una scienza a sé” (se mai esistono discipline realmente indipendenti).
    Ma questa e’ solo la mia opinione, un opinione che vale giusto due centesimi. :-)

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