Election Day After

Dopo la batosta alle politiche, il centro e la sinistra sono stati bastonati anche alle elezioni locali che si sono tenute in contemporanea: Brescia e Friuli-Venezia Giulia passate alla destra, ballottaggio a Roma città e provincia, e via discorrendo (la Sicilia non conta, lì non c’è mai stato gusto). Qualche politico locale si è così lamentato con Uòlter, dicendo che è stata colpa sua che ha voluto fare l’Election Day e così il crollo alle politiche si è portato dietro il crollo alle comunali provinciali regionali.
Non so voi, ma quando leggo queste cose mi viene sempre da chiedermi se i politici pensano davvero che gli italiani siano così stupidi da non riuscire a votare due partiti diversi su due schede diverse – se ritengono naturalmente che il secondo partito localmente si sia comportato bene: ma in caso contrario non lo voterebbero lo stesso, no? – oppure se gli italiani sono effettivamente così stupidi.

Ultimo aggiornamento: 2008-04-18 10:02

19 pensieri su “Election Day After

  1. Stefano Aglietti

    Bhe sarebbe bastato vedere Annozero di Santoro ieri sera per capire che la sinistra non lo dice apertamente, ma considera gli Italiani un popolo di ignoranti e beoti, soggiogati dalle TV, dei poveri imbecilli che votano Berlusconi. Rimane la supponenza ed il convincimento della propria superiorità politica, ideologica e culturale e che le masse se non votano loro sono delle masse rozze e razziste (avendo votato lega). Quindi nulla di nuovo sotto il sole e non meraviglia che la scusa election day sia saltata fuori… non capiscono o forse non voglion capire… contenti loro…

  2. S.

    Parafrasando: non discutere mai con un politico, gli elettori potrebbero non capire la differenza fra te e lui.
    Certi politici ritengono i propri cittadini così stupidi da essere moralmente obbligati a scrivere norme su tutto e su tutti per proteggerli, figurati se ritengono gli elettori (che altro non sono che cittadini in un momento di maggior potere) intelligenti.

  3. delio

    non so quanto questa scusa sia peregrina. occorre vedere caso per caso, certo; ma certe (poche, per la verita`) campagne elettorali portano con se’ un entusiasmo tale che, credo, molti siano disposti a fare sconti anche agli altri politici della stessa coalizione che ha entusiasmato.
    non ha a che fare con la coincidenza di elezioni in quanto tale, quanto con la coincidenza di eventi: il caso piu’ estremo e` quello della morte di berlinguer con conseguente 35% al pci, ma io ci giurerei che se nel 2005 in puglia si fosse votato per delle ipotetiche politiche contestualmente alle regionali in cui ha vinto vendola, beh, il risultato sarebbe stato superiore a quello delle elezioni reali del 2006 (in cui ha vinciucchiato la cdl).

  4. vb

    Ha un effetto significativo sugli indecisi (che quest’anno erano secondo i sondaggi il 20-30%…), visto che un candidato “forte” in una elezione, che ti fa propendere per lui, può trascinarsi dietro il voto anche nelle altre elezioni: l’indecisione è uno stato che disturba e quindi, una volta trovata una scusa per decidere in una elezione, tanto vale affidarsi ad essa anche per le altre. Del resto quanti elettori, quando votano, conoscono veramente i nomi dei candidati in lista? Con il sistema attuale non c’erano nemmeno più nomi sulla scheda…

  5. Fabio Forno

    Per me è corretta l’analisi di vb e proprio per questo le conclusioni dovrebbero essere il contrario: uolter dovrebbe ringraziare i politici locali tipo Illy per aver limitato un po’ la batosta (ovviamente dove questi godono di un certo credito personale)

  6. Lopo

    Beh, visto che (a occhio) le elezioni locali sganciate dalle politiche di solito sono in controfase con queste ultime (le leggendarie bandierine di Fede, ad esempio)…
    Questo vale se di mezzo c’è stato almeno un po’ di nuovo governo di cui lamentarsi, però (oltre al meccanismo suggerito da vb) può anche capitare che se vai a votare “contro” il governo di centrosinistra puoi sentirti motivato a punirlo anche localmente.
    Del resto, a dispetto dei soliti piagnistei “la sinistra pensa che gli italiani siano coglioni ecc.”, Berlusconi ha spesso ostacolato/rifuggito gli Election Day per motivi simili, perché sa bene che una consultazione può influenzare l’altra. Quindi anche Berlusconi pensa che siano coglioni… ah, già, del resto lo aveva anche detto.

  7. mestesso

    No, c’è uno sbaglio: i politici non pensano che (tutti) gli italiani siano dei coglioni. Solo alcuni. Abbastanza però da non essere una quota marginale.
    Fino a due tornate elettorali fa, c’era una lotta *durissima* per avere il simbolo del proprio partito in alto a sinistra nella scheda. Perché l’indeciso fino all’ultimo alla fine, si indirizza verso di lì, per una certa quota.
    In generale, un qualsiasi politico cerca di raccattare anche il voto “casuale” di questo tipo, oltre a quello “irretito”, “pubblicizzato”, od “ideologico”.
    Vorrei ricordare a tutti che fino a lunedì scorso, le differenze fra coalizioni erano da prefisso telefonico, e queste cazzatine erano importanti.

  8. D# AKA BlindWolf

    Ho fatto da scrutatore anni fa a Casale Monferrato. C’erano in contemporanea le seguenti elezioni: europee e circoscrizionali a turno unico, comunali e provinciali a doppio turno.
    Per le europee solo Forza Italia e la Lista Bonino hanno fatto campagna elettorale; risultato a livello nazionale: oltre il 30% per FI e quasi il 10% per la Bonino. Nel mio seggio le percentuali non erano molto diverse.
    Al primo turno delle comunali i due sindaci (Mascarino per il centrosinistra e Lumello per il centrodestra) erano staccati di pochi decimi di punto.
    Più schede sono state votate da persone che non avevano idea di cosa si votasse: una decina di schede (su 500 elettori circa) votava come candidato Berlusconi anche per i consigli comunale, ciscoscrizionale e provinciale (nei quali ovviamente non era candidato… anzi: la scheda per la Provincia ha addirittura il candidato prestampato e tali elettori hanno barrato il nome del candidato e ci hanno scritto “Berlusconi” sopra). Tali schede non sono state neppure annullate se il candidato Berlusconi era scritto nella casella di Forza Italia (cosiddetta “chiara espressione di voto”), ovviamente il voto andava alla lista e non al candidato. (Tali schede sarebbero state legalmente annullabili per “segni identificabili sulla scheda”, ma scrutatori e rappresentanti di lista non hanno ritenuto opportuno procedere in tal senso). Tante altre schede erano votate “male” (candidati sbagliati e cose simili), con netta prevalenza dei voti a FI.
    Due settimane dopo per Mascarino si metteva male: al ballottaggio non ha trovato l’accordo con i partiti di sinistra esclusi (6% Rifondazione, 2% Socialisti) mentre Lumello aveva ottenuto l’appoggio della Lega (9%) e di un candidato indipendente (10%). Se gli elettori del primo turno si fossero presentati al ballottaggio seguendo le indicazioni dei partiti il centrodestra avrebbe stravinto.
    Invece si sono presentati al seggio molti elettori in meno (qualche decina, la proporzione era simile anche negli altri seggi cittadini) ed il candidato del centrosinistra ha preso il 55% dei consensi.
    Rimonta anche di Palenzona per la provincia.
    Le schede votate male sono precipitate: due per parte.
    La mia personale conclusione è la seguente: in quel seggio (quartiere borghese in una cittadina piuttosto benestante del Nord) il 5% circa degli elettori è totalmente ignorante in fatto di politica: non sapeva neppure per *che cosa* si votasse e probabilmente non ha partecipato al ballottaggio perchè non sapeva della sua esistenza. Ha votato solo in base alla pubblicità: è venuto a votare perchè c’erano gli spot ministeriali per le europee (tali spot non ci sono stati o sono stati molto più radi per i ballottaggi dato che coinvolgevano una minoranza dell’elettorato) ed ha votato solo i partiti che hanno fatto campagna.
    L’influenza delle amministrazioni uscenti c’è stata (il sindaco uscente causa secondo mandato era di centrosinistra), tuttavia la concomitanza con le europee ha dato al primo turno una marcia in più a FI. (Candidato più votato: Berlusconi – che al Parlamento Europeo ha rinunciato – seguito da Dell’Utri).

  9. Tooby

    Giusto per dire, nella mia provincia il centrosinistra ha perso alle politiche, ma ha dato una sonora batosta agli avversari alle provinciali.
    Che poi i politici ritengano gli elettori solo dei numeri non pensanti, in grado solo di mettere una ‘ics’, è un altro discorso.

  10. MAURO ERS

    Da dove iniziare? Dalla cultura.
    Ieri in Italia ha vinto soprattutto un certo tipo di cultura. La cultura di chi mette la furbizia al di sopra dell’intelligenza e delle capacità, di chi preferisce l’illegalità che porta a risultati (almeno apparenti) alla legalità, di chi sostiene argomentazione senza basarsi su alcun dato oggettivo e comprovato, ma sui sentimenti comuni spesso precostruiti e fomentati attraverso le televisioni. La cultura di chi ritiene Amici e Grande Fratello dei programmi televisivi. La cultura di tutti coloro che non capiscono non solo le (non) risposte dei politici, ma soprattutto le domande dei giornalisti. La cultura dei furbetti, anche quelli del quartierino. La cultura del…è giusto non pagare le tasse, perché sono troppo alte. La cultura del…è giustissimo non pagare le tasse se poi non ti beccano. La cultura del fregare il prossimo, intanto mai nessuno ti dirà niente, e pur di intascarti 2 o 4 monete in più tutto è lecito. La cultura del non leggere i dati, i bollettini dei grandi istituti di statistica. La cultura del…il conflitto di interesse non esiste, ma se esiste non è un problema significativo per le sorti del paese. La cultura del…B. può anche essere un delinquente, ed essersi arricchito illegalmente, ma intanto lo sanno tutti, e se non è mai andato in galera è perché alla fine è un grande!!!!
    L’Italia ha un grosso, enorme problema culturale.
    Però ieri ha votato per B. anche gente istruita e dotta, sicuramente anche persone intelligenti. Perché? Il perché è frutto di svariate motivazioni. Sicuramente un buon indizio lo ha indicato Al Gore nel suo Assalto alla Ragione: la televisione sfrutta gli stessi meccanismi del cervello che servono all’uomo per decifrare la realtà. La simulazione è rappresentazione della realtà, di corpi in movimento e di suoni. Alla televisione crediamo anche quando dice cose palesemente false. E allora l’unico modo per uscirne è avere una fortissima indole critica, ma non tutti la hanno…purtroppo.
    Il problema italiano è un problema culturale e su questo secondo me Veltroni doveva basare la sua campagna elettorale. “Problema culturale” doveva ripetere, ripetere e ripetere nelle piazze,”problema culturale” e spiegarlo. Molto probabilmente l’elettorato non avrebbe capito e i risultati sarebbero stati ancora peggiori, ma nel caso si fosse riusciti a sfondare il muro, allora sì che le cose sarebbero cambiate radicalmente.
    E bisogna essere onesti, il PD ha straperso le elezioni. Più di 9 punti di differenza sia alla Camera che al Senato. Più o meno 40 senatori di differenza. Come si vogliono decifrare questi dati? DISFATTA. Secondo me, umile elettore e volontario del PD, non c’è altro termine. Però mi piacerebbe fare la cronologia di questa disfatta. Secondo me ha origini molto antiche. Tralasciando le ‘dimenticate’ leggi sul conflitto di interesse e sul sistema radiotelevisivo dei governi Prodi, D’Alema, Amato della legislatura ’96-’01, passerei alle elezioni del 2006. Allora si doveva vincere e di molto, si doveva puntare a una maggioranza forte che potesse permettere al Governo di governare. Così non fu sostanzialmente per 2 motivi: – lo strapotere televisivo di B., appoggiato nella sua rimonta da tutte le sue televisioni scientemente faziose e – gli errori del centro sinistra nell’ultima fase di campagna elettorale (principalmente quelli sulla tassazione dei proventi finanziari) quando forse qualcuno, credendo di avere già la vittoria in tasca, si sentì libero di poter parlare a briglie sciolte senza pensare agli effetti che le proprie parole avrebbero provocato (e questo forse è il primo errore in ordine temporale del disastro della SA).
    Durante i 2 anni o poco meno di Governo Prodi si è poi favorito in ogni modo B., già forte del quasi pareggio delle elezioni. La sinistra che critica l’esecutivo, Bertinotti che platealmente parla di fallimento del Governo quando ancora Prodi cerca con tutte le sue forze di fare il bene del Paese, una situazione dei conti pubblici da risanare, l’incapacità di certi ministri di stare davanti alle telecamere (primo fra tutti Padoa Schioppa) e ancora tanto altro. Ovvio che il Paese non ha preso bene questo mix di autoflagellazione.
    Cade il Governo e inizia una nuova campagna elettorale. Veltroni fa tutto il possibile, il PD rimonta, ma non basta. Non basta anche perché B. non sbaglia quasi un colpo. Profilo serio, attacco sistematico all’UDC e alla Destra, voto utile e voto disgiunto, accentramento della discussione politica sul caso Alitalia, con tanto di richiamo all’odiato Governo Prodi ancora in carica, televisione della Libertà tutti i giorni su 40 emittenti locali, solita faziosità scientifica delle sue televisioni commerciali (che in questa campagna elettorale è stata colta dall’elettorato ancora di meno). Sfiderei chiunque a contrapporsi ad una simile macchina da guerra. Ed ecco il patatrac!!!
    In tutto ciò sparisce la SA, autrice di una sequenza quasi infinita di errori ed orrori. Partendo da una situazione già critica dovuta all’esperienza della campagna elettorale del 2006 (che comunque portò a risultati normali, forse perché erano alleati di Prodi?) e della partecipazione nel Governo Prodi, Bertinotti decide di lanciarsi con uno slogan almeno anacronistico:’Fai una scelta di parte’. L’unico argomento forte è la lotta alla precarietà, minimo riferimento ai temi dell’ambiente (quando invece nel resto del mondo sono argomentazioni politiche fortissime) e soprattutto, a mio modo di vedere, mancanza di antiberlusconialismo.
    Quello che è stato punto di attrazione di milioni di voti per la sinistra negli ultimi 15 anni in questa campagna elettorale è stato totalmente dimenticato. Capisco e condivido la scelta di Veltroni di non fare dell’antiberlusconismo una bandiera del PD, ma quel pacchetto notevole di voti doveva essere recuperato da qualcun altro. SA latita, Bertinotti piuttosto preferisce attaccare Veltroni sul voto utile, in realtà argomentazione quasi esclusivamente berlusconiana (almeno agli occhi dell’informazione pubblica). Gli elettori della SA si dividono tra coloro che non vanno a votare, coloro che hanno votato Veltroni quale unica possibile alternativa a B. e quanti, tanti operai del nord, hanno votato Lega perché meglio raccoglie il disagio nei confronti degli extracomunitari (e in certi casi della alta tassazione, percepita). Gli altri sono poco più del 3%.
    Chi invece è riuscito ad intercettare parte di quei voti antiberlusconiani è stato Di Pietro, ma non tanto per una sua azione specifica, quanto più per gli attacchi dello stesso B. diretti a lui. Vedere i dipietristi contenti dei dati elettorali è stato per me un altro colpo al cuore. Hanno testimoniato come non ragionino da coalizione, ma semplicemente da partitino, felice per il loro +2% e non delusi per la sconfitta di Veltroni. Inconcepibile.
    B. vince, stravince, e bisogna fargli i complimenti. Chi mi fa imbestialire sono i vari Bonaiuti, Schifani, Ronchi, ecc, che non hanno alcun merito nella vittoria del centro-destra. La vittoria è opera esclusiva di B., il merito è tutto suo, senza di lui e senza le sue televisioni il Centrodestra non esisterebbe. E della Lega.
    Alla Lega bisogna farle i vivi complimenti, è riuscita a intercettare quantità impensabili di voti senza avere l’appoggio delle televisioni e con un leader oggettivamente non presentabile. Tutto il centrosinistra dovrebbe analizzare il lavoro della Lega per individuare i motivi della sua vittoria. Maroni si è dimostrato un politico preparatissimo, uno dei migliori nel panorama italiano. Boselli uno dei peggiori. Mi chiedo cosa volesse fare, così come Angius, e dall’altra parte Bordon.
    In tutto ciò rimane un grossissimo problema, quello culturale. Più drammatico dell’enorme problema salariale, più grave di qualsiasi altro problema sociale. E anche se credessimo che B. rinsavisca, che Tremonti sia diventato un economista, che Fini abbia imparato qualcosa da D’Alema, sicuramente il problema culturale italiano non potrà che peggiorare, profondamente peggiorare, anche perché B. avrà ancor più bisogno di gente che non capisca e di gente male informata.
    Oggi sono triste.
    http://ilmugugno.blogspot.com/
    Mauro E.

  11. paolo beneforti

    gli italiani sono, almeno per una parte consistente, degli ignoranti semianalfabeti. non lo sono da oggi, naturalmente (semmai in passato lo erano di più). (né lo sono solo gli italiani.)
    la differenza che c’è oggi rispetto al passato riguarda solo il modo assai più spregiudicato che la politica usa per raggiungere un po’ di quella consistente minoranza (?) di ignoranti semianalfabeti. berlusconi ha imposto un’accelerazione in tal senso, e continua ad essere più bravo (e più “potente”) degli altri nell’applicare tale spregiudicato marketing elettorale. tutto qua.
    la destra e il centro sanno bene quanto la sinistra che c’è quella quota di ignoranti: quando vince la sinistra, infatti, si lamentano allo stesso modo di non esser stati votati da quell’elettorato ignorante e rozzo che si è fatto sedurre dalla propaganda di sinsitra.
    ps: non è vero che in passato ci fosse una lotta per avere il simbolo in alto a sinistra nella scheda: c’era la lotta per averlo sempre nello stesso posto; in alto a sinistra c’era il PCI, e altri partiti minori cercavano di prendere quel posto per fregare un po’ di voti al PCI. la DC, invece, era l’ultimo simbolo, in basso a destra, e ci teneva a conservare quella posizione.

  12. Thomas Jefferson

    paolo beneforti: hai esemplificato brillantemente perché a sinstra continuerete a perdere le elezioni e a non capirne il perché.

  13. parole valigia

    Vae victis

    Non è che uno si aspetti di trovare sempre ragionevolezza, raziocinio, intelligenza, nei commenti ai post politici in questo o quel blog. Siamo sul web, ognuno dà aria alla bocca (in senso figurato) come e quando vuole. Né desta st

  14. Yuri

    @Mauro ERS e @paolo beneforti: certo, c’è un problema culturale, ma probabilmente il primo problema culturale riguarda proprio i gruppi dirigenti di sinistra (o centro-sinistra).
    La funzione che hanno svolto i partiti di massa dal dopoguerra in poi (a destra come a sinistra) è stata soprattutto “culturale” e di organizzazione del consenso: certamente erano strumenti di “indottrinamento”, ma che in ogni caso permettavano una effettiva partecipazione dei cittadini alla vita politica. Dirigenti di partito, amministratori e onorevoli erano al loro posto perché rappresentavano effettivamente qualcuno, persone a cui dovevano poi rendere conto del proprio operato (certo, poi ci sono state tutte le derive clientelari, ma non allarghiamo troppo il discorso).
    Questo è un sistema che non esiste più. Il problema non è tanto che non esiste più la “base”, ma che i partiti hanno rinunciato ad averne una. Perché è molto più facile adottare un sistema dirigista in cui fai come ti pare senza confrontarti con le persone e poi vai un po’ in televisione a fare la battuta sagace, intervenire a Porta a Porta, entrare nel salottino buono e così via. Questa è una cosa che il nano malefico può permettersi, perché quello di teleimbonitore è il suo mestiere. La sinistra no. Finché cerca di inseguire Berlusconi su questo modello perderà sempre.
    Poi possiamo discutere fino allo sfinimento delle varie ragioni per cui tot milioni di persone hanno votato il signor B. (perché hanno paura del futuro, perchè pensano di essere furbi, perché non vogliono pagare le tasse), ma cosa aveva da offire la sinistra? Quale era la sua idea di futuro? Un glorioso meno peggio?

  15. Giuseppe

    Giusto perché mi piace molto il tema “matematico” spesso presente in questo blog: ai vari commentatori chiederei come mai quando vince un partito “la gente ha capito tutto” e quando ne vince un’altro “la gente è idiota”, ma le percentuali, per definizione di “maggioranza”, devono sovrapporsi per forza. Quindi, a meno di ritenere che alternativamente gli astenuti siano di una o dell’altra fazione, esiste una certa percentuale di elettori che è “intelligente/acculturata/in buona fede” o “stupida/ignorante/in mala fede” a seconda di come sia andata l’elezione.
    Un po’ come quando in un comune della sicilia il neoeletto sindaco, con un enorme distacco dagli altri, disse che la gente aveva voluto dire no alla mafia, mentre fino al giorno prima chi avesse vinto con un tale distacco sarebbe stato etichettato come un colluso.
    Questo tipo di ragionamento mi ricorda molto cosa mi disse una persona, “c’è libertà di voto, ma chi vota partito X è un demente”.
    Tutto questo indipendentemente dal partito che vince (visto che mi pare da varie parti si sia usato questo tipo di ragionamento “chi vota l’altro è poco intelligente”).

  16. Carlo Felice Dalla Pasqua

    Treviso: Pd alle Politiche al 31 per cento, Pd alle Comunali al 18, colpa dell’Election Day? Lega alle Politiche al 19 per cento, Lega alle Comunali al 35 per cento, colpa dell’Election Day? A volte è necessario fare analisi, invece di proteggersi dietro paraventi ideologici, che sono comodi ma inutili per capire

  17. .mau.

    @cfdp: almeno sappiamo che gli elettori sanno distinguere le schede :-)
    Resta in effetti interessante cercare di capire perché ci sia un 16% di persone che ritengono che Gobbo (e ovviamente Gentilini dietro) vadano bene in locale ma non a governare la nazione: avrei potuto dire “perché alle politiche c’è Silvio”, ma allora non si spiegherebbe il boom relativo del PD. Mah.

  18. vb

    Mauro E.: Vorrei scrivere un lungo commento, ma sarò breve: sei un cretino. Smetti subito di fare il volontario per il PD o perderemo anche le prossime dieci elezioni!

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