Visto che l’avevo promesso, ecco qua una rapida spiegazione della teoria dell’elettore marginale, come definita da Sapere Lavoro. La nozione non è affatto stupida, e anzi è l’unica che si può anche applicare alla Camera, forse ancora meglio che al Senato.
Una premessa: nella lingua corrente, una cosa è marginale quando è di poca importanza, e sta appunto ai margini. DI per sé nel caso dell’elettore marginale la cosa è anche vera, però il termine non viene usato in quel senso, ma con il significato che ha in economia. Non so se avete mai sentito parlare di “costo marginale”: in parole molto povere, è quanto costa produrre un esemplare in più di un bene, o se preferite la differenza tra produrre N copie di un oggetto e N+1. Ad esempio, pensate a una litografia: inciderla costa una certa fatica, ma una volta preparata stampare una, due o tre copie costa praticamente lo stesso, quindi il costo marginale di un’ulteriore copia è di pochissimi centesimi. Lo stesso con la telefonia: mettere i cavi e le fibre ottiche costa, ma poi una chiamata in più è praticamente gratis.
Con il Porcellum succede una cosa simile. Quando tu voti il partito X, alzi la percentuale di voti che ha avuto X e quindi la possibilità che ottenga un seggio in più nella tua circoscrizione. Ma tu sai esattamente a chi viene assegnato il seggio in più: se con il tuo voto il partito passa da N seggi a N+1, l’eletto sarà quello o quella in posizione N+1 in lista. Quindi cosa dovrebbe fare l’elettore coscienzioso (e un po’ tafazzista, in effetti)? Guardare quali sono le probabilità date dai sondaggi ai partiti nella sua circoscrizione e il numero presunto di seggi dei partiti che potrebbe di per sé votare, guardare l’ultimo dei probabili eletti e il primo dei probabili non eletti, stabilire chi gli garba di più (in positivo o in negativo) e votare cercando di spostare in quel modo il totale. Sono d’accordo, non è banale, ma certamente avrete la vostra sezione di partito, movimento, MeetUp o quel che vi pare cui chiedere i dati, no? Oppure fate come me e scegliete la frase da scrivere sulla scheda (che non sia insultante nei confronti degli scrutatori, però)
Ultimo aggiornamento: 2008-04-10 14:15
Veramente (c’era un servizio sulla Stampa in questi giorni) gli scrutatori sono quasi tutti parenti e raccomandati, per cui insultali pure…
Mi permetto di dissentire (per diretta esperienza ventennale) sul fatto che gli scrutatori e i presidenti siano parenti o raccomandati.
Gli unici raccomandati sono i segretari, in quanto è il presidente che se lo sceglie tra le persone di sua fiducia (di solito, consorte, figlio o fratello).
Io, più che per la frase, ero per una bella bigiata.
Tuttavia quasi certamente andrò a votare lo stesso, anche questo giro per il meno peggio. Spero sempre nella prossima occasione.
Beh, che si diventi scrutatori per raccomandazione è una luuunga tradizione (almeno nei paesi piccoli..)
D.
Uffa, ancora con questi giochetti?
Ma un matemat{ic,t}o come te non dovrebbe saperlo che sono tutti ragionamenti “sbagliati”? Basare la propria scelta elettorale su una previsione di distribuzioni di voto costituisce un ragionamento circolare, perchè una tale scelta andrebbe a influenzare la distribuzione stessa.
Il classico ragionamento del PD-ista in lombardia dovrebbe indurlo, secondo voi, a votare SA. Ma quale sarebbe il risultato? 0 voti al PD e tutti i voti sinistrorsi al SA. Ma allora, io PD-ista NON dovrei votare SA, che tanto avrà tutti i voti dei PD-isti “intelligenti”. Ma allora i PD-isti intelligenti non dovrebbero votare SA e fare come me. Ma allora io posso votare, di nuovo, SA per il ragionamento iniziale… e così via.
Giusto?
@hronir: un matematto come me sa benissimo che queste teorie funzionano solo e unicamente su numeri molto piccoli di persone. In pratica, se Sìlviolo o Uòlter dicessero ai loro elettori di fare qualcosa del genere, non funzionerebbe affatto; ma i miei ventun lettori possono tranquillamente applicarlo.
beh io pensavo di scrivere:
“ciao, sono un voto nullo.
di’, scutatore, saremo amici? [cit.]”
scrutatore, maremma dislessica.
fermo restando che sono per il voto e valido, anche se il meno peggio fa sufficientemente schifo, una frase buona da scrivere sulla scheda, accompagnata da una fetta di salame e una di formaggio (incartate nella scheda stessa) è “Stato ladro ti sei mangiato tutto, mangiati pure questo” :)
@vb: da noi c’è carenza di scrutatori, dato che gran parte dei sorteggiati rinuncia. Quindi per fare lo scrutatore basta far sapere per tempo di essere disposto a farlo e ti chiamano di sicuro. A me è persino capitato di fare il segretario ad un tizio mai visto nè conosciuto per il semplice motivo che non riuscivano a trovare nessuno disposto a sobbarcarsi tutta la burocrazia per quei pochi (relativamente parlando, sono una frazione decisamente non trascurabile del mio stipendio) euro.
Per un po’ di tempo gli scrutatori sono stati scelti con un sorteggio sostanzialmente regolare (tant’è che hanno sorteggiato un paio di volte pure il sottoscritto); dalle elezioni politiche scorse si è ritornati alla nomina diretta degli scrutatori.
Il voto nullo è una scelta legittima (fa parte della libertà di voto) se si è distanti anni luce da qualunque partito (o dalla stima che si ha per esso); non lo considero una scelta efficace se è fatto come forma di protesta.
Ma con il porcellum l’elettore non è marginale(nel vero senso della parola) comunque?
Tornando seri, ma quanti voti bisogna spostare per far entrare o meno una persona? e come si gestisce il premio di maggioranza? Alla camera è nazionale, dunque se la coalizione vincesse fosse diversa da quella prevista cambierebbero i seggi attribuiti. Inoltre da quanto ho letto (Wiki alla voce Porcellum) il numero di seggi attribuito ad ogni circoscrizione possa variare per far tornare i conti: “Nel compiere tale riparto, essendo fisso ed immutabile il numero totale di seggi assegnati ad ogni lista, può verificarsi la necessità di variare il numero di seggi originariamente attribuiti alle singole circoscrizioni elettorali”
Insomma, con tutto sto casino non riesco a capire quanto siano importanti i singoli voti per mutare la situazione e quantificare dunque il potere degli elettori marginali. Diciamo che il nostro sistema elettorale è caotico (dal punto di vista matematico!) e non sono nemmeno così sicuro che converga definitivamente alle volontà degli elettori…
@ALG: se per questo, anche con le preferenze il tuo voto è marginale, no? Devi fare in modo che il “tuo” candidato superi gli altri del “tuo” partito.
@.mau.: Non esattamente! Con le preferenze l’ordinamento dei candidati eletti derivava dalle scelte dei cittadini. E’ vero che il voto del singolo era marginale ma l’ordinamento era il risultato preciso di una somma di marginalità. In questo caso il voto “marginale” non necessariamente influenza l’ingresso o no di un candidato in bilico poiché dipende moltissimo dalla distribuzione dei voti nei vari collegi.
La dico più semplicemente. Prima il voto di preferenza permetteva di stilare una graduatoria ed era relativamente semplice capire quanti voti occorrevano per spostare un candidato dallo stato “eletto” allo stato “non eletto”. Quindi il singolo voto era marginale ma il suo valore era calcolabile con buona approssimazione. Adesso non è più così; non è possibile valutare il valore di questa marginalità ma solo affermare che mediamente esiste.
Sapere che un qualcosa ha un valore è sicuramente importante ma mai quanto conoscerne il valore almeno in modo approssimato. P.s: lo so, sono ingegnere…