L’ingorgo di Venaria

Oggi Anna e io eravamo a Usseglio, per festeggiare il compleanno della mia nipotina Laura. Una mezza faticaccia, visto che il viaggio richiede comunque due ore e mezzo. Sperando di evitare troppo traffico al rientro, siamo partiti alle 16:33 e alle 17:20 avevamo terminato il passaggio a fianco della Mandria, quando ci troviamo fermi in coda. Vabbè, penso, una ventina di minuti e superiamo il semaforo che porta al parco e alla reggia di Venaria.
No. Ci è voluta un’ora e mezzo a fare quel chilometro. Il tutto con un gruppetto di stronzi che ovviamente superava in contromano, e con la ciliegina sulla torta di tre vigili al semaforo che ammiravano il panorama, senza che nessuno di loro pensasse ad esempio a prendere la macchina e tornare indietro di tre chilometri invitando gli automobilisti a prendere la strada secondaria che passa dalla zona industriale di Ciriè (la zona la conosco, ma sono abituato appunto a code che si smaltiscono in un tempo relativamente ragionevole, e ho pensato che tornare indietro e fare il giro turistico sarebbe stato un po’ lungo).
L’unico che ci ha guadagnato è stato mio fratello, che è partito mezz’ora dopo ed è stato graziato da una mia telefonata. C’è sempre chi è più fortunello.

Ultimo aggiornamento: 2008-04-06 21:09

Un pensiero su “L’ingorgo di Venaria

  1. vb

    Per una decina d’anni ad ogni Pasquetta sono andato a fare grigliata con amici nel prato di un amico a Robassomero, più o meno a metà del tratto lungo la Mandria. E siccome ci sono praticamente sempre andato in bici, tu immagina la goduria di ritornare a Torino sfrecciando a bordo strada accanto ai macchinati come te imbottigliati in chilometri di ingorgo (a Pasquetta i chilometri di coda a quel semaforo sono due, tre, spesso anche quattro o cinque).
    Anche se regolarmente, ogni tot metri, becchi il fesso che si è spostato in mezzo alla corsia di emergenza per “vedere quanta coda c’è” e devi inchiodare, bestemmiargli dietro, urtargli lo specchietto per riuscire a passare, e ripartire :)

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