i giochi di prestigio di Rep.it

Continuano i tentativi di Rep.it di cercare di convincere il lettore che il PD ce la può fare: l’ultimo lo trovate qua, e mostra queste tabelle secondo cui è chiaro che al Senato ci sarà un pareggio nella migliore delle ipotesi per Silvio B. Come riescono a fare un gioco di prestigio simile? Beh, bisogna essere davvero bravi e fare tante cose.
(a) Non è stato fatto un sondaggio (anche perché in quel caso sarebbero stati costretti a pubblicarlo su sondaggielettorali, ma si sono basati su un non meglio identificato gruppo di sondaggi con qualche ulteriore focus. I sondaggi sono stati scelti accuratamente per dare il minimo vantaggio al PdL (cinque punti, quando la media è di otto).
(b) Le tabelle sono fatte immaginando che i seggi guadagnati da Sinistra Arcobaleno e UDC siano costanti: le uniche differenze tra i vari scenari consistono nel premio di maggioranza che viene dato all’uno o all’altro dei due principali partiti in alcune regioni chiave.
(c) non è affatto detto che i senatori a vita voteranno contro il governo, come indicato sotto: magari non parteciperebbero alla votazione, ma in genere il loro ruolo è di stabilità istituzionale.
Ma soprattutto (d) tutti questi conti sono fatti nell’ipotesi che l’UDC sia all’opposizione. E adesso non venitemi a dire che PierFurby ha giurato eterna vendetta contro Silvio: ricordo che non più tardi di dicembre 2007 Gianfranco Fini aveva spergiurato “mai più alleati con Forza Italia”. E in effetti è così: sono nello stesso raggruppamento elettorale che però non si chiama Forza Italia.
Come sempre insomma, non fermatevi ai titoli ma leggete, leggete, leggete!

Ultimo aggiornamento: 2008-03-26 16:11

12 pensieri su “i giochi di prestigio di Rep.it

  1. Pietro B.

    Repubblica cerca di guardare il bicchiere mezzo pieno. Se facesse il contrario cioè seminasse pessimismo tra gli elettori del centro sinistra farebbe il gioco di Berlusconi.
    Troppe voci sento in giro che invitano a non andare a votare. E chi avrebbe la meglio in tal caso?
    Discorso più lungo richiederebbe una riflessione sull’attuale classe politica italiana che all’estero valutano come specchio della nostra società.

  2. deeproland

    ora, capisco che i quotidiani di area tendano a tirare acqua al mulino del proprio padrone, ma diventare volantini elettorali mi sembra veramente eccessivo.

  3. Fabrizio

    Mau, in realtà se fai un’analisi comparata seria dei sondaggi che ci sono in giro (intendo serie, non le medie e le curve di interpolazioni) è chiaro che la partita è tutta da giocare. Guardati quello che è successo in Germania nel 2005 e ci ritrovi le stesse componenti (grossa fetta di indecisi e messaggi elettorali stanchi).

  4. .mau.

    @fabrizio: in un sistema maggioritario a base regionale non mi metto a interpolare né a fare medie :-). Assodato che la mia sensazione è che il PdL si piglierà intorno ai 158 seggi e l’UDC intorno ai 7 – ma è appunto una sensazione – ti faccio notare che il “sondaggio” di Rep.it non ha assolutamente nulla di scientifico, e quindi è banalmente uno spottone. È quello che mi fa incazzare.

  5. paolo beneforti

    decisamente ce l’hai con La Repubblica. le tue 3 obiezioni sono inconsistenti: a) non è stato fatto un sondaggio, come detto chiaramente, bensì una ponderazione di vari sondaggi; e allora?
    b) non è vero.
    c) i senatori a vita non sono presi in considerazione nei dati e negli “scenari”; il loro voto è citato solo in un commento ulteriore.
    d) no. i dati cercano di vedere se Berlusconi e i suoi avranno i seggi per governare; TUTTI gli altri partiti (non solo l’UDC) sono perciò considerati “opposizione”. Ovvio che Casini potrà sostenere un governo Berlusconi, così come Storace; e del resto in un Governo di larga coalizione anche il PD sarebbe nella maggioranza.
    insomma, dove stanno i giochi di prestigio?
    semmai avrebbe senso dire che il metodo e i dati usati dall’IPR non sono esplicitati, perciò non si sa se i numeri sono ottenuti correttamente. ma del resto non è che se un sondaggio cita, oltre all’istituto che lo effettua, anche il metodo usato ciò aumenta la credibilità dei dati: alla fine si tratta sempre di fidarsi di ciò che dice l’istituto di sondaggi: se loro i dati se li inventassero, invece di ottenerli da telefonate a campione, non ci sarebbe modo di saperlo.

  6. .mau.

    @pb: certo che ce l’ho con Rep.it, come ce l’ho col Corsera. (Libero e il Giornale mica li leggo, io). Nei fatti:
    (a) sì, dice che è uno studio e non un sondaggio. Quanti dei lettori se ne sono accorti?
    (b) come, non è vero? L’unica differenza è un seggio in più all’UDC nella prima ipotesi, legato al fatto che cambiando partito di maggioranza si cambiano i resti. All’atto pratico, tutto questo significa che i valori per gli altri partiti sono congelati.
    (c) dopo due anni che il governo è stato su per il voto dei senatori a vita, magari potrei aspettarmi di capire cosa voteranno?
    (d) il titolo è bello grosso: Senato, il grande pareggio – Ecco perché sarà ingovernabile. Non è “Silvio da solo non ce la farà”.
    I giochi di prestigio stanno sul mostrare dati che danno una maggioranza al centrodestra praticamente in ogni caso, tranne nel caso 4 dove fanno vincere il PD e danno il quorum alla SA in Liguria ( piuttosto improbabile, come pure quello nel Lazio: e ricorda che una forza che raggiunge il quorum toglie seggi al partito che arriva secondo, non al vincente)

  7. Fabio Forno

    Bisogna dire che Repubblica è la più brava in queste cose. Stavo per scrivere “quindi la più pericolosa”, ma mi sono fermato. In fondo se continuiamo a comprare giornali con l’unico scopo di trovare una stampella per i nostri pregiudizi o per le ideologie vuol dire che in fondo abbiamo deciso da tempo di dare in delega il cervello e che va bene così. Abbiamo solo bisogno di trovare qualcuno che ci spieghi quanto siamo intelligenti a non pensare… c’est plus facile.

  8. Albi

    Non posso che notare che:
    a) Nell’articolo che indichi sta scritto: “E’ quanto emerge da uno studio eseguito da Ipr Marketing per Repubblica.it. sul voto per Palazzo Madama, che tiene conto di un insieme di sondaggi a livello nazionale”. Mi pare sufficientemente chiaro che è uno studio e non un sondaggio.
    D’altra parte quello che hanno fatto è, immagino, mettere insieme i sondaggi “veri” che sono stati fatti su base regionale e che sono riportati su http://www.sondaggipoliticoelettorali.it/. Se tu guardi i vari sondaggi e fai due conti arrivi alla stessa conclusione di Rep.it.
    b) Per il dato di Udc e SArc le fluttuazioni da regione a regione possono essere valutate nella media. Per i due maggiori partiti il discorso è diverso perché un punto in più o in meno in Liguria o nel Lazio può valere parecchi senatori di differenza.
    c) Premesso che non so quanti senatori a vita vorranno sostenere una coalizione i cui membri negli anni passati gli rivolgevano insulti e sfottò ad ogni votazione, anche nell’ipotesi di rimozione collettiva l’esperienza di una maggioranza tenuta a galla dai senatori a vita l’abbiamo già vissuta e non mi pare molto attraente, no?
    d) E’ evidente che Casini e magari anche Storace verranno in soccorso della PdL dopo le elezioni ma non credo che nemmeno la riproposizione di un’alleanza onnicomprensiva sarebbe una prospettiva che garantirebbe la governabilità a maggior ragione se si basasse su uno scarto di pochi voti.
    Non ho particolare simpatia per Rep.it di cui non mi stanco di rimarcare le imprecisioni e l’amore per il sensazionalismo, ma le conclusioni alle quali è arrivata Repubblica sono, a grandi linee, le stesse che avevo tratto io da una navigazione sul sito di http://www.sondaggipoliticoelettorali.it e non sono un prestidigitatore, tantomeno di me stesso.
    Ciao

  9. .mau.

    vabbè, dovevo ricordarmi che statisticamente era impossibile che il fenotipo emiliofido fosse solo a destra. Fate pure, ma ricordate di mettervi nei panni del lettore medio, e non del fine esegeta.

  10. Fabrizio

    Ma’, a me sembra che ha ragione Albi. Anch’io avevo fatto una serie di analisi comparate di quello che è ufficiale e quello che non lo è e, evitando di fare le medie e le interpolazioni, ero arrivato agli stessi risultati.
    Se prendi l’evento “eventi sondaggio” arrivi alle stesse enorme aree di “caos”. In una gran parte degli scenari il Senato diventa un casino. E per la Camera i discorsi non sono chiusi affatto. C’è una fetta enorme di persone indecise e ci sono due schieramenti (SA e Destra) che hanno un bacino potenziale molto ampio.
    Per stavolta l’articolo di Rep. non mi sembra affatto male.

  11. Albi

    @.mau: Guarda, anch’io sono come te un convinto sostenitore del fatto che chi non mi dia ragione lo faccia solo perché è profondamente fazioso :-))

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