Numero minatorio

Sarà perché ho appena finito di leggere Mentire con le statistiche (bel libro, tra l’altro, adesso vi faccio anche la recensione), ma ho le antenne drizzate più del solito sugli strafalcioni matematici legati alla statistica… che poi uno non sa mai se siano frutto dell’ignoranza di chi scrive oppure di una precisa volontà di confondere le acque. (No, non ho scritto le due parole “sondaggi elettorali” :-) )
L’esempio di oggi arriva da Ipazia, che cita un quotidiano online aquilano, ilCittadino. In un suo articolo, si trova la frase seguente: «Dal 1984 ad oggi il numero dei diciannovenni, che s’iscrivono all’università, è diminuito del 42%.». Tralasciamo la d eufonica, le due virgole pleonastiche e l’elisione un po’ arcaica: stavolta parlo di numeri e non di lettere. Leggendo il testo senza pensarci troppo su, uno pensa subito che il “modello nordest”, con i ragazzi che lasciano la scuola per lavorare subito nelle fabbrichette, ormai ha contagiato tutta la nazione, e stiamo diventando un popolo di ignoranti. Occhei, sull’ultimo punto magari qualcosa di vero c’è anche, ma non per questa ragione.
Supponiamo che quel numero che ho riportato sopra sia vero, facendo un atto di fede visto che nell’articolo non ci sono fonti. Che cosa ci dice? Nulla. Ho fatto una ricerchina nel sito dell’Istat. Qua ho trovato che il numero dei diciannovenni nel 1984 era 970.925; non ho i dati precisi per i diciannovenni nel 2007, ma posso immaginare siano pochi di meno dei tredicenni nel 2001 (qualcuno di loro sarà morto), e quelli (verificare qua) sono 541.883. Questo significa che il numero totale di diciannovenni è diminuito del 44%; se il numero di iscritti all’università è calato del 42%, il risultato netto è che la percentuale di diciannovenni che si è iscritta è leggermente aumentata. Tutta un’altra cosa, vero?
Morale: non lasciatevi spaventare dai numeri buttati lì, ma ricordatevi di azionare il cervello e chiedervi se non vi stanno prendendo in giro!

Ultimo aggiornamento: 2008-03-19 10:37

11 pensieri su “Numero minatorio

  1. 30 seconds to Tambu

    Lies, damned lies…

    … and statistics, diceva Benjamin Disraeli riferendosi ai tre tipi di bugie che esistono al mondo
    Mau lo conosco da poco, ma sta rapidamente diventando uno dei miei blogger preferiti; probabilmente perché anche a lui piacciono i numeri come a …

  2. Alessandro

    Un libro dal medesimo titolo era gia’ uscito a meta’ degli anni ’50, ma non sono certo sia mai stato tradotto in italiano…
    Attendo la recensione :-)

  3. Enoela

    Hai ragione a porre l’attenzione sull’uso spesso distorto dei numeri e delle statistiche. In questo caso, pero’, l’articolo parla correttamente di “numero dei diciannovenni” e non di “percentuale” per cui trovo che il dato sia proposto in maniera corretta. L’articolo accenna all’innovazione e competitività del sistema produttivo e non trovo inadeguato considerare un problema il fatto che il numero di diciannovenni iscritti all’università tenda a calare.

  4. .mau.

    @Enoela: ma il punto è proprio questo!
    Nell’articolo si usa un numero corretto in maniera scorretta, parlando di “diciannovenni iscritti all’università” e non di “diciannovenni” e basta.
    Se avessero voluto fare le cose per bene, avrebbero scritto che i diciannovenni sono calati a poco più della metà di quanti erano vent’anni fa, e quindi che bisogna migliorare l’insegnamento perché l’innovazione sarà sulle spalle teoriche di meno persone, ecc. ecc.

  5. Yuri

    Nooo, vedi allora che le due virgole non erano superflue?
    Si tratta di un inciso… perciò la notizia va letta “Dal 1984 a oggi il numero di diciannovenni è diminuito del 42%”. Oltre a questa, che è la notizia principale, il giornalista ha voluto specificare (nell’inciso appunto) che questi diciannovenni si iscrivono all’università. Chiaro, no?
    Naturalmente sto scherzando :)

  6. Sky

    Se se… tu ci vuoi fregare: “qualcuno sarà morto“… ma qualcuno sarà anche nato. ;-)))))))

  7. theus

    Qualcuno ha notato che hanno preso a confronto il punto di picco massimo di natalità dal dopoguerra ad oggi : il 1965 (casualmente l’anno in cui sono nato) ?

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