Un giornalista dovrebbe separare i fatti dalle opinioni, almeno si sente dire così. Io non sono un giornalista, e queste mie notiziole non sono un giornale: però stavolta ho preferito fare le cose per bene e distinguere i “fatti” (si fa per dire) riportati da Andrea Galli sul Corsera riguardo all’assemblea di Wikimedia Italia (“fatti” che ho elencato ieri) dalle sue opinioni. Oggi tocca alle sue opinioni.
Avevo già accennato ai virgolettati che sono stati messi assolutamente a caso, partendo forse da una parola scribacchiata su un taccuino. Ma se leggete attentamente l’articolo, ai «fedeli» attratti dalla «biblioteca» sono stati affibiate descrizioni da comprimari di un film di Fantozzi. Non mi riferisco al «certo autoelogio di quanto si faccia, e di come naturalmente lo si faccia bene», ma ai «volti pallidi modello ragioniere al mare dagosto», ai «pensionati dagli occhi spiritati che sembrano di ritorno da una guerra o dalla luna» e che avrebbero pronunciato – ma magari quello è vero, chi lo può sapere? «È una droga, una droga!». Poi c’è la «metamorfosi facciale tendente alla tristezza più cupa e con drammatico trasporto emozionale», manco si fosse vista la Madonna. Capisco che uno potrebbe anche essere scocciato di dover perdere una domenica pomeriggio perché l’hanno mandato a sentire dei nerd, soprattutto poi se c’erano solo «cinque figure femminili in sala». Magari però non è il caso di proiettare le proprie aspettative deluse sul pensionato, e commentare «Che glimporta. È concentrato sul miglioramento del suo record». Allo stesso modo, terminare parlando del ragazzino non ancora quattordicenne (e che tra l’altro scrive molto meglio di certi giornalisti) e con una domanda/risposta «Ah. E le vostre mamme lo sanno?» «Sì. Non facciamo una brutta cosa, vero?» contribuisce a dare un’idea volutamente fasulla di Wikipedia e dei progetti fratelli.
Qualcuno magari potrebbe chiedersi perché me la stia prendendo così tanto, visto che Galli non ha parlato di me (non arrivo certo a «una media di due ore al giorno» su wiki, non credo nemmeno di arrivare a due ore la settimana). Beh, la cosa mi riguarda comunque. Io e le persone che domenica hanno partecipato all’assemblea facciamo parte di un’associazione che vuole promuovere la cultura libera in Italia (Wikipedia e i suoi progetti fratelli, ma non solo); e siamo così convinti della bontà di quello che stiamo facendo che paghiamo per farlo (la quota sociale, oltre ovviamente ai costi impliciti nel regalare del tempo). Scrivere un articolo in quel modo fa credere alla persona qualunque che legge il pezzo che per collaborare all’enciclopedia occorre essere parecchio alienati e magari anche un po’ pazzi, e che sicuramente non è roba per loro: esattamente il contrario della realtà. E visto che io di Wikimedia Italia ne faccio parte, anzi ne sono socio fondatore, mi arrogo il diritto di criticare chi non sa o non vuole fare il proprio lavoro di cronaca, ed è convinto di stare scrivendo su un periodico di gossip e non sul secondo o terzo quotidiano italiano. Ah: a quanto mi è stato detto, il resoconto più obiettivo dell’assemblea è stato sul primo quotidiano per diffusione, La Gazzetta dello Sport.
Facendo un po’ di ricerche in rete, si scopre comunque che Andrea Galli non è un nome esattamente sconosciuto. Alessandro mi ha inviato un paio di link: qua viene commentata la sua proprietà di linguaggio, mentre qua i wikipediani potranno consolarsi, visto che le sue attenzioni sono andate anche a gente ben più importante di noi.
Per finire, consiglio a tutti di leggere quanto scritto direttamente da Gatto Nero, che è parte (lesa) in causa molto più che il sottoscritto. Tra le altre corse, Gatto Nero fa notare come non solo lui non ha voluto essere intervistato – e questo posso confermarlo, visto che domenica mentre io e lui stavamo parlando il giornalista di Repubblica gli ha di nuovo chiesto se era proprio sicuro di non volere dire nulla – ma che Galli non gli ha nemmeno chiesto nulla. Magari potete anche leggere Marco Pratellesi, che sta cercando di arrampicarsi sugli specchi che nemmeno l’Uomo Ragno.
(p.s.: la “capa” ci è andata giù pesante anche lei: vedere la lettera che ha spedito)
Ultimo aggiornamento: 2008-03-11 14:47
Le opinioni di Andrea Galli
Ancora sull’articolo del Corsera a riguardo dell’assemblea Wikimedia Italia: dopo i fatti, tocca alle opinioni
credo che tutte le persone che utilizzano Wikipedia siano chiamate in causa da quest’articolo. La saccenza vespasiana (da Vespa…., pardon) di certi giornalisti mi intristisce e spaventa.
Se non altro perchè mi rendo (sempre più) conto dello scarso livello di onestà presente in alcuni giornalisti.
Te la sei presa veramente :)
Comunque ripeto, io ho esperienza di reportage giornalistici su eventi molto diversi a cui ho assistito personalmente o di cui conosco personalmente i dettagli, dai convegni delle Nazioni Unite ai raduni degli ultrà, e quasi sempre la situazione è la stessa, anche se magari verso le Nazioni Unite c’è meno presa in giro (ma non è detto). Quello che hai letto ti fa effetto solo perché sei in grado di capire quanto sia lontano dalla realtà, ma il 90% degli articoli di cronaca dei quotidiani (tranne la politica e l’economia, che vengono ormai trascritti direttamente dalle veline e dai comunicati stampa) ha questo livello di attendibilità. Mi stupisce che tu te ne stupisca.
Se poi volete protestare, fatelo pure: nel 90% dei casi non succede niente; nel 9% pubblicheranno una smentita sotto forma di trafiletto di quattro righe nelle brevi; nell’1% rimanente monteranno il caso come “i nerd sono incazzosi” e vi butteranno addosso altra merda.
Mi sembra abbiate buoni motivi per essere indignati, però la frase finale della lettera su fcvg.it a firma Frieda Brioschi: “Onde evitare (evitarci!) episodi simili in futuro vorrei avere la possibilità di leggere gli articoli che riguardano Wikimedia Italia prima che questi vengano pubblicati.”, anche se scritta in buona fede, suona parecchio ridicola.
@Marco G.: hai ragione, non siamo ancora dei politici che possono fare questo :-)
@vb: lo sai che quando ci sono le ragioni di principio io parto in quarta… soprattutto poi se c’entro solo indirettamente!
Ottimo post .mau. Galli ha dimostrato di essere un peracottaro del giornalismo, che ha offeso me come te e come tutti noi.
La voglia di fare giornalismo in Italia mi sta passando sempre più, perchè qui l’approssimazione regna sovrana. A quel peracottaro servirebbe un bel periodo su Wikipedia, così impara l’importanza di citare le fonti e di fare un lavoro degno di essere chiamato tale.
@VB:
l’esperienza e’ comune, tuttavia nei casi in cui sono stato personalmente coinvolto ho sempre espresso le mie rimostranze alla redazione. Non perche’ sperassi concretamente in una rettifica, quanto per evitare che il mio silenzio confermasse implicitamente la versione di cronaca.
Ed in genere almeno una risposta la ricevo.
C’e’ stato un solo caso in cui mi sono trovato costretto al silenzio assoluto, ma piovevano avvisi di garanzia: ho avuto modo di leggere per mesi articoli raccapriccianti.
Altro e’ il discorso degli strafalcioni: evidentemente il direttore non esercita piu’ il controllo di una volta. Romano Bilenchi, ad esempio, era solito correggere personalmente ogni articolo: dubito che vi fossero eRori da matita rosso-blu.
:-)