A dire il vero era uscito già da due settimane, sempre nei giorni lun-ven; solo che fino a venerdì scorso non mi era riuscito di prenderne una copia e quindi non avete avuto la gioia di leggere la mia recensione.
Innanzitutto, DNews è un quotidiano gratuito. Ce ne sono tanti ormai in Italia, lo so. Ma DNews, oltre ad avere un nome che ricorda i cataloghi di vendita per corrispondenza, è diretto dai fratelli Antonio e Gianni Cipriani, che erano alla guida di EPolis prima della sua dellutrizzazione. E in effetti, nelle 48 pagine del giornale (solo 9 di pubblicità, il che significa che il giornale avrà vita breve se non ci sarà un’inversione di rotta… vabbè che adesso ci saranno gli avvisi elettorali) si vedono rubriche nello stesso stile, e se volete il fatto che l’indirizzo email sia .eu fa un po’ il verso al .sm dell’altro quotidiano; sempre fuori dall’Italia siamo.
Naturalmente ci sono anche differenze, però. Innanzitutto, può darsi che questo sia un effetto collaterale della minore diffusione del giornale – al momento, oltre alle edizioni di Milano e di Roma ci sono solo Bergamo e Verona – ma la parte dedicata alla cronaca cittadina e della cintura è molto ampia, e messa all’inizio della foliazione, come per dire che è quella più importante. Un altro punto caratterizzante è l’uso dei rimandi: non solo in prima pagina, come è ormai usuale, ma anche oltre si trovano avvisi tipo “a pagina 10 Klaus Davi”, che a me fa venir voglia di lasciare perdere la lettura ma magari attira molta altra gente. La parte TV e Spettacoli sembra piuttosto standard, la pagina delle lettere è diventata D_Blog secondo la moda, e come abbastanza naturale la direzione cerca il contributo dei lettori (costa poco…) non solo come testi ed sms ma anche come fotografie.
Come sempre, leggere gli articoli di un solo giorno non permette di capire fino in fondo qual è la linea del giornale, ma così ad occhio direi che l’idea sia quella di cavalcare la protesta della gggente, che fa sempre bene e permette di aumentare i lettori. Inutile dire che una scelta di questo tipo finisce abbastanza facilmente nel qualunquismo: l’intervista a Klaus Davi è un tipico esempio, con il suggerimento anti-inquinamento di fare come negli anni ’80 quando si chiudeva del tutto il centro, ma lasciando però girare le euro4; ma il top si trova non tanto nella pagina dedicata alle ragazze e al sesso, che tanto ce l’avevano uguale Repubblica e Corriere, quanto in quella sui trasporti milanesi. Relegato in un trafiletto l’ennesimo suicida sulla linea rossa, il resto della pagina spiega come i lettori sarebbero anche d’accordo a un aumento del biglietto per i mezzi “se diviso in fasce”. No, non fasce di distanza. Fasce di reddito. Se io guadagno di più devo pagare di più per salire sulla metro vicino a te. Logico, no?
In definitiva, un giornale sicuramente premasticato come tutta la free press, ma comunque a un livello almeno un po’ superiore.
Ultimo aggiornamento: 2008-03-09 08:26
Guarda che, in un clima di generale criminalizzazione (per invidia) della ricchezza, tra un po’ a chi ha un posto di lavoro ben retribuito sarà richiesto di mettersi una volta al giorno in ginocchio sui ceci…
Ciao Mau, se vuoi aggiornare il tuo post, aggiorna. O fai come ti pare. Giusto per restituire dignità ai giornalisti di Epolis che col senatore nulla c’entrano. Di notiziola in notiziola Dell’Utri ha lasciato tra strepiti (ieri articolone su Milano Finanza) Epolis lo scorso 8 febbraio, basta fare Dell”Utri su Wikipedia. Anzi ha pure rilasciato un’intervista a Prima Comunicazione in cui si dice interessato a D News. Ti allego gli articoli. Fai te. Ciau.
da Prima Comunicazione
Visto il clima amoroso con cui era iniziata, nessuno si sarebbe immaginato che dopo meno di sei mesi si sarebbe interrotta così bruscamente la partecipazione di Marcello DellUtri al rilancio di E Polis, il quotidiano gratuito che Alberto Rigotti ha acquistato in agosto da Niki Grauso, battendo la concorrenza del gruppo Class e di Vittorio Farina.
I miei avvocati mi hanno consigliato di ritirarmi e, oltretutto, non cera più latmosfera che mi aveva convinto a buttarmi in questa avventura, afferma un DellUtri molto amareggiato e con il malumore di chi si è sentito tradito: Ho sempre creduto a un grande progetto di free press e penso che adesso appoggerò il lancio di D News (ndr. la free press degli ex direttori di E Polis edita da Vittorio Farina, vedi pag. 38).
La rottura è attribuita alla difficile situazione economica di E Polis spa e soprattutto al fatto che DellUtri si è accorto di contare poco o niente nelleditrice, pur essendosi dato un gran da fare per rilanciare la raccolta pubblicitaria e per attirare nellimpresa nuovi partner.
La prova del nove cè stata al momento di nominare alla direzione di E Polis il sostituto di Antonio Cipriani, che ha lasciato il giornale il 31 dicembre. DellUtri insisteva su un nome che portasse lustro alla testata Il mio progetto era fare di E Polis un grande giornale al di sopra degli schieramenti politici, spiega e puntava su Antonio Polito, parlamentare dellUlivo ed ex direttore del Riformista. Rigotti e il gruppo di nuovi soci napoletani raccolti in Iniziative Editoriali e rappresentati nel Cda della E Polis Spa da Francesco Ruscigno (professionista con studi a Milano, Roma e Napoli ed esperienze editoriali come amministratore del Roma e dellIndipendente dove ha curato gli interessi del deputato di An Italo Bocchino) spingevano, invece, su Enzo Cirillo, poi nominato.
Una decisione presa facendo pesare sul tavolo i sei milioni di euro investiti da Iniziative Editoriali per partecipare a un aumento di capitale di 10 milioni e per entrare con il 30% in Valori Editoriale, la società attraverso cui lAbm Merchant di Rigotti controlla E Polis spa.
Cè stata molta tensione, ma spero che con il tempo si ritorni a un rapporto damicizia, commenta Alberto Rigotti. Alla base del distacco ci sono due diverse concezioni sul rischio di impresa. Stimo DellUtri e gli sono assoluta[???]visto dalla legge sul concordato fallimentare. Sarebbe stato più facile, ma avremmo fatto pagare gli effetti della chiusura ai fornitori.
Abbiamo invece deciso di riconoscere il debito pregresso. Al di là del fattore etico, giustificavano questa decisione la presenza di asset, di partite patrimoniali allattivo. Così, abbiamo ristrutturato il debito e ridefinito rapporti più saldi con circa mille fornitori. Ora loperatività quotidiana va bene. Siamo riusciti anche a trasformare patrimoni immateriali, societarizzando le edizioni locali e aprendole allingresso di imprenditori del territorio, come stiamo facendo sul Corridoio 5, sulla Milano Venezia: la direttrice che più mi interessa dove siamo presenti con nove testate. A Bergamo stiamo stringendo già degli accordi con cui gli editori locali diventano proprietari della testata che, poi, affidano in gestione alla E Polis Spa, ricevendone delle royalties.
Rigotti ribadisce di non avere avuto con DellUtri divergenze sulla linea politica, anche se pensa che un peso sulla sua decisione di abbandonare labbia avuto la prospettiva delle elezioni nticipate: Sulla linea editoriale cera una differente interpretazione tattica più che strategica, ma non era in discussione il fatto che il giornale fosse libero e indipendente, dichiara, ammettendo le differenti idee sulla scelta del direttore: Sì, lui pensava a una grande firma, a una prima donna, mentre io ritengo importante, in questa fase, un primo inter pares, che sappia sviluppare le risorse interne e i tanti talenti che lavorano a E Polis.
Un professionista come Enzo Cirillo è la persona giusta. Intanto, sono grato a DellUtri per averci lasciato in eredità due manager del calibro di Claudio Noziglia, ora presidente di PubliEPolis, e di Carlo Momigliano, amministratore delegato della concessionaria di pubblicità e editore incaricato di E Polis spa.
ITALIA OGGI del 12 febbraio, a firma di Claudio Palazzotta.
“E Dell`Utri? Scalpita, schiacciato da una parte dal polo Brambilla (Giornale della libertà e Tv della libertà), e voglioso di uscire da quella nicchia culturale, di eccellenza, ma pur sempre una nicchia, in cui da sei anni gravita con Il Domenicale. La sua avventura in Epolis è finita proprio perché ha compreso che il quotidiano gratuito controllato dall`editore-finanziere Alberto Rigotti non ha oggi i mezzi e la struttura per il grande salto. La ricapitalizzazione della società editrice (che Rigotti ha rilevato da Nicola Grauso in settembre) non è ancora stata fatta, la nuova concessionaria Publiepolis deve diventare operativa, e un quotidiano, distribuito a livello nazionale in 500 mila copie ogni giorno, brucia circa 2 milioni di euro al mese. C`è anche il problema redazione: troppi capiredattori, una sede centrale a Cagliari, guidata da un direttore, Enzo Cirillo, chiamato da Rigotti ma che Dell`Utri non voleva. Lui avrebbe preferito volare più alto, con Antonio Polito (senatore del Pd), trasferire il centro pensante a Roma, affermarsi sul mercato con un prodotto autorevole e ben fatto. Uscito da Epolis, Dell`Utri non ha però voglia dì restarsene fermo. Per questo potrebbe riavvicinare il suo amico e stampatore Vittorio Farina, coinvolto, come fornitore, nella Epolis targata Grauso e ora azionista della casa editrice che porterà in distribuzione, ai primi di marzo, il nuovo free press D-News, diretto da Gianni Cipriani.”
Dell’Utri, E Polis, DNews: manca il quarto cantone
Grandi mutamenti possibili nella free press.