Leggo da cfdp (che cita Sofri il giovane) che una clausola del Contratto con i Candidati del Piddì direbbe che i candidati devono partecipare alle spese della campagna elettorale con un contributo dai 30000 ai 50000 euro.
Boh, ricordo quando ero ragazzo che ad esempio gli eletti nel PCI dovevano versare al Partito metà dello stipendio da parlamentare, qua mi pare che si cerchi di anticipare il tutto perché non si sa mai, basta un Dini o un Mastella qualunque e bisogna iniziare da capo.
Ciò detto, e lasciata da parte la battuta obbligatoria “ma guadagnano poi così tanto, per permettersi un simile esborso”, ho un paio di domande retoriche.
La prima è facile: ma c’è una clausola “soddisfatti o rimborsati”? Perché qua si sa come vanno le cose, col Porcellum se non sei in posizione giusta non sarai mai eletto. Ma immagino che almeno per le riempitive in fondo lista la clausola non ci sia.
La seconda è un po’ più complicata. In Italia i partiti ricevono un rimborso elettorale proporzionale al numero di voti ottenuti. Nella mia ingenuità, pensavo che fossero quelli i soldi per le spese, senza doverli chiedere ai candidati. Invece no, a quanto pare. Eleggere costa, soprattutto quando tanto i nomi non contano nulla (e dire che la ragione principale per cui tutti sono ufficialmente felici del Porcellum è che così i costi della campagna elettorale si riducono…)
A questo punto però istituzionalizzerei il pagamento del pizzo al partito: la generosissima prebenda dei nostri rappresentanti viene suddivisa a monte in una quota che resta al rappresentante e nel resto che viene consegnato al partito a cui afferma di appartenere. Costo ulteriore per la collettività: zero. Vantaggi? il parlamentare italiano guadagnerà lo stesso, visto che non deve pagare la tassa di candidatura, ma potrà dimostrare che non guadagna poi così tanto. Semplice, no?
Ultimo aggiornamento: 2008-03-08 13:15
Visto che di solito i partiti ricevono come rimborso molto di più di quello che dichiarano di aver speso, come mostrato ne La Casta, visto che i rimborsi delle elezioni 2006 i partiti li continueranno a percepire fino al 2011, e visto che nel caso del PD i rimborsi 2006 sono (almeno per il Senato) quelli di due liste (DS e Margherita), chiedere queste cifre agli aspiranti candidati mi sembra veramente esagerato.
Qua in Calabria ogni candidato del PD deve versare una quota di 50.000 euro! Ma con un inciso interessante: la quota è dovuta solo da chi è “collocato nella posizione utile per l’elezione”. Quindi sanno già quali sono le posizioni utili per l’elezione? E perché non ce le dicono?
In generale, capisco che la campagna elettorale sia costosa, ma se il candidato deve sborsare tutti questi soldi allora si vincola la possibilità di diventare deputato al proprio patrimonio personale, è una cosa ridicola. Io voglio servire il mio paese, voglio diventare parlamentare, ma se non ho tutti questi soldi da investire??? Solite incredibili incongruenze della nostra politica.
@mR. gImO: beh, oggi come oggi sai già chi sarà l’80% degli eletti, certo. Se metti insieme i risultati dei sondaggi con il fatto che il Porcellum dà già l’ordine degli eletti all’interno di una lista, i conti si fanno in fretta.
Sottoscrivo quanto già detto da MG55 e mR. gimO aggiungendo che, quali che siano le ragioni, questa cosa ha il sapore della porcata.
Guarda che è anche poco, la tariffa di Forza Italia pare (da rumours in occasione di elezioni precedenti) essere superiore ai 100.000 euro.
D’altra parte, tu, avendo la certezza di essere eletto (cosa che questa legge ti concede), non li pagheresti? E’ una legge di mercato, e da quando hanno rifatto le regole di questo mercato permettendo di azzerare il rischio d’impresa (quello di spender soldi in campagna e poi non essere eletti) è diventato un investimento sicurissimo.
P.S. Ho un amico che si è candidato alle comunali torinesi nell’Ulivo un anno fa (quindi in elezioni grandi, ma certo non come le politiche); non so quanto abbia speso in manifesti, santini e organizzatori, ma penso che la cifra sia di quell’ordine di grandezza; e non è nemmeno stato eletto… Infatti c’è anche chi sostiene che l’attuale legge elettorale sia più “democratica”, perchè visto che l’elezione è indipendente dalle preferenze popolari e quindi da quanta pubblicità fai al tuo cognome, anche chi non ha soldi da investire in campagna elettorale può essere eletto; basta che apra un mutuo per pagare il “contributo” al partito, poi può rimborsarlo in comode rate man mano che prende gli stipendi da parlamentare! E se non trova una banca, c’è sempre il Monte dei Partiti di Sinistra disponibile…