Con qualche anno di ritardo, ho finalmente letto anche il secondo dei libri dello strano trio (Terry Pratchett, Ian Stewart e Jack Cohen, The Science of Discworld II: The Globe, Ebury Press 2003, pag. 384, Lst. 6.99 , ISBN 9780091888053), dedicato fondamentalmente a come si è sviluppata la specie umana non tanto come evoluzione – di quella se ne parlerà nel libro successivo – quanto come culture e usanze. Si va dalla definizione di cosa è il sé all’evoluzione, dall’extelligenza (la parte dell’intelligenza che viene trasmessa non con i geni ma mediante supporti esterni) al dualismo tra informazione e termodinamica. Il tutto presentando teorie e punti di vista che non si vedono mai nella scienza ufficialmente divulgata, come il passaggio dai primati all’uomo forse avvenuto perché un gruppo di scimmie si è trovata in un posto con molti pesci e molluschi che hanno loro dato le proteine necessarie per creare le membrane neuronali, oppure la constatazione che la gravità funziona diversamente dalla termodinamica e quindi non è necessariamente strano che stelle e pianeti siano un sistema più “ordinato” di quello formato da un gas. Anche il loro modo di guardare alla religione e all’arte è sicuramente poco ortodosso: se non siete degli integralisti – ce ne sono anche nel campo artistico, sì – magari non sarete d’accordo con gli autori ma potrete comunque trovare ottimi spunti per pensare per conto vostro. Il che non è poco.
Ultimo aggiornamento: 2008-02-28 08:56
nooooo, tu quoque no!
aiuto aiuto sono circondata..
;)
@Boh: ego quoque per il Discworld? Beh, leggo Pratchett da almeno quindici anni, sempre rigorosamente in inglese. Sono un early adopter :-)
Avevo letto “Darwin’s Watch: Science of Discworld III” un paio di anni fa. Lo ricordo molto “letteratura scientifica divulgativa” e pochissimo Pratchett :(
Saranno tutti quei pezzi sul “Time pantaloon” :)
@Annarella: quei libri sono sicuramente poco Pratchett, anche se oggi come oggi sono gli unici in cui puoi trovare Rincewind, il che aiuta… D’altra parte, il nome di Pterry serviva per fare vendere, e secondo me il modo in cui Cohen e Stewart divulgano vale davvero.
Concordo. Come libri divulgativi sono molto interessanti e riescono a spiegare con chiarezza anche concetti decisamente astratti. In quello che ho letto penso alla parte su Cantor