i bloggher e il dottorvespa

Visto che la blogosfera è un’entità molto importante e attenta a quanto succede nel mondo, è una settimana che sono tutti lì a riempirsi la bocca col video di Porta a Porta dove il dottorvespa e la sessuologa più famosa d’Italia discettano – in una trasmissione in cui si parlava di tutt’altro – sui blog e su come questi siano “siti di prostituzione virtuale”.
Visto che la blogosfera è un’entità molto importante e attenta a quanto succede nel mondo, una teoria di bloggher importanti (non in quanto bloggher, ma in quanto persone) hanno scritto una lettera aperta al dottorvespa, così che si possa ancora passare tutta la settimana a parlare della lettera aperta, in un sano sussulto di autoreferenzialità.
Ma la cosa più divertente, almeno dal punto di vista di uno come me che si sa è un povero sfigato, è vedere la lista dei firmatari: una sfliza di paroloni che mostrano quanto costoro siano fighi, ma tutto preceduto nel 90% dei casi dalla magica parolina “blogger”. A me quella lista ha fatto tornare alla mente gli sketch delle Tribune Politiche con Covatta Paolantoni Sarcinelli che ce l’avevano sempre con i napoletani, e alla fine, nei titoli di coda, mettevano sempre vicino ai loro nomi l’appellativo “(napoletano)”.
Non so se il dottorvespa rimarrà accecato dalla qualità dei firmatari. Però credo che il messaggio avrebbe avuto molta più forza se invece di fare così si fossero lasciate le affiliazioni serie e in fondo il link al loro blog. Sì, è vero che il dottorvespa magari non ci avrebbe fatto cliccare su, ma magari qualcun altro avrebbe potuto farlo e vedere di che si parla esattamente… Invece no, l’andywarholismo della ripetitività del “blogger-mantra” ha vinto anche stavolta. Basta che poi i bloggher non si lamentino di come vengono trattati :-)
(PS: “dottorvespa” è suo)

Ultimo aggiornamento: 2008-02-28 14:18

25 pensieri su “i bloggher e il dottorvespa

  1. Stefano Quintarelli

    “Autoreferenzialita” in che senso ?
    pensa che adesso il dott. dovra’ usar google per trovare il blog dei firmatari.
    avessimo messo l’url cosa avresti detto ? che cercavamo pubblicita’ ?
    io penso che la cosa giusta da fare, se trattassimo con una persona che non ostenta la propria ignoranza ed estraneita’, era semplicemente … nulla.
    cioe’ lasciare che la discussione nei blog si sviluppasse “as usual” favorendola ciascuno per il proprio pezzettino. Come abbiamo fatto tante altre volte, come sappiamo tutti (e penso anche a casi cui io ho iniziato a contribuire tipo agcom, commissione UE, ecc.)
    non facendo nulla, Vespa avrebbe avuto l’eco della vicenda e l’avrebbe potuta bollare come “ecco, i 500 ragazzini incazzati che mi sparano addosso”, autoconvincendosi ulteriormente di essere nel giusto.
    purtroppo, il SUO mondo di riferimento vede, riceve e ascolta solamente “persone rappresentative”.
    alcune persone che lui puo’ ritenere “rappresentative” si sono dette “come gli possiamo dire che sta sbagliando ? come possiamo essere certi che il messaggio gli arrivi passando i suoi filtri abituali ? come possiamo dirgli che ‘quel mondo’ non e’ fatto solo da ragazzini sessuofobi che si prostituiscono ? ci dobbiamo esporre in prima persona criticandolo e dicendo che anche noi (che lui puo’ ritenere rilevanti e quindi (secondo lui) ‘degnabili di ascolto’) siamo invece parte di questo mondo ?”
    puoi anche decidere di parlare in giapponese a uno svizzero, solo se non ti frega di essere ascoltato. Se vuoi essere ascoltato, devi parlare la sua lingua. A meno ch enon te ne freghi nulla. Ecco, il punto secondo me e’ questo, dovrebbe fregarcene.
    ich bin ein berliner…
    p.s.bada bene, alcuni dei firmatari potrebbero rischiare ripercussioni professionali per cio’ che hanno fatto.

  2. BlindWolf

    Beh, sul Corriere di alcune settimane fa c’era un articolo sulle “squillo” italiane: seguono spesso “Porta a porta”. Per forza: è condotto da un collega! (Ricordo la telefonata intercettata tra il conduttore e Sottile che gli dettava come impostare la trasmissione)

  3. .mau.

    @StefanoQ: aveste messo le URL avrei semplicemente continuato a pensare che l’iniziativa è comunque inutile, ma almeno fatta meglio. D’altra parte, questo è il mio commento, che non penso farà mai parte di cose come questa.
    Detto questo, secondo me al dottorvespa non sarebbe nemmeno arrivata l’eco dei “cinquecento ragazzini incazzati”. E sì, a me non me ne frega nulla di tutto questa storia. Per il sottoscritto (che questo blog ce l’ha da più di sei anni, quando non credo che in Italia si arrivasse a cento tenutari) dire “blogger” non significa assolutamente nulla, è molto più connotante dire “tifoso dell’Inter”. Non solo il blog non è per me un fine, ma nemmeno un mezzo. D’altra parte, se qualcuno mi dirà che sono un prostituto perché ho un blog, i casi sono due: o riesco a spiegargli cosa succede davvero, oppure non cambierebbe nulla nemmeno se il dottorvespa iniziasse a intonare peana su di essi e il qualcuno cambiasse per quella ragione idea.

  4. ALG

    Ma la domanda che mi viene così, banalmente, è: ma al dottor Vespa importerà qualcosa della lettera aperta? Mi sembra tanto un non-dialogo tra sordi. Ovviamente quello spezzone era strumentale al tema della puntata e con internet ed i blog non c’entrava affatto. D’altra parte la lettera discute molto sul valore di internet, democrazia partecipativa, ma quanto è bella e importante internet… senza effettivamente portare valore alla discussione sulla rete.
    La firma “blogger” è assolutamente risibile come risibile sarebbe stato mettere il link al proprio blog. Non si sta discutendo di temi diversi, si è su un pianeta totalmente diverso. Chi conosce i blog perché o ne ha uno o comunque usa internet in modo intensivo, ma anche le persone che sono abituate a pensare col proprio cervello, se ne sono fregate altamente di Vespa; chi, come Vespa e chi lo ascolta, è abituato a parlare per scandali non farà lo sforzo di capire che vuol dire blogger (dubito addirittura arrivi alla fine della lettera che è sinceramente illeggibile, ma non importa) e quindi non cambierà nulla.
    Un non-dialogo tra sordi, per l’appunto, se non un modo per i firmatari di massaggiarsi l’amor proprio… sicuramente più economico di una prostituta d’alto bordo (dato che questo è il tema) ma altrettanto irrilevante nell’economia di una discussione seria.
    P.s: dato che l’argomento è la firma e si parla di ripercussioni professionali mi firmo per esteso.
    Luca Albertalli, Non-Blogger, ASP Student – Cycle II, Tesista del gruppo TORSEC – DAUIN – Politecnico di Torino

  5. mestesso

    Ho letto la “petizione” e l’ho trovata pietosa, ridicola, grottesca.
    L’unica, e sottolineo l’unica, motivazione per cui è stata fatta è tutta marchettara.
    Eh sì, perché i blogger più di moda marchettano tutti qualcosa.
    La sensazione che il dottorvespa(tm) e i bloggher si parlino addosso è perché entrambi marchettano specularmente lo stesso bene: montare a neve come la panna qualcosa. Calimitare l’attenzione, utilizzare l’effetto e trovare altro. In termini tecnici il push & dump.
    Non è importante cosa: l’importante è farne un caso. Può essere una pinzillacchera, può essere realmente seria. Basta montare un caso e la gente guarda, in TV come in internet.
    Per un bloggher professionista vuol dire visibilità, nuove opportunità e soldi.
    La differenza è che .mau., o io, od altri, non abbiamo nessun interesse specifico per montare a neve nulla, anche se a volte l’effetto può essere questo non è il nostro fine.
    Gli altri fan petizioni…

  6. Stefano Quintarelli

    “blogger” non e’ una qualifica, e’ una affermazione di fare parte di un fenomeno che Vespa ha definito “una tragedia”
    ich bin ein berliner.
    poi, sono d’accordo che non significa nulla di diverso da “utente”. (gli altri sono spettatori) e che una piattaforma di blog non e’ altro che un sistema semplificato di scrittura.
    purtroppo in italia il 22% delle abitazione ha bband e il 99,9% delle case ha TV e quel 77% frena tutti.
    sul fatto che non servira’, non sono d’accordo. ogni goccia serve e io dei risultati, in passato, li ho ottenuti, anche su cose generalmente “impossibili”. la cosa peggiore che puo’ succedere e’ perdere la fiducia …

  7. Yuri

    Sono completamente d’accordo a metà con ALG :)
    No, dai, seriamente, non mi stupisce il “numero” (nel senso di “sparata”) di Vespa. Quando non sai che fare e hai voglia di fare un po’ di casino, che c’è di meglio che fare una bella sparata su Internet?
    Ecco, qui mi parlo un po’ addosso anch’io, ma quando ho iniziato a usare internet (metà anni ’90) a sentire i media (che non ci capivano un tubo, ma ne dovevano parlare), internet non era altro che un’accozzaglia di adolescenti brufolosi e un po’ disadattati con in più un tot di pedofili che si collegavano per adescare gli adolescenti di cui sopra. Beh, un po’ di strada da allora l’abbiamo fatta, anche se non so se in meglio… tutto il casino che hanno fatto dopo sulla new economy era quasi più stomachevole.
    Ok, ho finito di parlarmi addosso :)
    Tornando al punto, Vespa ormai lo conosciamo, ma anche la lettera aperta mi sembra più densa di paroloni che di significato. Il fatto che possano esistere i blog e che ognuno possa scriverci quello che gli pare è un segnale di democrazia… io li uso, ne ho uno (ma non vi do l’url :), ma eviterei di dargli più spazio di quanto meritino.
    Tra l’altro è vero che in un blog ognuno può scrivere quello che gli pare, ma i visitatori possono vedere (ed eventualmente commentare) solo quello che l’autore decide di fargli vedere e commentare… è un po’ asimmetrico come sistema democratico. Allora, ben vengano i blog, mi piace leggere e commentare quello che gli altri scrivono… ma non li ergerei a paladini della democrazia.

  8. paolo beneforti

    .mau.: in un sussulto di autorappresentatività, te l’appoggio in pieno (senza spingere). sì, questo commento è inutile ed esornativo, ma così sento di esistere in quanto blogger. :D

  9. Antani

    Ti vedo un po’ secco ultimamente. Sulla questione dei titoli sono abbastanza d’accordo, ma sul senso generale non molto. Se uno viene a battibeccare in casa mia non la passa liscia, sul tono della risposta si può discutere. Il tutto è un po’ sterile, il dottorvespa non ci arriverà neanche se si fa fare l’esegesi da Mantellini (vorrei vederlo).
    Quanto al dottorvespa, vedo che sono in buona compagnia.

  10. .mau.

    @antani: sono spesso secco :-) Però il dottorvespa ha sparlato dei blog a casa sua, mica in un blog! Secondo te, io mi metto a fare casino con tutti quelli (e ce ne sono!) che sparlano di me in giro?

  11. ALG

    @Stefano Quintarelli:
    No, nella firma, per come lo avete usato, è una qualifica. Bastava la firma per l’adesione.
    (per inciso, io mi sono firmato Non-Blogger perché non ho un blog, non per dire che sono contrario…)
    Non voglio fare l’esegesi dei contenuti della lettera aperta o l’analisi delle motivazioni politiche etc… Non sono interessanti. Possiamo anche discutere sulla faccenda utilità/inutilità ma ritengo sia sterile. Non è convincendo vespa che si elimina il 77% di zavorra che dici abbiamo. Non ci capiamo sull’analisi. Il problema è complesso ed eviscerarlo è troppo lungo. In sintesi, non contesto la lettera perché sfiduciato ma perché analizzando bene il tutto si nota che è la mossa con meno probabilità di successo.
    Non serve urlare contro il 77% “zavorra”. Prima di tutto perché il conto è errato, non tutti quelli che hanno accesso alla banda larga sanno pensare in modo indipendente. In secondo luogo il concetto di democrazia è sempre piuttosto scivoloso: nella realtà si sa che esiste un gruppo ristretto di persone, quelli che si identificano col termine di policy-maker, che fanno le scelte e poi le altre persone vanno a traino. Anche a prescindere dall’analisi della situazione italiana risulta chiaro che un intervento efficacie deve passare attraverso i policy-maker non attraverso un loro “portavoce prezzolato”.
    Ciao

  12. Annarella

    Annarella, cazzeggiante su blog dal 2004, cazzeggiante in rete dal 1994.
    Nella vita project manager per una delle piu’ grandi aziende di consulenza italiane , reduce da due anni di lavoro con manager esteri.
    Ogni tanto, per i ben noti punti di contatto tra una prostituta ed un consulente, penso che seguendo la prima professione guadagnerei di piu’ e mi stresserei di meno.
    Sto cercando di capire quali siano le ripercussioni professionali conoscendo gli show di giro italici. A memoria mia non ricordo di qualcuno che abbia avuto a pagare in modo particolare poi, mi sia concesso, avremmo i primi casi di martirio blogghistico. Manco i blogger egiziani arrestati.
    Il massimo della ripercussione che mi viene in mente e’ la presa per i fondelli, mettiamola cosi’.

  13. Stefano Quintarelli

    Ho fatto i primi collegamenti di posta elettronica col CNR nel 1986.
    Ho fondato la prima associazione telematica nel 1988. sono piu’ di 20 anni che spingo la rete in Italia; ho all’attivo decine di interventi in provvedimenti normativi, un centinaio di organizzazioni sponsorizzate, decine di cause legali, esposti, denunce, ricorsi; varie lettere aperte (anche comprando mezze pagine su giornali) e iniziative regolamentari a livello italiano ed europeo. Con un discreto successo.
    Naturalmente nulla da solo, con tanti, tantissimi amici. Alcuni dei quali hanno perso il lavoro per avere fatto cio’ che hanno fatto, altri che sono stati prepensionati, altri che sono stati marginalizzati.
    Personalmente ho perso certamente clienti; ho detto ai miei soci “sto per fare questo, il rischio e’ questo, l’azienda puo’ risentirne, se volete esco” e loro splendidamente mi hanno sostenuto, e l’azienda ne ha risentito. Poi ci sono altre cose che non posso dire a pena di querela e per le quali non ho le prove, pur avendone l’informazione e la convinzione.
    In genere, quando scrivo una cosa, ho delle fondate basi per farlo.

  14. vb

    Stefano: Lo so che avete preso rischi per essere fuori dal coro… Credo però che lo strumento della lettera aperta con le firme e i titoli sotto sia troppo 1.0: la rete, se deve parlare, parla per diffusione virale, per masse virtuali e per meme, non certo per i comunicati di un’elite che (anche con le migliori intenzioni) si autodichiara “rappresentativa”.

  15. .mau.

    comunque penso sia chiaro a tutti che io rappresento solo me stesso e non sono rappresentato che da me stesso.

  16. Annarella

    @Stefano guarda che la mia dichiarazione di titoli era una presa per i fondelli di cosa ho letto sulla lettera non l’elenco delle mostrine e la sintesi del cv :)
    Ti ringrazio per i chiarimenti perche’, nel grande marasma della rete, i grandi proclami possono essere proclami o blah blah :)
    Parlando seriamente, credo che quello che irriti sia proprio lo sfoggio di titoli. Per me, fino a questa lettera aperta, Stefano Quintarelli era una persona che sapevo informata ed autorevole. E lo era a prescindere che fosse “Grande papa di qualcosa” o altro. Questo riferito a te come blogger.
    Come professionista sei altro ma come lo è qualsiasi altro blogger possa leggere.
    Sarò strana ma un conto e’ il blogger in una situazione di rapporto orizzontale, un conto e’ che quella persona debba affrontarla con tutti i titoli professionali perche’ non configuro piu’ un rapporto di *conversazione* ma di lavoro con tutti gli annessi ed i connessi.

  17. Antani

    Mau, ognuno usa i mezzi che ha a disposizione. Io non potrei andare in TV a replicare a Vespa (fermo restando che non mi sento molto chiamato in causa). Ho un blog e uso quello. Ho la posta (ordinaria, elettronica) e uso -anche- quella. Quel “a casa mia” non vuole intendere che il dottorvespa mi ha toccato via weblog, ma che ha invaso il mio campo. Senza peraltro sapere di cosa parla. Non è forse vero che spesso i giornalisti usano il proprio mezzo per rispondere?
    Per il dottorvespa, io penserei ad un bel google bombing, così, per divertimento (servono anche a quello i weblog, no?).

  18. Yuri

    Concordo con Annarella… soprattutto in un tema come questo trovo francamente fastidioso lo sfoggio di titoli. Oh, magari è solo invidia, ma ce n’è davvero bisogno?
    E soprattutto… c’è bisogno di “rispondere” a Vespa? Siamo in democrazia, ognuno è libero di dire ciò che vuole.
    Chi conosce un minimo internet sa che Vespa ha detto vaccate, anche se il mezzo non è che sia esente da pericoli di vario tipo. Se poi uno prende come oro colato tutto quello che dice Vespa… beh non credo che gli si farà cambiare idea con una lettera aperta. Comunque dubito di assistere a controriforme e anatemi contro l’uso dei blog e di internet. E’ la classica sparata che dura il tempo di un giorno o poco più. Rispondere significa solo dargli più importanza di quanto meriti.

  19. Stefano Quintarelli

    @Yuri: Nel 2007 mi hanno invitato a un importante convegno perche’ gli organizzatori ritenevano interessanti le cose che ho da dire. Mi hanno chiesto se potevo firmarmi “presidente emerito” di AIIP, un titolo che non vuole dire nulla, ma no. non potevo usarlo. Allora hanno ritirato l’invito, perche’ “non rappresentativo”.
    Il fatto e’ che, rispetto alle regole non scritte che governano questi luoghi e situazioni, avevano ragione.
    Un paio di settimane fa sono stato intervistato da un TGRai. Ho chiesto se potevano evitare di scrivere alcunche’ oltre al nome, ma non si poteva. Stesso discorso a Focus Economia a Radio 24 dall’amico Sebastiano Barisoni. Ci vuole un titolo, una carica. Per cui mi presenta sempre come “fondatore di I.NET”, una azienda che non esiste nemmeno piu’ nella realta’ ma esiste ancora molto nella mente delle persone di TLC e di finanza.
    Sai perche’ mi sono dato un po’ da fare (senza successo) per aiutare a far eleggere Fiorello Cortiana al Comune di Milano ? Perche’, tromabto dai suoi “colleghi”, lui potesse avere una tribuna. Perche’ Se vuoi essere ascoltato, in certi ambienti _devi_ avere un titolo.
    Questa e’ la mia esperienza. E’ certamente antipatico, tant’e’ che sono QUI a discuterne e non in una mia “torre d’avorio” ma e’ cio’ che mi hanno insegnato 20 anni di “attivismo”.
    Riguardo l’inutilita’ di muoversi, premetto che nulla si fa mai da solo…
    sai, dalla mia esperienza non e’ inutile. non mi aspetto che tu possa prendere per buono quanto dico, quando scrivo “la mia esperienza”; non mi aspetto che necessariamente tu sappia chi sono e cosa ho fatto; fammiti raccontare giusto due cose, ricordando ed espandendo un filo cio’ che scrivevo sopra:
    ho fatto la prima associazione telematica nel 1988, dopo qualche anno che facevo i primi collegamenti di email col CNR; sono 20 anni che spingo per lo sviluppo della rete in italia; ho sponsorizzato un centinaio di associazioni, ne ho fondate una mezza dozzina; ho contribuito a fare elementi di sistema di internet in italia che ancora oggi rivestono un ruolo centrale; ho contribuito a disegni di legge, norme, mi sono opposto ad altre; ho fatto cause, ricorsi; ho fatto interventi in Italia ed in Europa; ho comprato mezze pagine di giornali, ho scritto lettere aperte, organizzato petizioni, ecc.
    ti assicuro che non e’ facile dormire di notte dopo avere firmato una denuncia che blocca, perche’ abusiva, la strategia un signore che fattura all’anno 70.000 miliardi di lire (un ordine di grandezza in piu’ di Mediaset, per tua informazione) portandolo fino al consiglio di stato, contro i piu’ grossi studi legali italiani (che ci mettono 1 minuto a chiederti i danni, se solo hai sbagliato qualcosa…)
    se tu oggi puoi scrivere queste cose e, ad esempio, non pagarci una tassa o non doverle depositare alla biblioteca di firenze; se vai a un bar e ti colleghi con wifi, se non vai in gabbio per avere scaricato una canzone, se fai e vedi tante cose che ti sembrano ovvie e normali, e’ perche’ molti pirla, tra cui il sottoscritto, si sono dati da fare perche’ queste cose fossero la nomalita’ ovvia che tu oggi vedi.
    Anche se alcuni magari pensavano fosse inutile..
    Sicuramente abbiamo vissuti diversi ed esperienze diverse. Tu, sei ovviamente libero di pensarla come vuoi; io penso che ogni goccia serva, che nulla sia inutile, se non la rassegnazione.

  20. ALG

    Stefano, nessuno ti contesta gli anni di attività. Nessuno contesta la tua esperienza. Il problema è la lettera aperta verso Vespa: prima di tutto l’uso della parola blogger nella firma (non contesto gli altri titoli, conosco l’Italia) che è una qualifica per come usato e non una dichiarazione di appartenenza.
    In secondo luogo il problema è il contesto della lettera. Contiene, a mio parere, troppa roba ed è indirizzata alle persone sbagliate. Ma è un mio personale parere. Inoltre, come già detto da altri, la forma è poco adatta, troppo istituzionale e poco adatta ad Internet per come è attualmente; insomma, bisognava far osservare che Internet è qualcosa di tanto diverso da quello che dice Vespa che manco Vespa arriva a capirla… Se vi impaludate fate una brutta figura…
    Ciao

  21. vb

    Sull’importanza del titolo appoggio Stefano: nonostante io fossi una persona che, nella mia nicchiettina di “internet governance alle Nazioni Unite”, è sicuramente il più esperto in Italia, non mi potevano nominare come esperto della società civile se io non ero presidente o segretario di qualche cosa. Ero quasi arrivato al punto di fondare l’associazione no-profit “amici di vb” per dichiararmene presidente…
    Allo stesso tempo però dissento da lui: proprio per questo motivo, se fai una lettera “in rete” non metti i titoli (perché neghi quella cultura) e se invece la fai “offline” li metti ma non metti “blogger” :-) Ma boh, comunque è una questione secondo me minore…

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