Brunch al Julep’s

Per la serie “viva il colesterolo”, quest’oggi siamo stati dei milanesi alla moda, e siamo andati a farci il brunch da Julep’s, locale immagino abbastanza modaiolo in via Torricelli all’altezza della circonvallazione. Oltre ad Anna ed io c’erano Simona, Cristina, Benny in trasferta milanese e Michi. Per dirla tutta, ho dei forti dubbi sul concetto di orario per il brunch (dalle 12 alle 16), che farebbe pensare che qua si dorme davvero fino a tardi: però non mi sono impuntato più di tanto anche se l’appuntamento era all’una, limitandomi a fare colazione al mattino.
L’arrivo al locale è stato allietato da un pullman granturismo che aveva deciso di proporre un giro molto personalizzato dei navigli, pensando di riuscire a fare una curva a 330 gradi senza l’ausilio di uno smaterializzatore. Fortuna che non c’era nebbia, e che non era una mattinata durante la settimana. Entrati finalmente nel locale ho scoperto che è piccolo, è buio, ed è pieno di gente, e ho capito perché Cristina avesse opportunamente pensato di prenotare. Ho anche scoperto che quello è un posto dove scrivere “prezzo fisso per persona: 22 euro” sembra sconveniente, e quindi scrivono “prezzo fisso per persona: 19.40 euro; coperto: 2.60 euro”. Non so perché, ma mi è venuta in mente la pletora di sovrapprezzi dei biglietti aerei, pur di dimostrare che loro mantengono i prezzi bassi.
A loro onore, nel buffet è anche compreso un refill a piacere di succo d’arancia e di caffè americano, il che significa che sono riuscito a sbafare abbastanza roba da ritenermi soddisfatto. Anna pensa che ci sono posti che fanno un brunch migliore e non le sono piaciuti più di tanto i pancakes che aveva ordinato fuori menu con Simona, ma io sarò un po’ più rustico e mi sono trovato assolutamente a mio agio, salvo appunto un po’ di claustrofobia.
Nota a piè di post: dovrò iniziare a girare mascherato. Mentre stavo facendo il secondo giro al buffet, un tipo si alza e mi chiede “Sei Maurizio Codogno?” Per la cronaca, il tipo è lui. Più che blogstar (anche se Marco ha accennato qualcosa sul fatto che il mio blog si veda da Alice… spero di avere capito male), in questo caso sono stato ricordato come Usenet Guru, a dire il vero. Certo che continuo a non capacitarmi di tutta questa fama… bah.

Ultimo aggiornamento: 2008-02-24 19:02

17 pensieri su “Brunch al Julep’s

  1. simona

    beh, .mau., è proprio il brunch a essere “modaiolo” a Milano, indipendente dal locale. Il Julep’s è effettivamente claustrofobico e buio, ma è stato scelto in funzione della location della mostra di Avedon (molto bella, consiglio!). A me l’idea del brunch continua a piacere, se organizzato in casa ancora di più (perché scelgo quali e quante schifezze preferisco!)e sono d’accordo con Anna, ce ne sono di migliori: non c’erano muffins, tanto per incominciare, né pane tostato… ma un paio di locali migliori erano stati preventivamente scartati da Cri e me in quanto a rischio di “incontri/ricordi perniciosi”…. sì, chiaro, ci sono di mezzo ex fidanzati…

  2. .mau.

    @Leibniz: Vabbè, la prossima volta facciamo un BarCamp e non se ne parla più :-)
    (comunque io ero al tavolo appena entrato sulla sinistra, praticamente spiaciccato tra la porta e la vetrina)

  3. vb

    Cioè, 22 euro per un brunch (neanche un pasto) e ci sono pure delle cose che devi ordinare fuori menu? A Milano siete fuori di testa :-) A Torino un locale è considerato caro quando fa l’apericena a 8 euro…

  4. Alessandro

    Ehi, la cosa non ti fara’ forse piacere ma gia’ con la Dewdney eri famosino… Insomma, guarda caso gia’ nel mio preistorico corso di laurea eravamo in diversi a conoscerti (ricorderai Andrea e Nicola, ad esempio, rovinati soprattutto dalle Core Wars… ^__^)
    Le foto le mettevi in linea anche quando eri allo CSELT, no?
    Non hai scampo, rassegnati.

  5. .mau.

    @vb: certo che a Milano sono fuori di testa. Però potevi stare nel menu senza problemi, almeno io l’ho fatto, anche se il caffè americano non è il mio forte :-)

  6. Yuri

    Mau, guarda che anch’io ti ricordo per via di usenet (e ricordo anche vb per lo stesso motivo).
    Anche se ad essere sincero, la cosa a volte mi fa sentire una cariatide, soprattutto se mi capita di parlare con persone che non sanno neanche cos’è (anzi, ormai dovrei dire cos’era) usenet.

  7. Marco

    Eheh… certo non mi sono fatto sfuggire la possibilità di salutare il babbo di it.* …
    Comunque il link è da Alice Twain Aka Typesetter, e non Alice di telecom :-)

  8. .mau.

    @paolo: certo, visto che è notorio che il mio elicottero era color antracite (devo trovare dove ho salvato le Elicotteri Neri FAQ di Janis… intanto guardatevele da MdI)

  9. Abi

    Hai conosciuto il Cooked!
    Non avevo mai riflettuto sulla cosa, ma in effetti pure io gia’ ti conoscevo di fama, dai tempi di usenet..
    E talvolta ho pure nostalgia delle BBs, ma dirlo fa tantissimo zeropuntozero ;)

  10. Alessandro

    E’ impossibile aver vissuto una certa epoca senza provare nostalgia delle BBS, fosse solo, beh, perche’ eravamo nettamente piu’ giovani… :-)

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