In Italia, capita spesso che i temi di discussione ricompaiano ciclicamente, giusto perché capita qualche fatto grave e allora tutti si sentono in dovere di estrarre dal cappello le “loro” soluzioni. Così la storia del pedofilo agrigentino ha subito risvegliato le discussioni sulla castrazione chimica, con la destra pronta a cavalcare l’indignazione popolare promettendo il pugno di ferro e la sinistra che parla di “risolvere a monte”, qualunque cosa voglia dire.
Naturalmente nessuno si mette a ricordare che la maggioranza degli abusi su bambini viene fatta da genitori o parenti stretti, perché mi sa tanto che in questo caso la tanto sbandierata approvazione popolare si raffredderebbe un po’ al pensiero “e se lo facessero a me?” Di per sé, se qualcuno vuole scamparsi parte del carcere chiedendo volontariamente una cura farmacologica di quel tipo io non ho nulla in contrario: però renderlo obbligatorio non mi pare affatto bello… forse perché mi torna immediatamente in mente quanto successe ad Alan Turing.
Ultimo aggiornamento: 2008-02-20 10:48
Una mia riflessione è anche che le violenze sessuali si esercitano mediante il sesso, ma per lo più la radice non è sessuale, è violenta. Castrare chimicamente un violento si limiterebbe a traslare questa violenza in altro ambito. Inoltre, io ho provato ad essere “castrata ormonalmente” durante la terapia con la pillola per le cisti ovariche, e per quanto mi riguarda è una cosa che andrebbe equiparata alla tortura e quindi proibita.