Kosovo? non so…

Occhei, dopo il titolo monovocalico un bel pippone, che è un po’ che non ne scrivo più.
Per prima cosa, una constatazione banale. Il Kosovo dove si trova, esattamente? Non vale andare a vedere su ‘pedia, né vale dire “da qualche parte nei Balcani”. Sono comunque quasi tutte montagne, niente sbocchi al mare né grandi fiumi, insomma posti dove o ci sei nato e vissuto o non è che ci vai apposta. Epperò sembra che siano tutti quanti interessati.
Seconda cosa: immaginiamo che una regione italiana a caso, il Veneto :-), decida la secessione unilaterale da Roma Ladrona. Cosa farebbe il governo italiano, di destra o di sinistra che sia? Sono ragionevolmente certo che prenderebbe l’esercito e comincerebbe ad andare da quelle parti a spiegare civilmente la cosa. Qui invece i paladini della libertà come gli USA sono pronti a prendere le parti dei poveri kosovari… Chissà come mai. Forse perché devono fare vedere che loro non ce l’hanno con i musulmani in sé ma solo con quelli cattivi, e il Kosovo è l’esempio preclaro? E come mai non è capitata la stessa cosa con il Kurdistan iracheno? Quale sarebbe la differenza, che mica l’ho capita?
In tutto questo, l’Unione Europea ha mostrato la sua usuale coesione, lasciando libertà di riconoscimento ai vari stati. Ora che c’è Sarkozy, la Francia trova il pieno accordo con gli USA – per il Regno Unito si sa che non c’erano problemi – e i due grandini hanno fatto a gare per essere i primi a riconoscere il nuovo stato. Ad essere contrari sono casualmente gli stati con più spinte separatiste interne, Spagna e Cipro (occhei, Cipro è già separata); stranalmente il Belgio ha invece subito riconosciuto il nuovo stato, probabilmente perché non volevano perdere tempo prezioso nei litigi interni su cosa fare da loro. Più preoccupante il fatto che tutti gli stati della zona (Grecia, Bulgaria e Romania) non sono d’accordo, e ancora più strano il no della Slovacchia che la sua divisione l’ha fatta… ma ammetto di non sapere come sia la situazione delle loro minoranze.
Resta l’Italia. Che facciamo noi? Il nostro ministro per gli affari esteri correnti Minimo d’Alema ha ufficialmente annunciato che sì, adesso dobbiamo cercare un po’ di capire bene le cose, ma in settimana sicuramente riconosceremo il nuovo stato, mentre ci sono i soliti gruppi contrari a prescindere. La sinistra-sinistra si trova stranamente con una posizione unica: ma lì penso sia un banale riflesso pavloviano nel sentire che gli USA approvano la secessione kosovara. L’altro gruppo politico contrario all’indipendenza del Kosovo è, udite udite… la Lega. Sì, i paladini dell’autodeterminazione dei popoli. È vero che i leghisti sono sempre stati filoserbi, perfino durante i bombardamenti Nato su Belgrado; è vero che il Kosovo è la parte meridionale della Serbia, quindi i suoi abitanti sono ipso facto dei terroni; però mi chiedo come poi facciano a chiedere l’indipendenza della Padania. È anche vero che la maggior parte del loro elettorato non credo riesca a fare tutti questi parallelismi.
I miei affezionati lettori invece si saranno accorti che sono stato molto attento a non indicare cosa ne penso io, di tutto questo. La risposta è “per l’ottima ragione che non so che cosa dire”. So che per i serbi quella regione ha forti connotati di unità nazionale – e non mettetevi a ridere perché ricordino con così tanto affetto una sconfitta. Presente la prima guerra di indipendenza italiana? – ma mi sa che ci sia anche qualcos’altro dietro, che però mi sfugge. Quindi sospendo il giudizio, e lascio la palla a voi :-)
Aggiornamento: (20 febbraio) Borghezio è un cattivone, e ha subito pensato bene di darmi torto.

Ultimo aggiornamento: 2008-02-19 10:46

10 pensieri su “Kosovo? non so…

  1. .mau.

    @gf: l’Osservatore Romano di domenica (quello che al momento è visibile, purtroppo mi sa che non ci siano archivi in rete quindi è inutile mettere il link) mi sembrava piuttosto contrario, anche se ovviamente non lo scrive a chiare lettere.

  2. Piotr

    Qualche anno fa, alla maturità (forse “qualche” è un eufemismo, però), dettero un tema tra i più belli dell’istituzione scolastica. Chiedeva di analizzare come mai, in quel fine millennio europeo, si notassero due spinte forti e contrastanti: una verso le grandi unioni (UE, Sud del mondo, tentativi panarabici e panafricani), una veros le frammentazioni (più o meno quelle che hai ricordato tu nel post).
    E’ probabile che chi ha proposto quel tema immaginasse forse una sorta di “ragione unica” per le due pulsioni diametralmente opposte, ma io allora non riuscivo proprio a capire quali potessero essere. E mi sentivo molto vicino agli studenti che dovevano farci la maturità, con un tema del genere.
    Ah, io non l’ho capito neanche adesso, comunque.

  3. ALG

    Gli americani sono favorevoli al Kosovo perché fecero, molto prima del “problema” Torri Gemelle, una guerra per difenderli dai Serbi cattivi di Milosevich. Credo che la posizione di Minimo derivi dalle stesse considerazioni.
    La Lega è contro perché sono mussulmani ed è sempre stato un movimento vagamente razzista (le passeggiate col porco sui terreni delle moschee, giusto per dire). Il diritto all’autodeterminazione lo ha solo la “pura razza padana” e qualche popolo fratello (???)
    @Piotr: non ho mai riflettuto profondamente sul problema spinte unioniste/secessioniste ma credo che derivino da problemi storici. Fondamentalmente nel 800/900 con la nascita dei cosiddetti stati nazionali e poi con il colonialismo c’è stata una tendenza a raggruppare anche minoranze all’interno di territori che si consideravano un’unica nazione e contemporaneamente a frammentare con spartizioni i territori coloniali. Il risultato è una serie di minoranze che per retaggio storico cercano di separarsi dal proprio stato nazionale e di colonie che erano state separate artificialmente e che sento la volontà di riaggregarsi (movimenti africani) oppure di luoghi uniti in epoca coloniale e divisi in molti emirati successivamente che hanno il sogno di tornare uniti (anche con la speranza di acquisire potenza col petrolio). Ovviamente sto semplificando.
    Ciao

  4. iwasadoledadstoyboy

    ciò che secondo me è più importante in tutto ciò è la totale latitanza dell’ONU che non riesce ad esprimere neanche la più timida condanna per la violazione delle sue risoluzioni (sotto la pressione degli stati forti al suo interno).
    anche questa è prova circostanziata dell’imbarbarimento dei rapporti di diritto internazionale. La cosa che più mi preoccupa è che quando la diplomazia fallisce così miseramente non resta altra cosa da fare che far parlare le armi.
    L’ONU si avvia definitivamente al suo declino (ammesso che abbia mai funzionato realmente).
    Quando i trattati internazionali diventano carta straccia sono le consuetudini a dettar legge nei rapporti fra stati. E mi pare che di barbari precedenti (a partire dalle guerre impositive di democrazia) negli ultimi anni ne abbiamo creati fin troppi. Grazie anche al bel gioco dei nostri servili ministri degli esteri.
    La legge adesso non è più del più saggio ma solo e sempre del più forte

  5. vb

    Beh, i serbi sono molto amici dei russi, mentre gli albanesi sono (per ripicca e per ripulsa sia verso i serbi che verso gli ex sovietici) molto amici degli americani. Agli americani non par vero di indebolire i primi e rinforzare i secondi…
    Per il resto, la dimensione dello stato nazionale è chiaramente obsoleta, troppo piccola per governare i fenomeni globalizzati e troppo grossa per amministrare efficacemente un territorio. Alla fine è meglio il modello della “Europa delle regioni”.

  6. Fran

    Forse non sono in grado di commentare seriamente, ma vivo con un Serbo e trovo molto interessante il suo punto di vista.
    A quanto pare, ancora ai tempi di Tito, gli Americani avevano pubblicato un documento in cui definivano il loro piano per i Balcani, nel quale si prevedeva di smontare la Jugoslavia nelle piccole regioni di cui era composta, andando più o meno per gruppi religiosi. Penultimo passo era la separazione del Kosovo, verrà poi la Voivodina (non so come scriverla)… staremo a vedere, ma per il momento va tutto secondo i piani statunitensi.
    Altra cosa estrememente interessante è la copertura mediatica – BBC e CNN mostrano solo immagini patinate di gente ben vestita e contenta – ed una nazione in via di sviluppo – ma che non ha altra economia che il traffico di droga – sarà interessante vedere di che cosa sopravviveranno senza il sostegno della Serbia. Mi fa pensare che se gli Statunitensi decidessero di utilizzare la Sardegna per qualche loro scopo, in un mese o due ci troveremmo la comunità internazionale molto favorevole alla sua indipendenza.
    Poi non so, gli Albanesi hanno una pessima fama, non solo per essere mussulmani, ma per la forma di “setta” che le loro famiglie prendono, parlano una lingua che capiscono sono loro. Il Kosovo non contiene dottori, ingegneri e medici, è un paese di poveri diavoli… che cosa faranno adesso?
    Ieri c’era un articolo su un giornale on-line italiano (mi spiace, non ricordo quale) in cui si intervistava un italiano che si occupa di import-export a Pristina: era contentissimo, la separazione gli ha portato affari d’oro ed è convinto che la presenza di un confine nel bel mezzo della città farà di lui un uomo ancor più ricco.

  7. .mau.

    @Fran: aggià, dimenticavo la Vojvodina, che però, almeno secondo ‘pedia, è un po’ difficile da considerare un’entità univoca.
    Detto questo, però, il fatto che non si capisca come parlino gli albanesi non mi sembra però un punto così discriminante :-)

  8. Fran

    Mi scuso per la scarsa chiarezza sulla lingua. Tendo a non prestare molta attenzione alla cosa, però il mio amico afferma che l’albanese sia molto diverso dal serbocroatobosniaco – ma devo ammettere che alla prima occasione trova anche un sacco di differenze tra le tre che ho scritto tutteattaccate.
    Secondo lui è una lingua incomprensibile, tipo Ungherese e Finlandese, con radici lontane sia dallo slavo sia dal latino.
    Ma non sono per niente esperta di lingue né di politica, ho solo l’impressione che i media ci abbiano fatto sentire più l’opinione di americani e inglesi che le dichiarazioni semplici di kossovari e serbi, per cui ho riportato un pezzettino di quello che conoscevo.

  9. Barbara

    Il serbo e il croato sono molto simili (almeno, i numerosi serbi e croati che conosco chiacchierano senza problemi). Credo che l’albanese sia molto diverso.
    Non so come sia il Kosovo ora. Ho conosciuto una Kosovara (di Pristina) che mi raccontava dei bei tempi, quando i bimbi festeggiavano sia le feste cristiane che quelle islamiche (se ho ben capito rimpinzandosi di dolci). Lei e’ un medico, col marito ingegnere; li ho conosciuti in Canda, dove si erano trasferiti dopo il corollo della Yugoslavia. Temo che, come loro, molti Kosovari colti se ne siano andati altrove.

I commenti sono chiusi.