Leggo su rep.it del tonfo odierno delle azioni Telecom, dopo che l’amministratore delegato Franco Bernabè aveva parlato con i sindacati, e il segretario UILCom aveva subito spiattellato tutto ai media.
Sono abbastanza convinto che la prima versione delle dichiarazioni (“azienda impoverita dal punto di vista industriale ed internazionale e compromessa dal punto di vista finanziario”) sia quella più vicina al vero. Un po’ come i buchi nel bilancio dello stato, chi se ne va via può avere nascosto un bel po’ di roba sotto il tappeto. Però un conto è sapere come stanno le cose, e un altro andare a spiattellarle in giro come ha fatto Bruno di Cola. Se lun’azienda perde valore, il sindacato si trova in difficoltà: e queste cose uno che fa il segretario generale della Uil Comunicazione forse le dovrebbe sapere. E non mi venga poi a dire che erano sue personali riflessioni, visto che non ci crede nessuno.
L’unica ipotesi dietrologica che mi può venire in mente è che UILCom, che per quanto ne so in Telecom è il più debole della Triplice, sta cercando di sparigliare qualcosa. Ma anche così mi sembra un’azione assolutamente da kamikaze: mi sa che non è solo in Parlamento che abbonda la gente con qualche problemuccio nell’immaginare le conseguenze delle proprie azioni!
(vedi anche Quintarelli, che probabilmente gongola)
Ultimo aggiornamento: 2008-02-15 20:13
Beh, i sindacati servono essenzialmente quando le cose vanno male, se le cose vanno troppo bene perdono importanza e quindi si incazzano (vedi la cazziata della triplice a Della Valle per aver concesso un bonus ai propri operai di propria volontà e senza prima negoziarlo con loro). Quindi ci dev’essere un sottile piacere di alcuni sindacalisti nel cercare di portare la propria azienda alla rovina…