Quando il degrado fa bene

Ora che la famigerata modifica alla legge sul diritto d’autore è stata licenziata da entrambe le Camere, l’ottimo Andrea Monti fa notare che tecnicamente un qualunque file MP3 è degradato, e quindi in pratica diventerà possibile scambiarsi qualunque file, purché “per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro”. La cosa purtroppo non vale per le immagini, visto che “bassa risoluzione” è un termine generico; però è sicuramente interessante. È interessante anche il commento dell’ineffabile Enzo Mazza, presidente della FIMI, che se ne esce bel bello dicendo «La legge non ci preoccupa perché sappiamo già come sarà il decreto che fisserà i paletti» (dell'”uso didattico o scientifico” e facendo intuire che il nostro Parlamento non si deve preoccupare, visto che ci penseranno loro a dettargli cosa dovranno scrivere: ma in effetti mettere limiti a quel livello significa rischiare pericolosamente l’incostituzionalità (articolo 33).
È probabile che presto verrà fatta una leggina riparatrice: ma per il momento godiamoci questa piccola libertà.

Ultimo aggiornamento: 2008-01-31 15:25

6 pensieri su “Quando il degrado fa bene

  1. mestesso

    L’ineffabile Mazza è assolutamente corretto: manca il decreto attuativo della legge, che fissa appunto “i paletti”, od in gergo tecnico, definisce in modo più preciso cosa significano le parole “degradato”, “didattico” ed immagino “senza fini di lucro”.
    I decreti attuativi vengono scritti in sede di commissioni parlamentari dedicate, e da loro ratificati. Il testo della legge non verrà mai toccato, solo definito meglio.
    La frase corretta quindi è “Fino a quando non verrà emenato il decreto attuativo godiamoci questa piccola libertà.”

  2. .mau.

    @mestesso: il decreto attuativo – come scritto nella legge – potrà solo spiegare quali sono i “limiti all’uso didattico o scientifico” (indicati esplicitamente nell’articolo che prevede il decreto attuativo), non certo il “senza fini di lucro” (che è noto da altri testi) ma nemmeno il “degradato”, visto che quello non è specificato…

  3. Bubbo Bubboni

    Umm, speriamo.
    Mi sembrava che il nodo del “senza fine di lucro ma con banner nella pagina” non fosse sciolto con chiarezza (chiarezza = senza spendere soldi in avvocato per chiarirlo e/o senza che un giudice dica così e un altro cosà).
    Inoltre è teoricamente vero che tutto il suono digitale è degradato ma sarà il decreto attuativo a dire degradato=xx kbps o =tal algoritmo. Senza considerare che le orecchie si degradano con il tempo…
    L’unica cosa che mi pare chiara, anche senza aspettare il decreto attuativo, è che la [FORMA DI GOVERNO] e il [NOME ISTITUZIONE] sono già degradati e asserviti a loschi interessi quanto basta.

  4. J_B

    Qualunque suono riprodotto (analogico o digitale) è degradato rispetto all’originale. Anche qualunque immagine lo è. Tuttavia ho come il sospetto che questo non porterà alcun vantaggio all’utilizzatore finale e che non ci sia alcuna piccola libertà da godersi.
    p.s.
    Le leggi ed i decreti attuativi non hanno l’obbligo di essere coerenti. Nemmeno con se stessi.

  5. mestesso

    Purtroppo .mau, il termine “senza fini di lucro” NON è definito in maniera chiara.
    Anni fa, caso reale, non inventato: ad un courier (il warez d00d che distribuisce i programmi craccati dai c0ders) fu contestato il fine di lucro perché la sua attività di scambio file permetteva all’imputato di entrare in possesso di programmi informatici che lo avvantaggiavano nella sua attività professionale.
    Insomma, la definizione di senza fine di lucro non è così chiara come sembra…
    Poi non so se il decreto definirà o meno questo aspetto, ma l’ambiguità permane!

  6. Sky

    Sto ancora aspettando che il Governo abroghi la legge per cui devo donare un tot di euro alla SIAE per ogni CD/DVD (ed anche HD) dove registro i miei dati…

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