Venerdì scorso il nostro Gruppo Fruitori Teatro (quindi anche le nostre amiche Marina e Simona, perché io sono un Uomo Molto Fortunato e Beato fra le Donne) è andato al Teatro Studio a vedere quest’opera, che se non erro è il suo primo lavoro teatrale, pubblicato subito dopo la seconda guerra mondiale. Il regista Giuseppe Marini scrive “ho scelto di non accentuare i riferimenti politici e (omo)erotici della poetica” il che, se non ho capito male leggendo la biografia di Genet, è piuttosto scorretto, un po’ come fare Morte accidentale di un anarchico senza accentuare la parte politica :-)
Detto questo, l’impressione che si ha vedendo la rappresentazione è “sono tutti pazzi”. Uso il maschile anche se le attrici in scena sono solo donne: le due serve, con Anna Maria Guarnieri (classe 1933) che sembra una ragazzina in confronto a Franca Valeri (classe 1920), e la “bimba” Patrizia Zappa Mulas che comunque la cinquantina l’ha passata anche lei. Gli è che già di per sé c’è questa storia con le due serve che in assenza della padrona giocano a prendere il suo posto; poi c’è la scenografia, con enormi oggetti che scendono come una serie di deus ex machina a far risaltare ancora di più la scena nuda, con solo un letto e un enorme specchio; infine l’ingresso della Madame su un enorme piedistallo a forma di Bacio Perugina che io all’inizio avevo immaginato essere una gonnona… diciamo che non sono solo i dialoghi a dare l’impressione che tutti lì siano completamente fuori dal mondo. Aggiungo però che alcune scelte di regia, come iniziare a sipario chiuso leggendo fuori campo alcune frasi di Genet a riguardo dell’opera e terminare in maniera davvero improvvisa, sono state molto belle.
Inutile sottolineare la bravura delle interpreti, ma vorrei aggiungere che, rispetto a quando la vedemmo due anni fa in La vedova Socrate, ho visto la Valeri molto più in forma. Complimenti davvero!
Ultimo aggiornamento: 2015-07-10 14:22