ISTAT e Corte dei Conti

Una pessima abitudine invalsa da alcuni anni per la fine dell’anno civile è quella del cosiddetto “decreto milleproroghe”: un lunghissimo decreto legge che serve a mettere a posto tutto quello che non si è riusciti a fare durante l’anno, dando ancora sessanta giorni di tempo per riuscire a votarlo. Quello che c’è di brutto in questo decreto è che al suo interno c’è proprio di tutto, e non si ha mai il tempo di capire se le norme in esso contenute sono valide, inutili o addirittura dannose.
Tra quanto approvato il mese scorso, fa notare Lavoce.info, c’è stato un codicillo pieno di buon senso. Occorre fare un passo indietro e ricordare che l’ISTAT, l’Istituto ufficiale italiano di Statistica, ogni tanto fa delle domande a un campione di persone per poter preparare le sue statistiche. Ricordo ad esempio che una quindicina di anni fa mi arrivò un bel plico dove mi si chiedeva di rispondere a una sfilza di domande sulla mia occupazione post-laurea: come sempre ho rovinato i risultati ;-) Io non ho naturalmente avuto nessun problema a rispondere, ma immagino ci sia della gente che per principio o per pigrizia non lo faccia: bene, la legge (decreto legislativo 322/1989, articoli 7 e 11) prevedeva una multa da 200 a 2000 euro (se privati) o 5164 euro (se aziende) nel caso non si fosse risposto. All’Istat sono delle persone intelligenti e hanno sempre fatto finta di nulla; alla Corte dei Conti sono tutti dei ragionieri, e hanno contestato all’Istat di avere fatto un ingente danno all’erario, qualcosa come 191 milioni di euro. Bene: nel decreto milleproroghe c’è anche una norma che restringe la multa ai soli rifiuti formali, e rende la norma retroattiva.
Ma perché ho scritto che all’Istat sono intelligenti? Beh, pensateci su un attimo. Se qualcuno mi costringesse a rispondere a un questionario, pena una multa, e io non avessi affatto voglia di farlo, la prima cosa che mi verrebbe in mente sarebbe mettere risposte a caso. (Qualcuno di voi magari avrebbe scritto l’opposto del vero, ma io sono più bastardo e preferisco evitare ogni correlazione possibile). Il risultato sarebbe un inquinamento delle risposte, che è sicuramente peggio di avere dei dati in meno: un bravo statistico riesce a ottenere qualcosa anche con dati meno completi di quanto vorrebbe, in fin dei conti, ma non può fare nulla con dati sbagliati.
Insomma, onore a chi ha pensato di sanare questa magagna, e onore a quelli di Lavoce.info che l’hanno resa pubblica, checché ne scrivano quelli di CriticaMente.

Ultimo aggiornamento: 2008-01-23 16:14