Archivi annuali: 2007

I gatti di Schrödinger (libro)

[copertina] (se vuoi una mia recensione più seria di questo libro, va’ su Galileo!)
Io ho sempre avuto il sospetto che la fisica quantistica faccia male alla gente. Già Fritjof Capra col suo Il Tao della Fisica mi aveva fatto sorgere dei dubbi, ma con questo libro, dal sobrio sottotitolo “Meccanica quantistica e visione del mondo” (Davide Fiscaletti, I gatti di Schrödinger, Muzzio – Il piacere della scienza febbraio 2007, pag. 220, € 22.50, ISBN 978-88-7413-149-5) la convinzione si è rafforzata. L’idea alla base del libro non sarebbe affatto male: raccontare delle varie interpretazioni delle equazioni della meccanica quantistica, per vedere se si possono in qualche modo conciliare con il nostro buonsenso. Mi sta anche bene che l’autore abbia una sua predilezione per l’ipotesi di Bohm, o “dell’onda guida”, e che voglia presentare al pubblico tale ipotesi sicuramente molto minoritaria. Però posso garantire che non c’è affatto riuscito. La prosa è spesso pesante, come nell’introduzione, o ridondante, come nel penultimo capitolo dove a un certo punto ero convinto di avere perso il segno e di stare rileggendo lo stesso paragrafo; il tono da evangelista poi dopo un po’ scivola nello stucchevole e fa venire voglia di cassare l’interpretazione di Bohm solo per ripicca. Qualcosa alla fine si riesce a capire, ma bisogna fare molta fatica.

Ultimo aggiornamento: 2007-10-19 11:10

Grande Vittoria Italiana

Leggo sulla Stampa (ma immagino sia ovunque) della “vittoria” ottenuta dall’Italia nel nuovo trattato UE: l’Europarlamento non sarà di 750 deputati ma di 750 più il presidente, e il deputato in più sarà assegnato all’Italia che così raggiungerà il Regno Unito a quota 73, pur rimanendo dietro la Francia che ne avrà 74. Beh, almeno quelle sono le assicurazioni : se poi verranno davvero messe in pratica, chi lo può sapere.
Per il momento la nostra grandeur sembrerebbe però salva… peccato che io non riesca assolutamente a capire quale possa essere la differenza pratica e perché «Così ci collochiamo in una situazione che riconosce il ruolo dell’Italia in Europa» (non lo dico io, lo dice Prodi). Devo essere proprio limitato.

Ultimo aggiornamento: 2007-10-19 10:42

la mia pensione

Oggi a pranzo ho provato a calcolare quale sarebbe la mia pensione in questo momento, sfruttando il sito dell’inps. Il risultato (lordo, intendiamoci) a novembre 2007 è stato 1238.24 euro al mese, che non è moltissimo ma nemmeno poco, considerando che mi mancano diciannove anni e due settimane ai quarant’anni di contributi.
C’è però qualcosa che non mi torna. La mia pensione è calcolata secondo il sistema misto, e non credo proprio esistano dei coefficienti di retrocessione per uno (splendido) quarantaquattrenne quale io sono; quindi non so come siano calcolati quei numeri, il che mi fa temere per il peggio.
(Poi c’è qualcos’altro che non mi torna e mi preoccupa ancora di più: com’è che Telecom mi ha inserito i contributi per i primi mesi del 2007, ma non quelli degli ultimi cinque mesi del 2006?)

Ultimo aggiornamento: 2007-10-18 14:31

Un samba per Sherlock Holmes (libro)

[copertina]
A me gli apocrifi holmesiani come idea piacciono molto. Anzi, per dirla tutta: a me piacciono in genere le parodie, perché costringono lo scrittore a cercare di muoversi intorno ai paletti implicitamente posti dall’autore originale. In effetti, è strano che ai tempi della sua uscita non mi fossi preso questo libro (Jô Soares, Un samba per Sherlock Holmes [O xango de Baker Street], 1996 [1995], pag. 276, € 13.43, ISBN 9788806141776, trad. Daniela Ferioli) con l’investigatore e il fido Watson in trasferta in Brasile, per (non) risolvere un caso di omicidio multiplo. Il risultato, però, mi ha un po’ deluso. Ci sono delle scene molto divertenti, tra cui quelle che seguono i cliché sherlockiani per rovesciarli: ad esempio, le deduzioni del detective sono immancabilmente errate, oppure la dipendenza dalla cocaina viene sostituita da quella dalla cannabis. Soares ha però voluto mettere troppa carne al fuoco. La parte che descrive il Brasile di centotrent’anni fa è interessante, anche se a volte leziosa; ma volere infilare a forza la nascita di tutta una serie di topoi sudamericani, dalla caipirinha alla capoeira, mi è sembrato davvero troppo. Anche la storia raccontata, vista globalmente e non come insieme di aneddoti, è piuttosto debole come giallo, e ci vuole tanta buona volontà per apprezzarla. Una menzione d’onore va invece alla traduttrice Daniela Ferioli. Nell’originale, Holmes parla in portoghese, il che dovrebbe essere umoristico per i brasiliani; inoltre si gioca molto sulle traslitterazioni tra portoghese e inglese che sono due lingue piuttosto distanti. In italiano non era facile riprendere queste distinzioni: la Ferioli ha fatto i salti mortali per le seconde, mentre per la prima ha fatto parlare Holmes con un italiano ottocentesco, scelta di sicuro effetto.

Ultimo aggiornamento: 2007-10-18 11:20

non ci posso credere

L’illusione ottico-mentale che in questi giorni impazza per la rete non è nuova, sono sicuro di averla vista almeno due anni fa: ma non importa, visto che credo diventerà un classico.
Al tempo riuscivo a far cambiare direzione alla ballerina come volevo; in questi giorni ho provato cinque o sei volte, e l’ho sempre vista piroettare in senso orario. Potevo farla cambiare direzione, ma facevo una fatica boia – e mi serviva dell’altra fatica boia per riportarla a girare in senso orario. Nulla di male, intendiamoci: una semplice constatazione.
Ma stasera mi è successo qualcosa di strano. Ho riaperto la pagina per farla poi vedere ad Anna, e ovviamente “Carla” girava in senso orario. Ho passato quei sette-otto secondi per farle prendere l’altro senso, poi sono passato ad altre finestre. Dopo qualche minuto sono ricapitato per caso sulla finestra: Carla stava girando ancora in senso antiorario. Ho riprovato adesso: la stessa cosa.
Temo che il mio cervello riesca a memorizzare per un po’ di tempo l’informazione sul senso di rotazione. La cosa mi fa paura.

Ultimo aggiornamento: 2007-10-17 21:42

stupidi negri

Oggi rep.it e Corsera (prego notare le url delle loro notizie, quanto di più neutrale sono riusciti a fare) danno risalto all’intervista a James Watson, quello del Nobel per il DNA, che afferma che “gli africani sono più stupidi degli occidentali”.
Come sempre se ne ho la possibilità, sono andato a leggere il testo originale. La cosa divertente è che formalmente Watson non afferma mai una cosa del genere: persino una frase come “c’è un desiderio naturale che tutti gli esseri umani siano uguali, ma chi ha avuto a che fare con dipendenti neri non lo ritiene vero” è un capolavoro, perché presa letteralmente implica solo una differenza e non una scala di valori, anche se sono certo che lui pensi davvero che i bianchi abbiano un QI maggiore.
Ma visto che a parlare e sparlare di razzismo sono bravi tutti, me ne frego di Watson e mi metto a vedere le cose da un altro punto di vista. Se scrivo che le donne hanno maggiori capacità linguistiche (o maggiore empatia) degli uomini, faccio un commento sessista? O forse dico semplicemente una stupidaggine? Io vedo due problemi di metodo in un’affermazione come quella sopra: innanzitutto, la difficoltà nel definire cos’è una maggiore capacità linguistica, e peggio ancora una maggiore empatia; in secondo luogo, il fatto strettamente matematico che la variabilità all’interno di un campione di tre miliardi e mezzo di uomini (e di donne) è così ampia che – ammesso e non concesso ci sia effettivamente una differenza statistica significativa – questa non si vede praticamente nel confronto tra due singole persone. Vi faccio un esempio pratico. Supponiamo che io peschi a caso un numero in un’urna contenente i numeri da 1 a 1000 e tu, caro lettore, faccia lo stesso ma la tua urna abbia i numeri da 1 a 1001. Statisticamente tu piglierai un numero maggiore del mio, e se facessimo questo esperimento diecimila volte sono ragionevolmente certo che vincerai più spesso tu. Ma se ci limitiamo a farlo una volta sola, può praticamente capitare di tutto. Oppure le statistiche dicono che i friulani sono più alti dei sardi, ma a tutti noi sarà capitato di trovare un triestino alto un metro e sessanta o un nuorese da 1.90!
Il guaio dell’intelligenza, oltre a quanto ho spiegato qua sopra, è che le misure del quoziente di intelligenza sono state preparate da occidentali e tendono a favorire le caratteristiche degli occidentali, il che porta automaticamente a “scoprire” che gli occidentali sono più intelligenti – salvo poi essere fregati dagli orientali, che non erano stati considerati durante la preparazione dei test. Risultato finale? la cazzata non è tanto quanto affermato da Watson, ma l’idea che l’intelligenza sia una quantità monodimensionale. Per il resto, non ho nessuna difficoltà ad ammettere che la mia intelligenza è diversa da quella di chiunque altro, bianco o nero o verde che sia. Anche quella del “siamo tutti uguali” è una cazzata.

Ultimo aggiornamento: 2007-10-17 17:53

Wash Bubble Bar

Quando dieci giorni fa sono passato a Torino, ho scoperto che in via Cernaia 25 c’era una lavanderia a gettone – e fin qua nulla di così strano, anche se trovarla così sotto quei borghesi portici è un po’ strano. Ma la cosa più strana è che le vetrine erano due, e nella seconda c’era un bar, “di prossima apertura” recitava il volantino a disposizione dei passanti.
In effetti, a pensarci un attimo l’idea potrebbe potenzialmente essere un successone: forse inizialmente più che altro omosessuale, visto che così ad occhio le lavanderie a gettone hanno una clientela più che altro maschile, ma non è detto. Insomma, se esistono i single bar e gli speed date – anch’essi tutti rigorosamente in inglese – perché non sfruttare il tempo passato a far lavare i propri vestiti in maniera più proficua che vedere girare dietro l’oblò quella maglietta rossa e pensare con terrore ai futuri slip rosa che si possederanno?

Ultimo aggiornamento: 2007-10-17 11:13

Paolo Guzzanti è in forma

Continuo a domandarmi perché l’ex-socialista dal rosso capello debba fare dei post i cui titoli sono più lunghi di quelli dei film della Wertmüller, e continuo a saltare quello che scrive sui torti che gli fanno oppure sul Luminoso Futuro della propria Rivoluzione Italiana.
Perché lo tengo nel feed, allora? Perché quando si ricorda di fare le analisi politiche dà sempre degli ottimi spunti (senza nessuna ironia, ci tengo a specificare). Stavolta ci racconta di quello che secondo lui succederà dopo la nascita del PD: niente. Non che sia sempre d’accordo con i suoi ragionamenti: ho ad esempio dei dubbi sul fatto che l’anno scorso abbiano eletto Napolitano «per non concedere mai e poi mai, se Prodi cadesse, il ricorso anticipato alle urne del cui sacro lucchetto è il gran sacerdote»; lo sanno tutti che basta affossare sistematicamente la Finanziaria, e i senatori a vita non basterebbero sempre e comunque, per bloccare tutto. Però il fatto che secondo lui il PD si voglia sganciare dalla sinistra per cercare alleanze verso il centro ma dall’altra parte si sogneranno bene di fare qualcosa è vero; e l’immagine quasi morotea di Forza Italia come «partito monarchico e anarchico» (traduzione: dicono tutti quello che vogliono, ma il Capo è Silvio. Punto) rende bene l’idea. Il punto migliore del post è dove paragona Veltroni ad Augusto, partendo dall’etimologia latina e arrivando alle gomme… ma quello ve lo andate a leggere voi :-)

Ultimo aggiornamento: 2007-10-17 10:20