È dura trovare qualcosa di nuovo sull’argomento “Natale è in arrivo”. I topos classici, dall’anticipo dell’accensione delle luci natalizie alle tredicesime che serviranno a ripianare i debiti, sono ormai stucchevoli. Al Corsera hanno così deciso che il dado era tratto :-) e hanno pensato di rivolgersi alla Scienza, nella fattispecie “al CNR”. È uscito così questo articolo, intitolato pomposamente Gli scienziati studiano la tombola: per vincere bisogna avere 6 cartelle. Sullo studio, non avendolo letto, non posso dire nulla: ma – a parte che mi fido di Ennio Peres che è un suo coautore – quello che sono riuscito ad estrarre faticosamente dall’articolo mi torna. Il guaio è che io ho abbastanza conoscenze matematiche per immaginare cosa c’era scritto in originale, ma questo è il mio campo! Come fa una persona che ha fatto altri studi a capirci qualcosa? Passiamo dunque alla prosa corseristica di Lorenzo Salvia, che è un preclaro esempio di come venga trattata la matematica da noi.
Occhei, probabilmente non si può imputare a lui il titolo. Ma vi sarete chiesti anche voi perché bisogna avere sei cartelle, e non di più. No, non c’è chissà quale teoria sul valore aspettato che cala al crescere del numero di cartelle acquistate. Non arriviamo così in là. Molto più banalmente, il titolo è stato tagliato perché troppo lungo: quello corretto sarebbe stato “per vincere bisogna avere sei cartelle con numeri tutti diversi”, esattamente come chi tiene il tabellone ha sei cartelle con numeri tutti diversi. Detto in altro modo, a parità di numero di cartelle conviene non avere doppioni tra i numeri presenti. Questo è un consiglio sicuramente vero, e se mi verrà voglia – o se qualcuno me la farà venire :-) – magari ne parlerò nella mia matematica light, potrebbe anche servire come giochino per farvi guadagnare due euro. Credo che sia anche vero che le cartelle della tombola siano stampate a gruppi di sei che contengono tutti i numeri senza ripetizioni: ma questo non significa che prendendone «sei in fila» succeda così. La dimostrazione è banale: se quelle numerate da 1 a 6 contengono tutti i numeri, e noi prendiamo quelle da 2 a 7, se anch’esse contenessero tutti i numeri ciò significherebbe che la cartella 1 e la 7 hanno esattamente gli stessi numeri. QED. Ma tanto il nostro ci consiglia di prendere le cartelle «dalla 24 alla 32», cioè nove cartelle :-)
Ma il peggio è come viene descritto l’articolo. Il ricercatore «mette su un modello matematico semplificato: una tombola con soli quattro numeri perché altrimenti il calcolo sarebbe troppo complicato. Poi, con meccanismi che le nostre povere menti non sono in grado di comprendere, estende il modello a una tombola da 90» (grassetto mio). Probabilmente lo studio fa un esempio con quattro numeri, semplicemente perché così si possono contare esplicitamente le combinazioni vincenti e perdenti, e poi passa alla dimostrazione generale fatta in maniera completamente diversa (e non “estendendo”, ma questo sarebbe il meno). Sono ragionevolmente convinto che la dimostrazione generale sia noiosa ma assolutamente comprensibile anche per chi non ha fatto matematica ma è una persona mediamente intelligente: però dire una cosa del genere è assolutamente blasfemo, e fa molto più figo dire che “le nostre povere menti non sono in grado di comprenderla”. Poi ci stupiamo che nei PISA, i test per valutare le capacità degli studenti, siamo sempre in fondo alle classifiche mondiali: da noi dare dell’ignorante scientifico è considerato un valore :-(
Ultimo aggiornamento: 2007-12-04 10:27
(Risatona) Ho letto l’articolo sul corriere, e quando sono arrivata alla frase che hai riportato in neretto mi è salita la pressione… poi mi sono ricordata che bastava aspettare che _tu_ ne parlassi per calmarmi e farmi quattro risate.
Non che ci sia molto da ridere, in realtà. Se hai voglia, potresti anche commentare la storia della “pratica che conferma la teoria”.
cos’è, qualcosa tipo “inutile che mi arrabbi io quando lo fa già qualcun altro”?
Sulla pratica che conferma la teoria, non sarei così cattivo. È vero che queste simulazioni rischiano di creare un fideismo quasi messianico, per restare in tema natalizio, però spesso aiutano a mettere le persone nella disposizione d’animo giusta per convincersi a riprendere la teoria. A suo tempo avevo anche preparato una dimostrazione pratica per il gioco di Monty Hall delle tre porte…
Non ho letto l’articolo e non ho voglia di leggerlo. Se mi avanza tempo cerco di leggere lo studio che magari è più utile. Sul fatto che l’articolo faccia salire la pressione ai matematici (ma non sai quanto mi sale quando leggo io di informatica (e un po’ anche di matematica a dire il vero…)) non ci trovo nulla di strano. La matematica è una roba per sfigati, voglio dire, hai mai visto un matematico al Grande Fratello o a fare il trenino a Buona Domenica?
Oggi la mia acidità è in crescendo.
Ciao
.mau.: esatto: ti arrabbi tu anche per me, e in un italiano più forbito.
ALG: “la matematica è una roba per sfigati”: questa me l’appendo in ufficio. Peraltro, c’era un (ex) matematico a Che tempo che fa, e ha pure scritto un libro. Magari prima o poi .mau. lo legge (così non lo devo fare io).
@Barbara: Son contento che ti sia piaciuta. ;-)
(magari appendila in ufficio nella versione completa! Ho una cattiva reputazione da difendere, io)
mi viene da dire anche una cosa, il fatto di prendere cartelle con numeri diversi lo sapevo (come tutti, immagino) da quando giocavo a tombola da ragazzino.
il problema è secondo me un altro, ossia non tanto vincere un ambo piuttosto che una quaterna. se una cartella costa 1 centesimo, le sei cartelle costeranno 6 centesimi. supponendo 10 giocatori, diciamo 60 centesimi di montepremi da dividere in ambo, terna, quaterna, cinquina, tombola. quando inizierò a vincere, considerando che ad ogni giro pago 6 centesimi?
ma ancora più importante: a voi piace il panettone con i canditi e l’uvetta o senza niente?