Devo sfruttare tutti i modi possibili per tornare nella mia natia città. Così ieri ce ne siamo andati al PalaIsozaki dove si teneva l’edizione torinese 2007 di Golosaria. Fino a sabato, visto il tempo, la gita sembrava in forse: ma qualcuno lassù in alto mi vuole bene, e anche se a Milano, quando a mezzogiorno siamo partiti, il cielo era ancora coperto, a Torino ci siamo trovati una bellissima giornata. Rispetto all’anno scorso, quando gli stand erano a Stupinigi, gli spazi erano molto più ampi, anche se mancava chiaramente la bellezza del luogo. Anna si è molto lamentata per l’assenza del banchetto dove si poteva – pagando il giusto – comprarsi le ostriche da mangiare al volo, ma credo se ne sia comunque fatta una ragione, visto che alla fine avremo speso sì e no cento euro di prodotti vari.
Dopo questo simpatico modo per aiutare l’economia italiana, ci siamo diretti verso il Lingotto, dove siamo stati raggiunti da Maria e Yagoub, per vedere la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli: insomma, qualche quadro – no, ci sono anche due statue di Canova – di quelli che Giuanin Lamiera teneva a casa sua. Sono venti quadri o giù di lì, ma sicuramente meritano. Certo che però va bene che ti dicano che l’ingresso è a partire dalla galleria di negozi 8 Gallery, ma magari un paio di indicazioni in più per capire che devi salire al primo piano e poi lanciarti oltre il cinema non sarebbero state così male. C’era anche una mostra temporanea, di titolo Why Africa? e dedicata alla “Pigozzi collection”, creata da Jean Pigozzi, che si è fatto i soldi con il venture capital e si è dedicato all’arte africana contemporanea. Ah, naturalmente era sottolineato che è di origine torinese… ma per noi sabaudi non c’è nulla di strano ad aggiungere queste note. Non sono riuscito a farmi fotografare vicino alla Bicicletta rurale, visto che come si sa in Italia i musei hanno paura non si sa bene di cosa.
Il bonus non scritto nello spendere i sette euro del biglietto è che si ha la possibilità di uscire sulla pista sopraelevata del Lingotto. Ieri, con il cielo terso dopo la pioggia dei giorni scorsi, era davvero uno spettacolo: c’era un tramonto con dei colori incredibili, e poi garantisco che la curva parabolica è davvero inclinata… se uno è in macchina e non pesta sull’acceleratore si ribalta immediatamente.
Per terminare il pomeriggio e spendere ancora un po’ di soldi – per uno sconto del 5% Anna si è comprata sei bottiglie di vino – siamo finiti ad Eataly, quella che non piace a vb. Io però vorrei plaudire a come hanno rimesso in sesto il vecchio stabilimento della Carpano, un recupero industriale davvero ben riuscito.
Ultimo aggiornamento: 2007-11-26 11:29
Ci sono stato anche io alla pinacoteca: molto bella. Da qualche parte ho letto che una delle due curve del lingotto è parabolica, l’altra ellittica. Ma non so dirti dove l’ho letto (una qualche guida del touring?) né il motivo per cui siano state costruite due curve diverse.
Beh, a me non piace il concetto marchettaro, ma il restauro è effettivamente molto ben fatto; e spero che tu sia andato al piano di sotto a visitare le stanze dove tengono salumi e formaggi a stagionare…
(Comunque, non avessi avuto gente in casa per guardare la partita, avrei chiesto di unirmi alla comitiva…)