prodotto; fattore

Per l’acculturazione del volgo, ecco due nuove parole matematiche. La (scarna) lista completa la trovate su Wikispaces.
La parola prodotto non è greca – non sia mai! – ma latina. Deriva infatti da “producere”, che significa “fare avanzare”, letteralmente “guidare avanti”, con la stessa radice verbale che ci ha dato i conducenti e il Duce. In questo senso il verbo italiano si è trasformato in “produrre”, e abbiamo espressioni come il Prodotto Nazionale Lordo che fa sempre bella mostra di sé nei giornali. La prima occorrenza in italiano, nella forma “produtto”, è del solito Dante.
E allora come mai il risultato della moltiplicazione si chiama prodotto? Colpa dei commercianti. Quelli hanno iniziato a parlare del “prodotto della vendita”, che si calcolava moltiplicando il numero di oggetti venduti per il prezzo unitario. Visto che nel Basso Medioevo e ancora tra Umanesimo e Rinascimento i conti li facevano soltanto loro, il nome è rimasto appiccicato: però paradossalmente fino al sedicesimo secolo non se ne trova traccia: si vede che le moltiplicazioni le facevano solo in latino.
Parlando di prodotto, non si possono non menzionare i suoi componenti, vale a dire i fattori.
Il termine “fattore” fa probabilmente venire in mente il contadino che aveva una fattoria (ia, ia, oh!), o almeno lo faceva venire in mente fino a qualche decennio fa; ora non ne sarei più così sicuro. E in effetti, l’etimologia è proprio quella: il termine deriva dal latino “factor”, “fabbricatore”. Nell’antichità industrie non ce n’erano, solo artigiani, e dunque un posto dove si producevano tante cose era per definizione una “fattoria”. La prima occorrenza in italiano della parola “fattore” col significato di “amministratore di un’azienda agricola” risale addirittura al 1288!
Non che il termine nel senso matematico sia poi così posteriore: già nel 1292 qualcuno ha pensato che i numeri che fabbricavano (facevano) il prodotto potessero essere tranquillamente chiamati fattori. Il bello è che non è stato un matematico a usare per la prima volta questa parola – anche perché nessun matematico avrebbe usato il volgare. Non ci crederete, ma la prima occorrenza matematica della parola si trova in… Dante. Sempre lui, inutile: non possiamo farne a meno.
Per curiosità, aggiungo che “fattoriale”, quell’operazione che a partire da un numero ne ottiene uno molto più grande moltiplicando tra loro tutti quelli da 1 fino a lui, deriva sì da fattore, ma con un giro tortuoso: in effetti, la prima occorrenza del termine (nel 1892) aveva il significato “che si riferisce a un fattore”.

Ultimo aggiornamento: 2007-11-05 11:36

5 pensieri su “prodotto; fattore

  1. Bistecca

    Tutti da non confondere con il fattorupido, che è quello che stanco di “amministrare la terra” ha fatto, vincendolo, un concorso nei carabinieri…
    Non ne conosco i motivi storici, credo abbia a che fare con la paura di ritrovare qualche coccio romano, ma a Torino i centri commerciali non hanno parcheggi interrati, i tre Auchan, le Gru, Ikea ha un parcheggio a palazzo, ma non sotterranei. Fa eccezione l’Ipercoop di Parco Dora e io, amante delle tenebre, parcheggio sempre al livello “-2”. Un giorno esco dall’ufficio e trovo due carabinieri erranti, ché la dritt… ehm, la volante avevano smarrito! Mi avvicinano e, devo dire non senza un giusto imbarazzo, mi chiedono se “per caso” avevo visto un’auto dei carabinieri nel parcheggio… Ho chiesto loro se almeno ricordassero il colore (del settore, non dell’automobile), prima di indirizzarli sconsolato (ma ridevo dentro) all’apposita “mappa”…

  2. Massimiliano

    Suggerimento per futuri post simili: potresti spiegare l’origine di “grado”, “ordine” e “ragione” :-) attendiamo fiduciosi.

  3. .mau.

    moltiplicare deriva dalla Genesi, ovvio :-)
    Andando un po’ più avanti, molti- è chiaro di suo, mentre il suffisso latino -plex (che è quello di duplice, ecc. ecc.) sembra derivi dal verbo plectere che significa “piegare, intrecciare”. La mia ipotesi è che quando inizi a piegare le cose sembra che ce ne siano di più ;-)

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