Francesco “errore di stampa” Storace ci tiene a fare sapere dopo le polemiche dei giorni scorsi il suo punto di vista: «Non sono pentito di questo polverone, ho solo espresso un’idea come prevede la Costituzione».
Presumo che stia parlando dell’articolo 68, che recita “I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni.” Articolo che da lui, come dagli altri 951 deputati e senatori, viene ormai letto solo fino alla tredicesima parola, facendo temere una sindrome di deficit di attenzione. Perché diciamocela tutta: se io avessi scritto le stesse cose, in questo momento al posto di codesta notiziola avreste trovato una pagina “Sito posto sotto sequestro per ordine dell’Autorità Giudiziaria”.
Possiamo discutere sul fatto che le opinioni espresse siano o no passibili di querela, per non parlare di un atto piuttosto definitivo come la chiusura di un sito. Possiamo anche discutere sul fragile equilibrio tra opinione e offesa, e tra diritti e doveri. Resta il fatto che quella che nacque come una (giusta) norma per proteggere i deputati è ormai diventata un abusato privilegio che a me dà ancora più fastidio dei passaggi aerei a sbafo. Ognuno ha le proprie idiosincrasie.
Aggiornamento: (19 ottobre) a quanto sembra, si sta aprendo un’azione penale contro Storace. Adesso basta aspettare, vedere se si arriverà mai in tribunale e vedere che cosa il deputato si inventerà contro “questo attacco nei miei confronti”…
Ultimo aggiornamento: 2007-10-15 09:45
Una si distrae un attimo, e tu subito ti metti a usare codesta a sproposito e fai un pasticcio con i feed, in modo che mi risultano 54 notiziole non lette. Non ci si può più fidare di nessuno :-).