omofobia e deficienza

Con una velocità assolutamente incredibile visti i tempi medi della giustizia italiana, la professoressa palermitana che aveva fatto scrivere per cento volte a un suo allievo la frase “sono un deficiente” è stata assolta.
Per chi si fosse perso la storia, l’anno scorso il ragazzo aveva detto a un suo compagno di classe che stava entrando in bagno “tu non puoi entrare qua, sei un gay”. Più o meno l’opposto di quanto la Gardini fece a Luxuria in parlamento qualche mese dopo. Il padre del ragazzo, non è dato sapere se più arrabbiato perché il suo povero pargolo era stato costretto a prendere in mano carta e penna oppure perché non riusciva a capire il motivo di una simile punizione, sporse subito denuncia, e ancora grazie che si sia limitato alle vie legali. Il pubblico ministero Ambrogio Cartosio aveva poi chiesto per la professoressa due mesi di carcere per “abuso di mezzi di correzione”. Non so: a me tutto questo fa pensare che il ragazzo punito aveva ovviamente dei “modelli” – si fa per dire – dai quali non poteva certo tirare fuori null’altro, e questo non so se sia più triste o più pericoloso. Mi chiedo solo se perlomeno – dopo avere scritto per cento volte “deficente” senza la i – almeno un po’ più di ortografia l’abbia imparata.
Aggiornamento: (9 luglio) Leggi le motivazioni del ricorso in appello del PM.

Ultimo aggiornamento: 2007-06-28 09:26