Con una decina di giorni di ritardo, racconto rapidamente le mie impressioni sulla nuova incarnazione dell’ex-settimanale – ora mensile, con il “+” nel nome che dovrebbe indicare una miglioria – che esce come allegato de La Stampa l’ultimo sabato del mese. Il costo è di trenta centesimi oltre il prezzo del giornale, restando allineato con gli omologhi inserti dei quotidiani concorrenti: c’è però la differenza che mentre il vecchio Specchio era in abbinamento facoltativo in Piemonte, Val d’Aosta e Ligura, cioè nel bacino storico della diffusione del giornale, adesso mi pare che lo debbano comprare anche loro. Le altre differenze esteriori sono nel formato, che è più grande di prima, e nel dorso, che è di nuovo in formato libro, e non semplicemente spillato. Per quanto riguarda il contenuto, secondo la copertina e l’editoriale il supplemento dovrebbe essere dedicato a “innovazione e creatività”, parole che fanno tanto moderno, e tutto il supplemento dovrebbe avere un respiro più ampio di quello del vecchio settimanale. In pratica? Beh, innanzitutto c’è una quantità incredibile di pubblicità. Sulle 264 pagine del supplemento, ce ne sono 105 che sono réclame per così dire “ufficiali”: quindi escludendo redazionali e liste di oggetti trendy, che in fondo sono sempre pubblicità. Sul resto, mancano le rubriche, che comunque erano già state sfrondate negli ultimi mesi di Specchio, e gli articoli sono sempre più visivi e meno testuali. Capisco che fare dei veri approfondimenti non è così facile, ma non riesco esattamente a capire l’utilità che avrei nel leggere questo supplemento.
Un’ultima curiosità: la redazione di Specchio+ si trova a Milano, in piazza Cavour. Ormai Torino conta sempre di meno.
Ultimo aggiornamento: 2007-06-04 15:57