ticketless

È già almeno un anno, forse anche due, che Trenitalia ha introdotto la modalità “ticketless”; in pratica uno si fa dare il codice di prenotazione – pagando ovviamente il giusto – glielo mostra al controllore in treno e quello gli stampa il biglietto. Il servizio è molto utile, anche se a volte ha qualche problemuccio: però si direbbe esserci un problema lessicale. Con la mania di volere scrivere tutto in inglese, sembrerebbe che gli amici di Trenitalia siano incorsi in un erroraccio: non è che tu sia “senza biglietto” (la traduzione letterale di “ticketless”) ma semplicemente “senza biglietto cartaceo”, qualcosa che potremmo dire “paperless” se proprio siamo convinti che l’inglese sia l’unica lingua in cui esprimersi. L’idea è corroborata dall’esistenza di negozi “Free shop” all’interno delle stazioni, che non ti regalano certo la roba né sono stati aperti in spregio alle licenze comunali.
E invece no. Ieri mi è arrivata l’illuminazione. La parola ticket in “Ticketless” non ha l’accezione di “biglietto” ma quella statunitense di “multa”. E in effetti, se ci pensate su, torna tutto: non hai il biglietto cartaceo, ma non ti fanno la multa. Visto come sono acculturati?

Ultimo aggiornamento: 2007-05-14 12:25

Un pensiero su “ticketless

  1. xlthlx

    un casino, e soprattutto non ti fanno aspettare tre mesi per rimborsarti il biglietto ‘ticketless’.
    non avendolo, appunto, non hai multa, ma non hai nemmeno diritto al rimborso immediato…

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