Una gita a… Palazzo Madama

Sfruttando il fatto che oggi e domani Anna è in aula a Torino, ieri pomeriggio ho fatto una microscappata a Torino per vedere il Museo di Arte Antica che dopo quindici anni è tornato a occupare gli spazi di Palazzo Madama (nel frattempo credo che tenessero tutto negli scantinati da qualche parte, visto che io non avevo mai sospettato dell’esistenza di un simile museo fino al 2001, quando fecero una miniriapertura che riuscii a sfruttare)
Sarà stata la giornata di sole, ma continuo a pensare che Piazza Castello fa sempre il suo bell’effetto, anche se continuo a pensare che la sistemazione provvisoria a fiori del 1999 era da urlo. L’interno del palazzo è stato rifatto secondo tutte le norme di sicurezza sognabili: basti pensare che sopra ogni porta c’è tutta una serie di iconcine luminose pronte a indicare le svariate condizioni verificabili, credo manchino solo “invasione di alieni” e “fine del mondo”. C’è un ascensore panoramico all’interno di una delle torri del castello – per i non torinesi, nel Medioevo il palazzo era un castello vero e proprio con tanto di fossato; quando la reggente Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours chiese allo Juvarra di rimettere in sesto il castello, come al solito i soldi mancavano e quindi ci si è limitati a rifarne un lato. Arrivati in cima, si ha un’interessante visione di Torino da un’angolatura che mi mancava; soprattutto san Lorenzo si può vedere in tutto il suo splendore. Dall’altra parte, una scaletta che non si riesce praticamente a trovare ti fa passare attraverso la torre della porta romana – altra cosa che è poco nota, Torino non ha conservato solo le Porte Palatine ma anche le torri della porta orientale (Porta Fibellona), che sono state inglobate dal castello e poi nascoste nella facciata di Palazzo Madama.
Per quanto riguarda la collezione vera e propria, noi siamo dei volpini e siamo riusciti a perderci tutta la parte davvero importante (Antonello da Messina, Van Eyck…) visto che le iconcine sulle porte non indicano affatto un percorso guidato, e io mi sono preso sì il fogliettino con la pianta, ma non l’ho guardato affatto. A noi è piaciuto in genere il pian terreno con tutta l’arte soprattutto piemontese gotica e rinascimentale, anche se Anna si è lamentata “sono tutti minori…” Il fatto è che è interessante vedere delle opere sicuramente non perfette, ma ben diverse da quelle che siamo abituati a riconoscere come “arte italiana”. Anzi, mi stupisco che Bossi non sia ancora venuto a rivendicare qualcosa sull’arte padana. Nel nostro gioco “indovina il nome del santo” ne abbiamo imparato uno nuovo, santa Caterina d’Alessandria (d’Egitto) con la palma in mano e la ruota dentata a fianco. Abbiamo poi scoperto gli “uccisori di lapidi”, i “lapicidi piemontesi” presenti ovunque… [1] Meno interessanti i piani superiori, con pacchi di dipinti dei Savoia al primo piano e collezioni di “arte decorativa” al secondo piano; piacevole anche la parte sotterranea con le varie lapidi, anche se forse potrebbe essere messa meglio. Da notare una testa di Tiberio in bronzo lasciata lì in un anfratto, senza nessuna teca – non abbiamo fatto la prova se ci fosse un sistema di allarme agli infrarossi. La fruizione del museo sembra molto libera, insomma.
Chi non vuole spendere i sette euro e mezzo per il biglietto può comunque apprezzare al pian terreno i resti della porta romana, con un effetto un po’ strano perché ci cammini sopra grazie alle lastre di plexiglass, e lo scalone juvarriano che fa sempre il suo bell’effetto.
Ultima nota, a proposito della mostra temporanea “Sulla via di Alessandro” ospitata al primo piano: non ne vale affatto la pena. Capisco che l’idea era di fare vedere il sincretismo greco-orientale causato dalle conquiste di Alessandro, ma mischiare in quel modo i reperti di regni diversi serve solo a confondere il povero visitatore!
[1] sì, lo so che “-cida” ha la stessa radice di “ceduo”, tagliabile, e quindi sono dei “tagliatori” (non intagliatori, perché tagliano pietra e non legno)

Ultimo aggiornamento: 2007-03-05 17:23

4 pensieri su “Una gita a… Palazzo Madama

  1. D.

    eheh a quanto vedo non son l’unico ad aver perso Antonello da Messina e les tres belles heures…
    Mi e’ anche piaciuto il video nell’atrio (e quindi aggratis) che mostra le differenti tappe del restauro.
    D.

  2. ALG

    Io ci sono stato sabato e mi sono curato di non perdere nulla (ma ho perso comunque qualcosa!).
    Concordo su tutta quello che hai detto tranne per la mostra temporanea su Alessandro Magno che ho deciso di saltare dopo pochi secondi
    Ciao
    Luka

  3. ALG

    So cosa hai scritto e so cosa ho scritto.
    Il tranne si riferisce al fatto che, non avendola vista tutta, non mi sento di esprimere un giudizio.
    [rumore di unghie sugli specchi]

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