La mia vicina me l’aveva già detto mercoledì, ma sono riuscito a vederlo solamente oggi. Anche alla fermata Abbiategrasso della verde è stato finalmente messo un cestone per il riciclo dei free press. Una cosa che aspettavo da un pezzo, e che almeno in teoria dovrebbe servire a mantenere un po’ più pulite le stazioni. Per una volta non sono poi così scettico, almeno vista l’esperienza in giro per le stazioni milanesi: gli imbecilli ci sono sempre, ma la maggior parte della gente ricicla tranquillamente la carta, basta che non debba fare troppa fatica :-)
Ultimo aggiornamento: 2007-03-02 11:44
Mah, sul “riciclaggio” della carta sono sempre stato scettico. Come in tutte le catene complesse è difficile tirare fuori delle stime precise, ma ci sono dei fattori che non sono mai presi in considerazione:
– quasi tutta la carta è fatta con cellulosa di piante coltivate apposta (in pratica risparmiando carta non salvo alberi)
– il processo di lavorazione del riciclaggio è inquinante
– i costi per la raccolta differenziata sono alti (vuol dire tenere su una catena logistica solo per la carta)
– il prodotto finale è di pessima qualità e solo utilizzabile in certi ambiti
– la carta effettivamente ingombra come rifiuto, quindi qualcosa bisogna farne… sarebbe così scandaloso mandarla in un inceneritore, dirottando i costi aggiuntivi del ricliclaggio sul miglioramento delle emissioni?
Io non so se quello che ho scritto è completamente sensato, ma non sopporto il non vedere mai un dibatto in tal senso. Si parte dal presupposto, perché inculcato fin dalle scuole, che riciclare è bello e nessuno si chiede se effettivamente è la soluzione migliore. Anzi, se si parla di inceneritori si grida al mostro (vedi Grillo), di nuovo senza fare un’attenta analisi costi benfefici. Cos’è meglio, ad esempio, un inceneritore con emissioni controllate che riscalda 1000 appartamenti, o mille riscaldamenti autonomi controllati a malo modo?
Vabbeh, basta, per un commento è già fin troppo sbrodolante.
Beh, bruciare la carta negli inceneritori non eliminerebbe appunto il problema della raccolta differenziata, no? :-) E – come chiunque abbia un camino sa – bruciare la carta non è il massimo della vita, visto che la quantità di cenere generata è tanta: quindi non sarebbe così facile migliorare le emissioni dell’inceneritore.
Concordo che la carta generalmente è ricavata da alberi coltivati apposta; credo però che il processo di riciclaggio sia inquinante soprattutto se vuoi fare della carta di qualità, non quella da giornale. (Beh, naturalmente presuppongo che ci sia un trattamento dell’acqua usata nella fase di riciclaggio, che è davvero tanta).
Beh, la raccolta avverrebbe assieme al materiale che già va negli inceneritori, quindi non comporterebbe troppi costi aggiuntivi.
Il punto comunque è che in problemi di questo tipo vedo sempre solo due approcci:
– menefreghismo da parte dei non “verdi”
– soluzioni basate esclusivamente sul loro appeal ambientalista (riciclare è bello, il sole è pulito, gli inceneritori fanno schifo, il nucleare no, etc…)
Mai che veda una attenta valutazione di ciò che sia sensato e sostenibile fare (e non è un problema solo italiano, una volta tanto).
Il discorso è molto complesso.
Dico solo che i costi/benefici vanno elencati tutti.
a) I giornaletti freepress sono fatti con carta riciclata: se si riesce a chiudere l’anello (io uso carta riciclata che proviene dal giornale stesso usato) questo è un target che permette SEMPRE di guadagnare in termini economici, proprio perché è un sistema chiuso
b) la quantità di calore generata dalla carta bruciata è scarsa. Provate a casa a bruciare un sacchetto di plastica e vedete la differenza ;). Inoltre provate a comparare la quantità di rifiuto generata: carta batte plastica 10:1. E provate a pensare a quanto costa sbattere via la cenere! Inoltre, le emissioni della carta bruciata bene sono CO2 puro, già stiamo in passivo pesante con Kyoto..
c)”Cos’è meglio, ad esempio, un inceneritore con emissioni controllate che riscalda 1000 appartamenti, o mille riscaldamenti autonomi controllati a malo modo?”
LA classica frase che non dice nulla. Se i 1000 riscaldamenti autonomi sono a metano (a Milano quasi tutti) la risposta giusta è la seconda ;)
a) = invenzione moto perpetuo
b) siamo in passivo anche perché ci ostiniamo a non usare centrali nucleari (inoltre chissà perché certe cose sono ignorate dall’ipcc http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=87&Itemid=29 e http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2007/02_Febbraio/02/newton.shtml )
c) altro mito che non si può discutere, senno rientri nella categoria inquinatori senza scrupoli: “il metano è buono”
A Roma i cestoni nelle stazioni della metro sono praticamente degli sconosciuti.. finora li ho trovati solo ad Ottaviano.