Questo libro (Roger Penrose, La mente nuova dell’imperatore [The Emperor’s New mind], Rizzoli 20022 [1989], pag. 622, € 10.50, ISBN 8817865524, trad. Libero Sosio) lo definirei di “filosofia della scienza”; Penrose tratta una quantità incredibile di argomenti – dalla computabilità secondo Turing alla meccanica quantistica, alla fisiologia del cervello – per cercare di rispondere alla domanda “la nostra coscienza è limitata dal teorema di indecidibilità di Gödel?” che poi è un modo diverso di dire “la coscienza è qualche cosa di algoritmico oppure no?”. Il percorso mostrato nel libro è estremamente interessante e spiegato con relativa chiarezza, per quanto possano essere chiari i temi trattati; vale la pena di leggere il libro semplicemente per quello. Le conclusioni filosofiche di Penrose mi paiono invece piuttosto deboli. Intendiamoci: non che io abbia la Risposta, anzi; però l’idea che la mostra mente possa operare a livello quantistico e quindi non abbia i limiti gödeliani mi pare un po’ troppo ad hoc per potere essere considerata valida razionalmente e non fideisticamente. La traduzione è scorrevole, ma almeno nella prima edizione rilegata che ho letto alcuni termini tecnici – “supercorde” invece che “superstringhe” a pagina 9, “calcolo lambda” invece che “lambda-calcolo” a pagina 79 – sembrano essere stati tradotti senza verificare come sono effettivamente chiamati in italiano. Inoltre in vari punti (pagine 168 e 171, e nell’ultimo capitolo) si trova logaritmico invece che algoritmico: non è che siano proprio dei sinonimi…
Ultimo aggiornamento: 2016-03-31 20:13
“…come sono effettivamente chiamati in italianO”
Perfettamente d’accordo.
Penrose spiega molto bene, in questo libro c’è la migliore popolarizzazione della macchina di turing che abbia mai visto.
Hai letto “Goedel, Escer, Bach” di Hofstadter? Secondo me li’ c’e’ la miglior divulgazione del teorema di Goedel, del suo reale significato e delle sue implicazioni… a mio parere mooolto meglio dell’apparentemente piu’ autorevole Nagel & Newman della Boringhieri (non solo in termini di efficacia divulgativa: secondo me “La Prova di Goedel” contiene un reale vizio di interpretazione del teorema di Goedel…)
Guarda i casi: l’ho anch’io letto da poco.
Lo ho trovato molto bello come libro divulgativo, meno come saggio filosofico.
Consigliato a chi vuole farsi un’infarinatura delle ultime teorie matematiche e fisiche (quorum ego)