Alla fine ci siamo passati san Silvestro al cinema, a vedere questa joint venture tra la Dreamworks e la Aardman (per l’inclita, quelli che hanno fatto la saga di Wallace and Gromit e Galline in fuga). Essendo un film di animazione, Giù per il tubo (in originale, “Flushed away”) ha la sua dose di famigliole con bambini, che presumo si siano divertiti: io mi sono scompisciato dalle risa, ma completamente fuori sincronia con loro. D’altra parte, la storia si dipana in maniera assolutamente prevedibile, con il topo di compagnia Roddy che viene buttato giù dalla sua casa di Kensington e finisce in una Londra sotterranea ricostruita dai topi “di sotto” riciclando tutto quanto arriva nelle fogne, e dopo una serie di avventure conquisterà l’amore di Rita. Quello che è favoloso, a parte la qualità dell’animazione, è la quantità di riferimenti a film di tutti i generi, buttati lì come nulla fosse. Il mio preferito è quello con i due lumaconi (i lumaconi sono il leit-motiv di tutto il film, tra l’altro) che ripetono la scena di Lilli e il vagabondo mentre mangiano gli spaghetti, con un risultato finale un po’ diverso: il tutto lasciato come sfondo alla scena principale, tanto per dare l’idea di come gli animatori hanno lavorato.
Ultima nota: i titoli di coda non finiscono più, da quanta gente è stata impegnata nella produzione. E a guardare i cognomi si vede davvero la globalizzazione: non solo i “banali” americani, ebraici, ispanici, giapponesi ma anche coreani e uno indubbiamente arabo. Almeno qua vanno d’accordo…
Ultimo aggiornamento: 2007-01-02 15:52
Confermo che i bambini si sono divertiti.
Non posso che concordare. Anche a nome dei bambini.
Non l’ho visto. Però ti segnalo che i coreani ormai sono per l’animazione american/giapponese quello che i cinesi sono per la nostra industria manufatturiera…