Anche Anna ed io, come Massimo Manca, abbiamo più o meno graziosamente evitato il pressante invito delle falangi armate della Colletta Alimentare. E il motivo è esattamente lo stesso: la carità pelosa, quando sei costretto a farla, dal mio punto di vista non conta nulla.
E poi vogliamo parlare dei prodotti (non deperibili) mai sentiti negli altri 364 giorni dell’anno che “casualmente” spuntano il giorno della Colletta?
Ultimo aggiornamento: 2006-11-26 10:44
Tipo che vi siete beccati anche voi la stessa fanciullina all’Esselunga che a me ha detto:” Ma come? Non vuole regalare del cibo ai bambini poveri?”.
Glissons… :(
A mio parere la vera genialata è farla alla fine del mese, quando ormai si è a fine stipendio e si compra già solo lo stretto necessario per se stessi…
Quali sono i prodotti a cui ti riferisci?
Considerazioni sulla bontà o trasparenza del banco alimentare a parte, la parola “costretto” è ipocrisia pura al 100%: non hai voluto aderire, come del resto tu o chiunque altro è libero di fare, e non l’hai fatto.
Dal vocabolario della lingua italiana: “costringere, sottomettere alla altrui volontà, forzare una azione.”
Tu l’azione non l’hai fatta. Carità pelosa? Libero di pensare così. Ma per favore, non tirarmi scuse insostenibili!
Un conto è dire: non so dove vanno a finire e perché le cose che compro. Un’altra cosa la comoda copertura “non lo faccio perché sono obbligato”. Ah, perché se tu sapessi che tutto va a chi deve andare e nessuno marcia sopra, tu non lo faresti perché ti costringono?? Mi sembra infantile, come comportamento.
Sto cazzo: quante cose fai, e facciamo, perché siamo veramente costretti? Pagare le tasse, dire di sì al capo, il favore alla moglie. E se uno è veramente sincero con se stesso, chissà quante altre oltre a queste.
Sicuramente non il banco alimentare.
Un poco di sincerità per favore. Almeno in un blog. Ormai solo lì trovo la sincerità. Ma la mia è anche una illusione. Nessuno è mai veramente sincero sempre.
Perdonami il mio tono severo, ma a me viene l’orticaria per cose del genere, specie da persone che non reputo essere ipocrite, anzi. Consideralo un rimprovero per affetto.
In una lingua parlata, non è così strano avere un senso metaforico di un termine… e come avrai notato non ho affatto accampato scuse del tipo “non so dove vanno i soldi”, che dal mio punto di vista sono più ipocrite – vedi alla voce “Son s’cioppaa”.
Mi dispiace solo non avere fatto caso quest’anno alle confezioni presenti all’Esselunga: prometto che l’anno prossimo rimedierò.
AAAAAAAAAAHHH!! Benefic*I*enza? Vabbe’, il De Mauro te lo passa come “forma alternativa”…
Comunque quest’anno c’erano anche al Lidl: che consacrazione per il mio discount preferito! (L’avranno consacrato perchè c’è un Papa tedesco?)
stamattina, dopo avere riletto il titolo, ero andato a vedere se domenica mattina dormino davvero più del solito, poi ho controllato l’esistenza del lemma e mi sono tranquillizzato.
> In una lingua parlata, non è così strano avere un > senso metaforico di un termine.
Nel parlato appunto, qui si scrive ;).
Vabbè, son fiscale lo so, è un mio difetto.
@mestesso (fa un po’ senso…)
tanto per essere fiscale: cercami sul sito della colletta alimentare gli ultimi bilanci; io non li ho trovati: ho trovato soltanto un eleco corposo di cariche societarie, ma qui come in tanti altri siti interessanti non si trovano mai i bilanci fiscali.