verso la censura

La notizia secondo cui Google sarebbe indagata per concorso in diffamazione aggravata per avere tenuto nei suoi server il video dei vessatori del ragazzo down non è una semplice idiozia. È molto peggio. Se passasse il concetto, questo sarebbe la fine di un qualsivoglia sistema di aggregazione automatica di dati, almeno per l’Italia. Un conto è dire che io sono responsabile di quanto scrivo su questo blog (cosa che del resto è vera); un altro conto è dire che devo verificare tutto quello che raccolgo in giro, il che equivale a dire che devo fare un “controllo preventivo” (un sinonimo di “censura”) di tutto quello che passa da me. Io lo posso fare perché uso poca banda, ma un qualunque tipo di servizio in grande scala no. L’unica cosa che mi viene in mente è che i due PM vogliano semplicemente farsi un po’ di pubblicità: i commenti di Fioroni riportati nell’articolo di Repubblica che ho citato – tra l’altro, lui nella cosa c’entra esattamente quanto me, è Gentiloni e al limite Amato quello direttamente interessato – mi fanno capire ancora di più che non è detto che con la Moratti si fosse toccato il fondo per quanto riguarda il ministero della Pubblica Istruzione.
Un paio di altri blog a riguardo: vb (che da buon piemontese subito fa l’esempio del proprio orticello :-) e Quinta (con cui in parte non concordo col suo giudizio contro il Tg2: per una volta, l’idea di vedere Google Video come una biblioteca non è male come metafora. Che poi il giornalista non sappia che anche se i server sono negli Usa ci possa essere un reato anche per la legge italiana è purtroppo normale)

Ultimo aggiornamento: 2006-11-25 17:47

3 pensieri su “verso la censura

  1. .mau.

    google (non solo la parte video, ma anche il motore di ricerca standard) ha copia di tutti i documenti, tanto che uno può chiedere la copia cache e non il risultato di ricerca. Ergo, è una biblioteca :-)

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