Io domenica a Roma avrei anche tentato di comprarla, ma le due edicole dove sono passato l’avevano entrambe terminata. Così, visto che tanto oggi ero a Torino, mi sono preso una copia “come deve essere” della Busiarda, vale a dire con tutte le cronache piemontesi. Ecco i miei commenti, in ordine sparso.
Dimensione: sono pazzi a fare un quotidiano di novantasei pagine in un solo fascicolo. Già Repubblica mi sta un po’ sulle palle, ma qua si esagera. Dov’era il problema nell’avere le trentadue pagine torinesi come fascicolo separato? Stanno ancora tremando al pensiero di quello che era successo ai tempi della prima riduzione di formato sotto Mieli?
Colore: mah, non ho mai capito bene quanta sia l’effettiva utilità, e soprattutto la copia che avevo io non era sempre bene allineata, il che porta a un brutto risultato.
Articoli e impaginazione: qui tremavo, ma ho invece visto che il risultato è ottimo. La pagina mi pare riempita bene, le notizie hanno tutto il loro bello spazio. Poi è chiaro che siamo sulla Busiarda, che se parla dell’omicidio a Napoli di un pregiudicato si affretta ad aggiungere che anni fa il fratello del morto era stato anche lui ucciso… a Torino; ma quello è ormai parte del gioco. Ho dei dubbi sul font usato: mi sta molto bene uno con le grazie, ma quello lì (è forse un Tahoma?) mi pare un po’ meno leggibile. Buffo che ad esempio Specchio dei tempi ora occupi in assoluto più spazio di prima.
Insomma, non è detto che la cosa andrà così male, anche se continuo a pensare che non ci sia una vera volontà di tornare ad essere un quotidiano a respiro nazionale.
Ultimo aggiornamento: 2015-07-10 14:22