Un giallo dove gli investigatori sono tre storici spiantati (Fred Vargas, Chi è morto alzi la mano [Debout les morts], Einaudi Stile libero noir 20062 [1995], pag. 254, € 11, ISBN 88-06-18266-8, trad. Maurizia Balmelli) promette di essere sui generis. E in effetti la storia, anche se tecnicamente ha tutti gli stilemi del giallo, è molto più interessante come racconto sui vari personaggi che si dividono la scena: oltre ai tre storici, lo zio di uno di loro, ex poliziotto cacciato non si sa bene perché e il nuovo ispettore, la cantante d’opera con suo marito, la gestrice dell’osteria lì accanto e suo fratello… e naturalmente il faggio piantato nel giardino di casa della cantante. D’altra parte, se un imbranato come me ha capito chi era l’assassino arrivato ai due terzi della storia, è chiaro che dal punto di vista giallistico non ti puoi aspettare molto. Ma la godibilità è altrove: nei dialoghi tra i tre storici (gli “evangelisti”, visti i loro nomi Marc, Lucien e Matthias) e lo zio, dialoghi di una freschezza e una spontaneità davvero piacevole e resi generalmente bene in italiano. La Vargas riesce invece meno nel raccontare i pensieri: è come se l’introspezione le mancasse un po’. Ma complessivamente direi che il risultato è più che accettabile.
Ultimo aggiornamento: 2006-10-19 10:06
Ti consiglio anche gli altri di Vargas. Deliziosi.
Anche io ho letto un libro di vargas, sotto i venti di nettuno. molto belle le ambientazioni, specialmente la parte che si svolge in Canada, i personaggi minori (tipo la poliziotta Retancourt, così grande da riuscire a nascondere un uomo dietro la schiena, senza che gli altri lo vedano- è una scena divertente, devo dire, e un po’ improbabile). Carino anche il protagonista, un uomo fragile, direi: si vede che il giallo è scritto da una donna. Ma la storia non mi ha convinto granchè e infatti non ho avuto il coraggio di comprare altri libri della stessa autrice. Ho come l’impressione che le manchi qualcosa dal punto di vista narrativo e che tutto poi si riduca a personaggi che sono un po’ stereotipati. Giudizio troppo severo?
“Parti in fretta e non tornare.”
E’ il migliore.
Almeno di quelli tradotti da Einaudi. In lingua originale ce ne sono un sacco.