<em>Off Broadway</em> (mostra)

La mostra al Pac chiuderà il 17 settembre; domenica Anna mi ha chiesto se volevamo andare a vederla e io ho quasi immediatamente accettato, pur immaginando a che cosa sarei andato incontro. Off Broadway è una collettiva di giovani fotografi – che poi tanto giovani non sono, ce n’è uno che ha due anni più di me – dell’agenzia Magnum. Il foglietto esplicativo spiega che la mostra è «una blanda coalizione tra creatori di immagini profondamente individualisti», che io traduco come “da soli non ce la facciamo a farci fare una mostra, magari tutti assieme sì”. È vero che io sono assolutamente refrattario alle foto, se non in casi eccezionali, diciamo uno scatto su venti presentati: quindi non prendete come oro colato questa mia recensione. Però scoprire che Rosso, l’«opera creata site specific per la mostra milanese» (è sempre l’anonimo estensore delle note che lo fa presente) è un’ecografia di un cuore durante un’operazione, pardon, «il cuore pulsante di Off Broadway, organismo che ha preso corpo nelle sale del PAC», mi ha fatto capire che i cinque euro di ingresso che ho speso avrei potuto sfruttarli meglio. Le uniche installazioni che mi sono abbastanza piaciute sono Landscape, una serie di scatti di distruzioni varie – guerra, inondazioni e altre tragedie – e Propaganda, un video con spezzoni ultrarapidi di immagini di politici che serve per costruire un’impressione in chi lo guarda. In tutto, un po’ poco.

Ultimo aggiornamento: 2006-09-12 12:13