Chi vive a Milano è probabile che sia andato qualche volta a comprare da Esselunga. Un paio di settimane fa Altroconsumo ha persino affermato che il negozio di via Cagliero è il più economico di Milano. Secondo me hanno semplicemente provato tutti i punti vendita a meno di 1500 metri dalla loro sede milanese, perché è l’unica possibilità logica che ci sia per avere provato quel punto vendita; ma non divaghiamo.
I supermercati del signor Caprotti hanno sempre avuto una politica peculiare: avevano iniziato con i prodotti low cost con il marchio Fidél, poi sono passati a quelli di qualità brandizzati (bleah) con il marchio Esselunga; avevano tirato fuori la carta di fidelizzazione, con il poco fantasioso name “Fìdaty card” e gli sconti per chi aveva la carta; da qualche mese non c’è nemmeno più il blocchetto degli sconti, ma essi vengono calcolati automaticamente facendo la spesa con la carta, il che è anche una comodità. Lo so, la si paga con il fatto che sanno quello che compri: ma su questo ognuno deve fare delle scelte. Una delle cose che però sta capitando ultimamente è vedere dei bollini gialli “20%” “30%” “40%” che indicano la percentuale di sconto sul prodotto (per chiunque), e la scritta “il prezzo sulla confezione è già scontato”.
Domenica eravamo al supermercato di viale Zara a prendere due cose, e ho anche comprato una confezione di erba gatta, che aveva il bollino “30%”. Guardo il prezzo, che era 80 centesimi tondi, e faccio un po’ di conti. Per raggiungere questo prezzo, quello originale doveva essere di 1.13 euro che – come tutti quelli che frequentano un supermercato sa – non è così probabile. Ho quindi dedotto che all’Esselunga i bollini di sconto sono solo degli specchietti per le allodole. Ma io sono notoriamente pignolo, e mi sono ricordato che la settimana scorsa avevamo comprato la stessa confezione con solo il 20% di sconto. L’erba era stata buttata via, ma il cartoncino intorno era stato messo nel sacchetto della carta per essere riciclato con calma. Così, arrivato a casa, tiro fuori il cartoncino, già tutto goduto: e scopro che il prezzo era 91 centesimi, il che torna perfettamente con l’ipotesi di un prezzo ufficiale di 1 euro e 13 e sconti variabili. Insomma, almeno in questo caso, io ho peccato di cattivi pensieri!
Ultimo aggiornamento: 2006-09-11 17:16
Ussignur che mi stai diventando
andreottiano!… :pp
Io sono notoriamente un andreottiano: lo sanno tutti!
A me una cosa che fa veramente arrabbiare è il fatto che spesso, troppo spesso, articoli vari, di vari reparti, passano in cassa ad un prezzo maggiore di quello esposto.
E non accade in un posto particolare, accade all’Ipercoop come da Auchan o all’Unes o da MediaWorld, sugli alimentari come sui cavi scart…
Me ne sono accorto perché ormai da parecchio tempo non faccio più spese “grosse”, ma piccoli acquisti, le poche cose che mi servono, e così un giorno che mi aspettavo di spendere una cifra e il conto era diverso mi sono preso la briga di mettere la spesa in uno di quegli armadietti con la chiave e di rientrare a controllare.
Ora faccio la spesa con la calcolatrice e cerco di memorizzare il più possibile i prezzi di quello che compro e se il totale non torna blocco la cassa finché non mi fanno pagare il prezzo esposto.
Anche perché la cosa che mi fa arrabbiare di più e che mi fa sospettare che la cosa non sia esattamente involontaria è che hanno sempre una scusa pronta: “l’offerta finiva ieri”, “il cartellino giusto è finito sotto”, “hanno scritto ‘al chilo’ invece di ‘al pezzo'” e così via… Da quando ho cominciato a farci caso e a farmi ridare i soldi, hanno sempre tirato fuori una qualche giustificazione. Magari ho visto troppi episodi di Colombo, ma quando uno ha l'”alibi pronto” io mi insospettisco…