A chi si chiede com’è possibile che un libro di Bollati-Boringhieri costi solo otto euro, rispondo subito che è ipertascabile. Ma quel che è peggio – o forse meglio? – è che il testo vero e proprio del libro (Kurt Gödel, La prova matematica dell’esistenza di Dio, Incipit 3 – Bollati Boringhieri 2006, pag. 123, € 8, ISBN 88-339-1679-0, trad. Edoardo Ballo) è di tre pagine, tutte di formule logiche, e se proprio si vuole esagerare ci si può aggiungere un’altra decina di pagine prese dai suoi quaderni di appunti. Il resto dovrebbero essere spiegazioni su come funziona la prova ontologica che Gödel ha usato per dimostrare l’esistenza di Dio, sulla scia di sant’Anselmo d’Aosta, Cartesio e Leibniz. Il guaio è che qui casca l’asino. La nota introduttiva di Robert Mettihew Adams che accompagna la dimostrazione è per me assolutamente incomprensibile, e non certo per colpa del traduttore. L’introduzione di Lolli risulta chiara ma è principalmente storica; nella postfazione Odifreddi odifreddeggia come al solito con le sue battute antireligiose da cui non si separa mai, ma bisogna dire che dà un’ottima e chiara spiegazione della tesi gödeliana nel caso di un mondo finito; la spiegazione di perché la cosa non funzionerebbe nel caso infinito in compenso mi sembra più che altro un tentativo di intorbidare le acque, non avendo una forte controdeduzione. Molto meglio su quest’ultimo punto il testo di Roberto Magari allegato come ultima parte del libretto (e dove il correttore di bozze si deve essere alla fine arreso, vista la presenza di un paio di refusi). Il logico rivede l’impianto della dimostrazione e conclude che la tesi è solo infinitesimamente più credibile delle ipotesi; insomma, si fa fatica a credere (nel senso religioso) agli assiomi usati da Gödel.
Ultimo aggiornamento: 2016-03-31 20:14
Bene, ho deciso che NON lo leggerò. Ammesso di ottenere ancora il permesso di leggere ;)