Strade e autostrade piemontesi

Ieri Anna e io siamo andati fino a Mondovì a trovare i miei amici Paola e Flavio, farci un’amabile mezza giornata di chiacchiere, con una di quelle mangiate tali che non ho neppure cenato – e questa la dice lunga, considerato che persino il giorno del mio matrimonio il desco serale è stato poi imbandito. Ma qua sono a parlare non tanto di cibo e chiacchiere, quanto della parte relativa al viaggio. Andare da Milano a Mondovì non è un viaggio da prendere a cuor leggero, visto che ci sono tante possibilità, tutte tragiche. ViaMichelin mi consigliava come percorso più breve di prendere l’autostrada fino a Torino, girarmi tutta la tangenziale ed entrare sulla Torino-Savona: il tutto in due ore e mezzo. L’alternativa più breve consisteva nel partire verso Genova, uscire ad Alessandria e farmi Acqui Nizza Canelli: cinquanta chilometri in meno e un’ora in più di viaggio.
Visto che la prima ipotesi non teneva conto dell’effetto-toboga sulla Torino-Milano e la seconda mi pareva impraticabile, ho pensato a un piano C: giù per Genova, svolta verso Alessandria, arrivo a Santena ed allaccio sulla Torino-Savona. Assolutamente improponibile da un punto di vista topologico, ma sufficientemente rapida. Così partiamo, ed entrati in autostrada attacco la signorina del GPS. Viaggio tranquillo, fino a quando c’è il primo bivio per Alessandria, che ci fa passare. Mi sorge un dubbio: abbasso la scala della cartina per vedere il percorso completo, e scopro che la sua idea era di arrivare a Voltri, fare un pezzo dell’Autofiori e tornare in su. Ci penso un attimo, e decido che in fin dei conti a quest’ora si può rischiare. Effettivamente non c’era traffico e in due ore e mezzo siamo arrivati al casello. Sono però stato colpito da quello che ho visto sul tratto appenninico da Savona a Ceva. Prima di parecchie gallerie, c’era una struttura che assomigliava tanto a un enorme pannello solare e che infatti avevo preso per tale; solo dopo essere entrato in galleria mi sono accorto che in realtà era uno specchio, per illuminare i primi 200 metri usando meno elettricità: e in effetti molte lampade inizialmente erano lasciate spente. Mi è sembrata una trovata intelligente.
I guai ci sono però stati al ritorno. Scartata per ovvie ragioni l’idea di tornare via Savona-Voltri, abbiamo preso l’autostrada in direzione Torino. A Marene, però, ho pensato che forse potevo evitare la triangolazione e farmi la statale fino ad Asti est. Errore. Mi sono trovato con una colonna sui cinquanta all’ora, tra i locali che ogni tanto entravano ed uscivano dalle vie laterali e una macchina della GdF che non doveva probabilmente stanare alcun evasore. Il tutto mentre la signorina, nonostante avesse a disposizione dai sei agli otto satelliti, si è inspiegabilmente e inderogabilmente persa. A un certo punto ho spostato la visualizzazione dalla mappa alle info GPS, e ho scoperto che stavo decollando, anche a una velocità verticale niente male. Sono arrivato fino a 1770 metri sul livello del mare. Ritornato a guardare la mappa, ho fatto trekking sui prati, nuotato sul Tanaro, e perfino fatto un percorso sui binari della ferrovia, prima di rimettermi del tutto in sesto qualche chilometro dopo essere entrato in autostrada. Non so, forse non ama il Roero.
A proposito di autostrade: sulla Torino-Savona c’è già lo svincolo della A33 verso Cuneo, mentre il pezzo che porterebbe ad Asti è ancora più o meno in alto mare. Ma quello che non capisco è che a un certo punto la statale 231 si deve spostare per lasciare spazio a un pezzetto di autostrada perfettamente terminato e con i cartelli indicanti lo svincolo di Alba est! Ma chi è stato a ordinare già i cartelloni?

Ultimo aggiornamento: 2006-06-12 12:09

7 pensieri su “Strade e autostrade piemontesi

  1. Apis

    Io abito qualche decina di chilometri a sud di Milano e, per motivi che non sto a spiegarti, vado spesso a sciare nelle Alpi vicino a Mondovì.
    Beh, la fregatura di tentare un Asti-Mondovì diretta l’ho presa una volta e mi è bastata. Da allora ho accertato la strada di gran lunga migliore è quella che tu avevi pensato orginariamente: raggiungere la Brescia-Torino, un pezzo di tangenziale e poi Torino-Savona. Normalmente in meno di due ore e mezza sono sui campi di sci.

  2. .mau.

    se fossero fissi (a) servirebbero a poco (b) sarei stato proprio fortunato a passare nel momento in cui illuminavano la galleria.
    L’interessante sarebbe capire se sono orientati con una formula teorica (stile meridiana) oppure con sensori che scoprono dov’è il sole…

  3. francesco

    Frequento quelle zone piuttosto spesso e risiedo nel comasco :)
    La via piu’ breve rimane il toboga della torino-milano e poi la tangenziale. Al limite tagli dentro torino facendo il lungo dora e poi corso casale, il sabato mattina, ad esempio, non funziona male. Contro il traffico conviene A7->A21->A6.
    Il giro da Asti non e’ male: fai tutta la fondovalle Tanaro, poi vai su da Monchiero e scendi su Alba attraversando le terre del Barolo. Panoramico, raccomandabile soprattutto in autunno. Da Alba a Asti e’ superstrada con una normale propensione al controllo autovelox.
    Gli specchi della Torino-Savona mi paiono fissi ed hanno una discreta propensione ad accecare in discesa verso Savona. L’idea che possano essere altro rispetto a pannelli solari non mi dispiace e cerchero’ di indagare quanto prima!

  4. vb

    comunque gli specchi ci sono da parecchi anni.
    sulla to-sv ci sono anche parecchi segnali luminosi alimentati da pannelli solari.
    sul percorso, io faccio spesso da marene ad alba per lavoro, e che vedere l’autostrada semifinita ma chiusa mentre si è in colonna a cinquanta all’ora dietro all’infinita fila di camion è veramente irritante.

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