Oggi c’è stato il voto di fiducia al Senato. Tutti i senatori a vita – finanche Andreotti – hanno votato a favore del governo Prodi II, tra i fischi e gli insulti della Casa del Riconteggio, come si legge su Repubblica.
Ma il migliore (si fa per dire) giudizio è quello dell’ingegner Castelli sul voto favorevole di Ciampi: «ora non è più il presidente di tutti». Perfino Schifani si è dissociato da lui… Il problema non è tanto il far notare a Castelli che in effetti Ciampi non è più il Presidente; credo che questo sia l’effetto-Silvio da cui anche i suoi sodali fanno fatica a guarire. Quello che non mi piace per nulla è il concetto implicito nel giudizio del padano ex-produttore di ispezioni ministeriali: che cioè sia impossibile per una persona avere delle idee ben precise, ma essere in grado di fare qualcosa di diverso da esse ritenendo che così sia in genere meglio per tutti. O forse mi dite che – molto più banalmente – Castelli se l’è legata al dito con Azeglio?
Ultimo aggiornamento: 2006-05-19 16:34
Comunque, in generale, non mi sembra corretto che la fiducia al governo sia stata determinata (o sbaglio?) dai voti di senatori degnissimi ma non eletti dai cittadini; essendo i due schieramenti così vicini numericamente, farebbero bene a godersi il vitalizio – riconoscenza del popolo italiano per i loro illustri servigi – occupandosi dei nipotini (cosa che per altro aveva detto di volere fare Ciampi).
non è così semplice.
Lasciamo stare la storia “ma nel 1994 il Berlusconi I è passato coi voti dei senatori a vita!”, visto che è pretestuosa (votarono sì in tre, e no in tre).
Il fatto è che la Costituzione ha voluto mettere questa norma bizzarra (bizzarra solo perché abbiamo un bicameralismo perfetto, altrimenti potrebbe avere senso) dove il Senato, formato da persone che in teoria dovrebbero avere un po’ di sale in zucca, è ampliato con queste persone che in un modo o nell’altro hanno rappresentato l’Italia.
Se si vuole cambiare la Costituzione è un conto (ma anche la riforma che voteremo tra un mese li mantiene: vengono ridotti a 3 ma solo perché il Senato è anche contestualmente ridotto), ma per il momento hanno gli stessi diritti e doveri verso il popolo italiano.
Tra l’altro, visto il regolamento del Senato se si fossero astenuti sarebbe stato come se avessero votato contro: e sono certo che Silvio, o almeno i suoi amici, queste cose le sanno bene. Se poi invece non si fossero presentati, Prodi avrebbe ancora avuto la maggioranza: ecco la vera ragione per cui le critiche sono pretestuose.
I senatori a vita sono senatori, con tutti i diritti e tutti doveri che competono loro.
L’unica differenza rispetto agli altri senatori è che sono nominati dal presidente della repubblica e che il loro mandato è a vita.
La presenza di organi o istituzioni non elette non è infrequente nelle democrazie: si può portare ad esempio la camera dei lord britannica (seppur con competenze ridotte rispetto al passato ha sempre funzioni molto importanti) o la magistratura in quasi tutti i paesi.
Da ultimo va sottolineata la curiosa attitudine mentale della Cdl, per la quale un senatore a vita potrebbe essere titolare di un elettorato passivo, mentre non di un diritto di voto attivo.