Sono in ritardo sul commento di quest’opera di Marivaux, visto che siamo stati a vederlo venerdì scorso allo Studio, appollaiati nel terzo anello della gradinata: non si capisce bene perché, visto che c’erano pacchi di posti liberi anche in platea, ma quando Anna aveva prenotato le avevano detto che non c’erano altri posti disponibili. Mi sa tanto che il sistema del Piccolo Teatro “io intanto fermo N biglietti, poi con calma decido che fare, tanto posso confermarli anche solo due giorni prima” non sia esattamente ottimale.
Abbiamo scelto l’opera per una ragione banale: la regia è di Toni Servillo. a mio parere uno dei migliori attori in circolazione. Devo ammettere però che la messa in scena mi ha lasciato molti dubbi. Servillo ha scelto di rendere la commedia come se fosse un gigantesco carillon: asciutta, con ingressi e uscite dei personaggi precise e puntuali come in un orologio, e giocando moltissimo su sguardi ed espressioni (il che non è stato una gran bella cosa dalla postazione in cui eravamo appollaiati; aggiungiamo poi che ci mancava la visione del retroscena dove passavano con regolarità alcuni personaggi di cui vedevamo solo le gambe).
La “colonna sonora” è naturalmente funzionale alla messa in scena: un continuo, lento “tum… tum…” che dopo qualche minuto ha cominciato a farmi innervosire, ma mi sono dovuto sorbire fino in fondo, inframmezzato solamente da qualche assolo di batteria che indicava la fine di una scena.
Per quanto riguarda i protagonisti, Servillo è al solito stato bravissimo, oltre ad essersi scelto il ruolo del servo, meno presente in scena ma indubbiamente più consono al suo stile; Anna Bonaiuto è stupenda nella parte di Araminta; meno incisivo Andrea Renzi – Dorante.
Ultimo aggiornamento: 2006-01-26 15:28