di chi è la colpa?

Oggi pomeriggio verso le due stavo tornando a casa. Ero fermo al semaforo all’incrocio di via Keplero con via Taramelli con la mia bella freccia a destra; scatta il verde, e Anna mi chiede perché non parto. Dopo due secondi lo capisce: c’era un vecchio in bicicletta che tranquillamente mi ha superato sulla destra, proseguendo dritto.
Ora è assolutamente possibile che nella zona fosse stata lanciata una qualche arma segreta per aumentare l’imbecillità congenita; nei due minuti precedenti mi ero trovato uno che ha aspettato il rosso per attraversare in auto a tre chilometri l’ora corso Marche, e un altro che ha fatto retromarcia nella carreggiata centrale di viale Zara, tagliandomi la strada mentre stavo attraversandolo col verde, per fare tranquillamente manovra ed entrare – ovviamente contromano – verso via Abbadesse. Il primo per la precisione aveva l’aria di essere stato ipnotizzato e controllato remotamente, il secondo stupitissimo che esistesse qualcuno al mondo oltre a lui. Ma in fin dei conti la cosa non era così preoccupante: a parte il fatto che ce li avevo davanti e quindi era facile vederli, alla peggio avremmo rovinato due automobili, senza però farci male.
Col ciclista la cosa è diversa. Magari non sarebbe successo nulla, visto che ho preferito andare sul sicuro anche se così ad occhio ce l’avrei potuta fare a svoltare. Però ho cominciato a capire che forse, quando capita che un ciclista venga travolto da un camion il cui autista ha detto che non l’aveva visto per nulla, forse potrebbe anche essere vero. Oggi era una bellissima giornata luminosa e senza troppo traffico, io avevo segnalato regolarmente la mia intenzione di girare, eppure se non fossi stato più che attento avrei potuto finire nei guai. Come avrei potuto dimostrare la mia innocenza?
(Ah, io da buon ciclista urbano quando sono sulla destra e vedo un semaforo scattare al verde, io mi fermo piuttosto, per essere certo che l’auto davanti a me non decida di svoltare freccia o non freccia. Quindi so bene di cosa sto parlando)

Ultimo aggiornamento: 2006-01-14 17:38

6 pensieri su “di chi è la colpa?

  1. gp

    Il ciclista ha la precedenza e saresti stato tu nel torto, però non so cosa dica il codice della strada: mi baso sull’esperienza di Berlino. Ma pensa anche nel caso fosse stato un tram. O tu fossi stato sulla corsia sinistra di una strada a due corsie. E’ un po’ come se tu dovessi guardare a destra e aspettare che passi il pedone che vuole attraversare: con i ciclisti è peggio, perché devi controllare _bene_ dietro di te che non ne arrivi uno da lontano. E infatti gli automobilisti ti aspettano anche se sei distante. Ad ogni semaforo, tuttavia, c’è il segnale per terra di stop per la pista ciclabile (che non è detto che ci sia la pista, ma all’incrocio di solito vedi dove “incolonnarti” con la bici).

  2. .mau.

    se ci fosse stata una pista ciclabile, il ciclista avrebbe avuto la precedenza proprio come un pedone. Ma la pista ciclabile non c’era… lui avrebbe dovuto portarsi sulla mia sinistra, avendo io indicato che stavo per girare.

  3. maxmem

    ahi ahi ahi. Ahi anzi hai ragione, ma ci fai troppo caso :)
    Son cose che ci disturbano quando siamo già nervosi per altri motivi.
    Saluti

  4. gp

    Uhm. Come fa un ciclista a mettersi alla tua sinistra? Se, dietro a te, c’è una colonna di auto che non svolta a destra, attraversato il semaforo il ciclista si troverebbe al centro della carreggiata e non so con quali rischi riuscirebbe a riportarsi a destra.
    Secondo me, bisogna ragionare come con un pedone: aspettare che egli passi l’incrocio. Il pedone ha il suo semaforo che gli garantisce la precedenza su di te, così pure il ciclista: se manca il semaforo per la bici, il suo valido è quello delle auto.
    Certo se a Milano si facessero gli incroci con un minimo di criterio tutti questi problemi non ci sarebbero. Ma non ho mai visto che, mentre passo un incrocio, devo controllare chi alla mia sinistra volta a destra.

  5. .mau.

    Io mi porto alla sua sinistra, cioè verso il centro della strada, parto insieme a lui e mentre lui gira io mi rimetto sulla destra della carreggiata: garantisco che in questo modo non rompo le palle a nessuno.

  6. daRkSidE

    Checché ne dicano (vedi http://darksidegarden.altervista.org/wordpress/archive/2006/01/15/weekend/#comments), non sono un ciclista milanese. Probabilmente non ne avrei il coraggio.
    Tuttavia non posso che condividere, da automobilista, la difficoltà a vedere ogni cosa e a prevedere i comportamenti dei ciclisti. Nel dubbio, comunque, a differenza dell’automobilista medio, non ho problemi a decelerare e a sorpassare o a evitare solamente quando le condizioni consentano il sorpasso del ciclista.
    Ma ovviamente non si può non biasimare in ogni modo i comportamenti più gratuiti che spesso alcuni ciclisti assumono, come ad esempio l’ignorare la presenza delle piste ciclabili o come quello che hai tu stesso descritto.

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