Il libro (Mauro Pesce, Le parole dimenticate di Gesù, Fondazione Lorenzo Valla/Mondadori 2004, pag. 814, 27, ISBN 88-04-51347-0) prometteva bene: una raccolta di detti attribuiti a Gesù e non presenti nei vangeli canonici. Ho così deciso di comprarmi il libro, non preoccupandomi del pacco di note al testo: un po’ di filologia non fa mai male. Però le mie speranze si sono infrante man mano che leggevo. Lasciamo perdere le decisioni di quali possano essere “parole di Gesù” e quali no; questo lo posso anche far passare come scelta dell’autore. Ma innanzitutto c’è stata la scelta di usare solo testi greci e latini (messi come testo a fronte, magari per far vedere quanto si è bravi a tradurre… e nelle citazioni latine, usando la u minuscola al posto della v), saltando i brani in copto e in altre lingue che ad esempio ci avrebbero dato tutto il Vangelo di Tommaso. Poi se c’è un autore, chessò Girolamo, che cita un brano dal Vangelo degli Ebrei, il brano è citato due volte: prima come Vangelo degli Ebrei, poi come Girolamo. Non importa che siano le stesse parole. Frasi che appaiono in decine di testi, come “Siate cambiavalute accorti”, sono commentate decine di volte. Insomma, una specie di centone senza un vero filo logico.
Ultimo aggiornamento: 2005-11-25 09:58
peccato lo volevo prendere pure io
pesce è il mio prof di storia delle religioni e sembra un tipo in gamba
Magari dal tuo punto di vista può essere più interessante… ti consiglierei però di dargli una sfogliata prima di prenderlo :-)