Pièce scritta nel 1942 da Eduardo basandosi a suo dire su un aneddoto realmente accadutogli, la storia racconta di Ludovico, che torna in patria per reclamare la sua “eredità”: il padre infatti aveva vissuto come beneficato di una famiglia, e lui ritiene di avere diritto ad avere lo stesso posto. Detta così, la cosa sembra essere assurda, e probabilmente lo è anche: però la commedia è molto amara, con Ludovico che mostra impietosamente come le relazioni fossero molto più complicate di quanto sembrasse all’inizio. Eppure Ludovico non ce la fa ad uscire dalla spirale, e l’unica che romperà questo ricorso storico sarà la giovane Bice, anch’essa mantenuta dalla famiglia.
La commedia, come ho detto, è molto bella. Però ho una serie di appunti da fare sulla regia. L’inizio è troppo lento, addirittura scolastico nella recitazione: deve entrare Leopoldo Mastelloni nella parte di zia Dorotea per riuscire a fare partire davvero la scena. I cambi scena con i due domestici che fanno una specie di balletto sono poi francamente inutili, e di nuovo rallentano il flusso. Ciò detto, oltre a Mastelloni c’è da sottolineare la bravura di Geppy Gleijeses come Ludovico Ribera: recitazione da “cattivo” e rompipalle, proprio quella che ci voleva per colpire il pubblico. Memorabile il duetto con Umberto Bellissimo nella parte dell’avvocato. Gli altri interpreti, a parte Margherita di Rauso che anche in una piccola parte come quella di Caterina è riuscita a distinguersi, non mi hanno detto molto. Marianella Bargilli (per i gossippari: è la compagna di Gleijeses, e ha partecipato al Grande Fratello 3 – qualcuno credeva ancora venissero tutti dalla strada?) era partita molto bene come Adele, ma nel secondo atto le poche apparizioni mi sono sembrate meno incisive; Gabriella Franchini – Margherita non mi è proprio piaciuta; quanto a Valentina Tonelli, le do il beneficio del dubbio in quanto debuttante, e perché nelle prime scene si era mossa bene.
Ultimo aggiornamento: 2005-10-09 17:48
La commedia è piaciuta tantissimo.
Grande affetto di pubblico.
Il cast, seppure ancora in rodaggio, è ben amalgamato e compatto.
Molto incisivi sono i personaggi di Ludovico Ribera (Geppy Gleijeses) che con la sua verve e probabilmente la sua esperienza, riesce a rendere normale ciò che altrimenti sembrerebbe paradossale.
Bravissimo Antonio Ferrante nei panni di Ernesto.
La sua è una piccola parte, ma di sicuro è molto incisiva.
Carini e simpatici i “balletti” per il cambio di scena che servono a sottolineare la routine e l’abitudine della casa, oltre che l’infatuazione che Caterina ha per Ernesto.
Troppo esagerata e sopra le righe (tanto da renderla quasi insopportabile) l’interpretazione di Margherita con i suoi alti e bassi, con quel suo voler emergere ad ogni costo, alle volte anticipando anche i tempi del pubblico, visto che ne conosce già la reazione alle azioni che porta in scena.
Si capisce benissimo che nonostante la sua piccola parte vuole distinguersi, ma lo fa in maniera sbagliata e troppo sopratono.
Mi ha stupito molto l’interpretazione di Marianella che conoscevo solo per via della sua partecipazione al Grande Fratello.
Bravissima nei gesti e nei movimenti, bravissima nella dizione e nell’accentuare i lati da “single” del suo personaggio.
Seppure ha una piccola parte è molto ben curata tanto da renderla caratteristica e molto molto ben fatta.
Bravissimo anche Umberto Bellissimo (e qui siamo daccordo) soprattutto nel duetto, incisivo ed efficace.
Superbo Leopoldo Mastelloni nell’interpretazione di zia Dorotea, soprattutto in Amarcord, molto toccante