Storace ci tiene a far sapere che ci saranno ben 35 milioni di dosi di vaccino per l’influenza aviaria.
Io non sono uno di quelli (che esistono, purtroppo) che vanno a chiedere “e gli altri 23 milioni di italiani?” Preferisco chiedermi come mai la prelazione per queste dosi (che immagino non sia stata gratuita, non foss’altro che perché tutti questi vaccini non si preparano dall’oggi al domani) sia stata fatta con un atto amministrativo del ministero. In pratica Storace ha deciso che potrebbe esserci una pandemia, e senza dire niente a nessuno ha pagato una quantità di denaro non identificata, oltre che impegnare altre risorse sempre non meglio identificate.
Mi chiedo inoltre se poi andrà a finire che saremo costretti a comprare noi questi vaccini, giusto per non lasciarli andare a male…
Ultimo aggiornamento: 2005-09-19 17:51
storace ritiene che gli altri 23 milioni di italiani non siano polli.
non so se tale stima l’abbia desunta dai sondaggi elettorali, ma può essere.
Mah. Storace non m’è stato simpatico, però avevo letto (su Repubblica, e ben prima delle dichiarazioni di Storace sul famoso “non è questione di “se”, ma di “quando”…”) che l’Italia preoccupava le istituzioni sanitarie europee perchè esse stimavano che servissero un numero di dosi almeno pari al 10% della popolazione, e l’Italia ne aveva invece solo lo 0,3% o giù di li. sempre quell’articolo raconatava che invece Francia e Germania ne avevano circa il 30%, e poi su, fino a Belgio e qualche paese scandinavo che toccavano il 60% o oltre. Credo che abbia voluto allinearsi a quest’ultimi.
Beh, metterla così (“Storace ha deciso che potrebbe esserci una pandemia e senza dire niente a nessuno ha pagato una quantità di denaro non identificata”) è quanto meno curioso, poiché anche chi non è addentro al mondo della sanità, dovrebbe intuire che “se scoppiasse una pandemia, gli ospedali sarebbero sopraffatti dal numero di pazienti. Le scorte di vaccini e di farmaci si esaurirebbero rapidamente, lasciando esposta all’infezione gran parte della popolazione.” [Fonte della citazione: Le Scienze, maggio 2003]… Insomma, in cinque anni questo governo ne ha imbroccata solo una, la legge antifumo, forse siamo in presenza di una seconda (e diciamocelo, inaspettata) cosa buona…
Ammesso e non concesso che ci sia una pandemia (cosa di cui continuo a permettermi di dubitare, visto cosa è capitato in questi ultimi anni), il fatto resta che le persone da vaccinare sarebbero quelle a rischio (diciamo appunto il 10% della popolazione). A questo punto non si fa una prelazione: si comprano direttamente sei milioni di vaccini e si stabilisce un calendario di vaccinazione.
Sirchia disse di essersi uniformato ai protocolli epidemiologici. In sostanza, la vaccinazione “ampia” servirebbe a consentire l’identificazione rapida di focolai di influenza aviaria. A quel punto si radunano gli infetti e si bruciano, suppongo, visto che gli antivirali sono delle gran mazzolate quanto a spesa sanitaria…
Storace e’ troppo impegnato con la superpillola per aggiornare i suoi dati… Sempre che sappia leggerli.
Totalmente raffreddato come sono ho omesso due dettagli:
i) non mi sembra che esista vaccino per l’influenza aviaria, si parla del solito vaccino per l’influenza comune…
ii) quello che si teme e’ la famosa mutazione del virus nell’ospite umano, per questo si temono improvvisi focolai di influenzacce strane.
Almeno cosi’ mi sembra di ricordare, ma quando si cola muco sulla tastiera anche la memoria e’ incerta…