<em>Gli Schwartz</em>

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Non so esattamente come giudicare il libro (Matthew Sharpe, Gli Schwartz [The Sleeping Father], Einaudi – Stile Libero Big 2005 [2003], pag. 300, € 14.80, ISBN 88-06-17286-7, trad. Matteo Colombo). Sharpe si deve essere sicuramente fumato della roba buona, perché non si puo onestamente dire che non ci sia una trama, ma spesso più che di commedia si dovrebbe parlare di immaginismo; il tutto all’interno di una famiglia ebrea col padre in coma, la madre – che aveva già divorziato da lui – scappata all’Ovest, e due figli adolescenti, Chris sessuomane senza fortuna e Cathy in preda a una conversione mistica verso il cattolicesimo. A loro si aggiungono una serie di comprimari le cui vicende si intrecciano tra di loro e con gli Schwartz, con battute a volte fulminanti e uno spaccato di vita nella provincia dell’Est statunitense. La traduzione è generalmente ottima e rende bene sia lo stile di Sharpe che le battute, il che non era affatto semplice: ci sono però un paio di svarioni, quando Lila parla di matrimonio al posto di divorzio, e l’Atto di Carità che è diventato di Amore.

Ultimo aggiornamento: 2005-09-06 11:30