<em>Monstrous Regiment</em>

[copertina]Diventa sempre più difficile parlare di un libro di Pratchett senza ripetersi troppo e senza svelare la trama. In questo ventottesimo libro del Discworld (Terry Pratchett, Monstrous Regiment, Corgi 2004, pag. 494, Lst. 6.99, ISBN 0-552-14941-1) ci troviamo a Borogravia, un paese montagnoso e in genere sfigato che segue i dettami pazzi di un loro dio e che è in guerra con tutti i suoi vicini, e più precisamente sul punto di perderla. La protagonista è Polly, una ragazza che si traveste da uomo e si arruola per cercare suo fratello: non solo per amore fraterno, ma anche perché in quella nazione una donna non conta nulla. La storia ovviamente fa venire subito in mente l’Afghanistan: non svelo la trama – che è però meno coesa del solito, mi tocca dire – ma non c’è problema a svelare che i temi sono quelli delle differenze sociali tra uomini e donne e della vita militare. I collegamenti con gli altri romanzi del ciclo sono pochi: Sam Vimes con Angua, e William de Worde, il giornalista dell’A-M Times con il fotografo vampiro Otto Criek.
Non posso però esimermi dal citare la battuta che mi ha fatto piegare in due dalle risa, dopo qualche secondo per riuscire a capirla (chi vuole che gliela spieghi, mi scriva in privato). Polly è davanti a Vimes, in missione speciale, il quale dice “Ze chzy Brogocia proztfik!”, al che Polly lo guarda stupita. Il dialogo prosegue con Polly che perplessa chiede: “Perché mai ha detto che è un pancake alla ciliegia?” “Come? Non ho detto di essere un cittadino di Borogravia?” “No. Brogocia è un pancake, Borogvia la nazione”.

Ultimo aggiornamento: 2005-08-05 11:20

2 pensieri su “<em>Monstrous Regiment</em>

  1. Storiedime

    Ma da dove inizia la saga ? Perché mi rompe le scatole quando ci sono questi serial-romanzi e non si sa da dove inizino !!! Dovrebbero numerarli !

  2. .mau.

    si comincia trenta libri prima con The colour of magic. È anche vero che MR si può leggere anche senza avere letto i libri prima: in genere le storie sono autocontenute, e questa lo è anche più del solito. Però se uno non è abituato allo stile di Pratchett, anzi all’evoluzione del suo stile, magari si perde un po’…

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