Cosa potete fare a uno che candidamente confessa “a me sarebbe sempre piaciuto leggere un libro storico con protagonisti Socrate, Buddha e Confucio, che sono più o meno contemporanei. Visto che non esisteva, l’ho scritto io”? Ecco, questo è Gore Vidal. In questo tomo (Gore Vidal, Creazione, Fazi – Le Strade 2005, p. 718, € 18.50, ISBN 888112579X, trad. Stefano Tummolini, titolo originale Creation, 1981-2002), già che c’era, ha deciso che la voce narrante fosse Ciro Spitama, nientemeno che il nipote di Zoroastro, che racconta i suoi incontri al suo lontano parente… Democrito. Non si fa mancare nulla, insomma; anzi in questa nuova edizione è riuscito a fare riaggiungere qualche centinaio di pagine che il curatore gli aveva fatto togliere. Vidal ama questi grandi affreschi, dove può permettersi di raccontare la storia come la vede lui: ad esempio le guerre greco-persiane sono narrate da parte di questi ultimi. Ma il vero filo conduttore è la domanda “come è nato l’universo? chi o cosa l’ha creato?” con tutte le risposte dei vari saggi e filosofi del tempo, e forse lì nascoste anche quelle dei moderni.
Il libro si legge molto piacevolmente nonostante la mole; in un paio di punti il traduttore si è però perso nell’intrico dei personaggi, attribuendo la battuta a quello sbagliato. Capita anche ai migliori, anche se scrivere però “calcolare usando le figure” è triste.
Ultimo aggiornamento: 2005-07-11 15:09