Leggo da un’Ansa che Alcatel, Ericsson, Nokia, Philips e Siemens lanciano un appello alla UE per “promuovere l’innovazione”. Per chi non l’avesse capito, questa “promozione” si otterrebbe solo evitando quelle noiose diatribe per evitare l’approvazione definitiva della direttiva per la brevettabilità del software. Infatti nel loro documento comune sottolineano “l’importanza accordata alla possibilità di brevettare delle invenzioni da applicare al computer”.
Da questo si deducono alcune cose. Innanzitutto, un telefonino è ormai un computer, nel caso qualcuno non se ne fosse ancora accorto. Inoltre – e questo è il punto che mi preme di più – non si vuole più definire l’innovazione come “qualcuno che ha una nuova idea” ma come “qualcuno ha brevettato l’idea”. Il brevetto costa soldi e soprattutto non è alla portata pratica di una persona qualsiasi. Cosa succederà, insomma? che le grandi società potranno scambiarsi tra loro le licenze d’uso dei brevetti come fossero figurine, e l'”innovazione” sarà limitata a quello che loro vorranno. Bel futuro, vero?
Ultimo aggiornamento: 2005-07-04 15:11
Concordo che il tutto sia alquanto triste, ma l’idea di difendere i brevetti per aiutare l’innovazione non è poi così aliena. I soldi sono sempre un enorme incentivo. I problemi sono altri: brevettare un algoritmo non è come brevettare un frullatore, inoltre l’innovazione oggi è diventata molto più veloce di quando le leggi sulla proprietà intellettuale sono state pensate. Ma queste cose le sai, quindi è inutile che te le ripeta :)
Poi, non potrò fare altro che unirmi a te nello sconcerto quando dopodomani vedremo il parlamento eropeo ignorare bellamente il problema e avallare un’altra direttiva liberticida.