Non vorrete mica togliermi il pippone, vero? Tanto ci sarebbe stato in ogni caso…
Per prima cosa, il sì ha perso inequivocabilmente. Il 90% del 26% è meno del 23.5% degli elettori italiani: anche ammesso e non concesso che gli astensionisti volontari fossero andati in massa a votare no fino a toccare il quorum, non ci sarebbe stata la maggioranza di sì. Sarebbe stato necessario che alcuni di costoro avessero sbagliato a votare, e quindi il loro voto venisse contato come nullo: ma questa mi sembra onestamente un’ipotesi davvero fantapolitica.
Secondo: Ruini canta vittoria e ringrazia tutti, ma ha perso un’occasione di fare bella figura. E probabilmente la chiesa la pagherà con gli interessi.
Terzo: La sinistra ha mietuto quello che aveva seminato due anni fa con il referendum sull’articolo 18, per cui Fassino aveva chiesto l’astensione. Gli appelli al senso civico sono stati banalmente irrisi.
Quarto: Non avremo più referendum, immagino: per questo dobbiamo ringraziare i radicali.
Quinto: Chi ha vinto davvero sono i partiti. Tutti. Il popolo bue è stato così brillantemente obnubilato, che non avrà più la possibilità di dire qualcosa. Bel risultato, vero?
Ultimo aggiornamento: 2005-06-14 13:37
Sul primo punto ho qualche dubbio…
… la maggior parte degli astenuti che conosco non è che non ha votato perchè lo diceva la chiesa ma semplicemente perchè i mezzi di comunicazione di massa (e internet non lo è ancora, almeno non in Italia) non hanno spiegato il significato dei quesiti.
Questo mi porta a contestare parte del punto cinque. I partiti non hanno obnubilato i cittadini ma solo i vertici Rai/Mediaset…
Tanto per capirci, dopo una lezioncina sul referendum che ho tenuto, con tanto di contributi internettiani, ad una persona abbastanza cattolica, questa è andata a votare, credo abbia votato un solo sì ma ha votato…
non dirlo a me. io, in questo momento, sto a ginevra (con persone serie, a parlar di cose serie[*]) e ne sono molto lieto. persino se invariabilmente, dopo un quarto d’ora di chiacchiericcio, che siano governativi scandinavi o attivisti australiani, mi guardano un attimo strano, mi prendono da parte e mi chiedono “senti… tu mi sembri una persona ragionevole… mi spieghi come fate ad avere un primo ministro come quello?”
e’ triste dover rispondere che sia lui che praticamente tutti i nostri politici (di destra e di sinistra) sono esattamente lo specchio dell’italiano medio.
[*] si’, mi riferisco anche al casino che i tuoi compagni di merende stanno piantando sulla NA
trovo bizzarro criticare i radicali per il fatto di imnpiegare l’unico sistema di voto veramente democratico disponibile in italia (peraltro non su baggianate, ma sempre su questioni di pubblico interesse e che toccano da vicino la libertà dell’individuo).
se abbiamo paura che la nostra indipendenza di giudizio si possa svalutare con l’uso, forse non ci meritiamo un sistema genuinamente democratico.
forse non lo vogliamo neanche, peraltro.
vanz, il referendum sul ministero dell’agricoltura non era una baggianata? se riesci a dirlo senza metterti a ridere mi faccio radicale seduta stante.
e poi, che vuol dire “l’unico sistema di voto veramente democratico”? non è che la democrazia o è diretta o non è.
nessuna decisione chiesta direttamente all’elettorato è una baggianata, nemmeno il ministero dell’agricoltura (perché, l’agricoltura non è importante?).
e in qualunque caso la decisione presa per democrazia diretta è più democratica ripetto alla decisione mediata dalla rappresentanza.
no, l’agricoltura non è una baggianata. è una baggianata pensare di non avere bisogno di dirigerla centralmente – o ci sono altri modelli possibili? i soviet del popolo come nei kolkhoz?
il problema non è che la democrazia diretta è difficile perché siamo tanti; il problema è che la democrazia diretta è difficile (secondo me, impossibile) perché sarebbe un compito immane per chiunque non fare altro che occuparsi di *tutti* i problemi del paese, ininterrottamente. c’è gente pagata per farlo, e pure loro non riescono a star dietro a tutto – tant’è che esistono le commissioni parlamentari. imporre a tutti di partecipare a tutte le decisioni, anche quelle su temi di cui non si sa *niente* è solo un modo per dequalificare il processo decisionale; presto o tardi la gente se ne stanca, o attraverso un referendum decreta una cazzata*, o entrambe.
* visto che immagino che per te il popolo per definizione non possa decretare cazzate, o che qualunque decisione del popolo vada rispettata, ti prego di predirmi l’esito di un ipotetico referendum abrogativo di una ipotetica legge che reintroducesse la pena di morte in italia. davvero credi che la gente voterebbe in massa a favore dell’abrogazione? certe volte il legislatore (il principe, direbbe quello) deve avere il coraggio di essere illuminatamente distaccato dal popolo.