Che ne penso io di questi referendum? mi riesce difficile spiegarlo per bene. Provo a fare la mia dichiarazione di voto – che magari cambierà in queste settimane, preceduta da alcune premesse.
– io ho firmato a favore dei referendum.
– in ogni caso, non ritengo una scelta valida non recarsi a votare. (Quando fecero la Costituzione alle politiche si aveva un’affluenza ben superiore al 90%: la cosa era diversa)
– comprendo il concetto “non si sa quando si può cominciare a parlare di vita, quindi stiamo sul sicuro e diciamo al concepimento”; però non riesco a vedere una vita prima che ci sia una differenziazione cellulare con le prime cellule nervose (circa 14 giorni dopo il concepimento).
Ciò detto, vediamo i quesiti a partire da quello per me più semplice.
Fecondazione eterologa: SÌ netto. Che gliene deve importare allo Stato se il figlio di una coppia è biologicamente loro? Dal punto di vista del figlio che nasce, direi che è comunque un vantaggio; i “figli non nati” in questo caso sono delle semplici potenzialità.
Crioconservazione e multiimpianto: SÌ non troppo convinto. Ci sono punti sicuramente condivisibili nella proposta; non mi piace l’idea di fare un aborto selettivo nel caso troppi embrioni riescano ad attecchire, ma preferisco fidarmi del giudizio dei medici su quale sia la cosa migliore donna per donna.
Ricerca sugli embrioni: NO convinto. È una posizione irrazionale, visto quanto ho scritto sopra. Però non mi piace per nulla l’idea del “supermarket dell’embrione”, né mi piacciono le sirene “pensate quante brutte malattie potremo eliminare”. Preferisco davvero la distruzione degli embrioni non utilizzati, mi sembra una cosa meno cinica.
Diritti del concepito: NO non troppo convinto. Come scritto sopra, capisco la logica di chi non afferma che la vita inizia dal concepimento, ma tagliare via con l’accetta tutti i diritti mi pare esagerato; a questo punto diventa una semplice cosa.
Conoscendo il mio pubblico, sarò scomunicato da destra e da sinistra: amen. Non preoccupatevi se non commenterò…
Ultimo aggiornamento: 2005-05-11 14:13
Io ho sempre dato per scontato che avrei votato sì a tutti e quattro i quesiti.
Poi, un paio di mesi fa, sono andato a sentire un incontro sul referendum organizzato dagli studenti di medicina, con un docente (credo di genetica) che fa sperimentazione e che ha cominciato a disquisire di cosa sia la vita e come funzioni la ricerca.
Il professore ha enumerato tutte le motivazioni (più che condivisibili) per ritenere un embrione non ancora vivo e quindi eliminabile senza problemi etici, tutti i danni e le assurdità derivanti dalla legge, e così via. Poi, però, ha cominciato a parlare di ricerca.
E se ne è uscito fuori con improperi contro tutti questi rompiscatole che vogliono impedire le meravigliose e progressive sorti della scienza. Con frasi da cui traspariva l’idea che tutte queste disquisizioni etiche fossero un fardello da retrogradi o da preti, e che la ricerca scientifica fosse ipso facto sempre eticamente giusta perchè, non potendo sapere a priori se una ricerca porterà a risultati utili, bisogna comunque sempre farla, comprese clonazioni e paciocchi vari, e poi se verrà fuori qualcosa di negativo o che sarà usato male non è un problema dello scienziato. Per non parlare del fatto che “la ricerca genetica porta tanti soldi e non si vede perchè le università italiane non ne debbano approfittare” (avrei voluto rispondergli “anche lo spaccio di droga”).
A un certo punto, un esponente dei verdi si è permesso di far notare che anche la ricerca sui topi, comunque, non è il massimo dell’etica, e il professore si è indignato, gli ha detto che è un disinformatore e un ignorante, perchè negli esperimenti “io, i topi, prima di ammazzarli li addormento, quindi non soffrono e non vedo lei che diritto abbia di lamentarsi” e altre frasi del genere. Alla fine ha chiamato l’applauso e trecento ventenni testè indottrinati e lavati di ogni dubbio etico si sono messi a sbertucciare il signore ambientalista.
Io, lì, mi sono preoccupato sul serio. E ho pensato che, forse, lasciare davvero libertà di azione a questo genere di persone, per cui la vita non è altro che un programma biologico senza valore aggiunto e la ricerca è una competizione da vincere per soddisfazione personale, non è una grande idea.
Per cui, anche se non ho ancora deciso, sto seriamente pensando di andare a votare no, almeno sui quesiti relativi alla ricerca.
Ahhh! Anatema!
[mau, chi ti deve scomunicare? Qua siamo tutti in braghe di tela, ivi compresi coloro che sanno già cosa votare. Perché i referendum coinvolgono questioni tanto grosse che, comunque ti poni, non hai affatto la garanzia di azzeccarci. Anche chi decidesse di astenersi per obbedienza alla chiesa, se è umano, se è ragionevole, non può non provare sofferenza. E quindi, grazie, a te e a chi ha scritto il commento qui sopra, perché contribuite a mostrarci la questione per quel che è: un enorme casino, non semplificabile e maledettamente complesso. Bene così, questo voto è rischioso. E ci mancherebbe altro: ci sta sotto la vita umana, come si potrebbe votare a cuor leggero…]
In realtà la questione è molto complessa. vb si è spaventato a causa di un professore indottrinato e non vedo come non avrebbe dovuto. Io ho personalmente sentito parlare alcune persone di fede opposta, e posso giurare che l’effetto è stato lo stesso, chi non è indottrinato si spaventa. (e non è bello…)
Il problema grosso di questo referendum è che non era da fare. Obiettivamente la legge attuale non è delle migliori, ma se l’unica opzione che abbiamo è quella di stralciarla, lasciando quindi il via libera a fanatici di ogni genere… beh!
Era necessario fare una legge ben fatta, punto. A questo punto sarebbe meglio che chi si trova al governo si attivasse per farne una migliore.
Dato che questa ipotesi la ritengo irrealistica, che devo fare. Montanelli diceva: “Mi turo il naso e voto il meno peggio”.
Non mi resta che seguire il suo consiglio, sperando che per il giorno delle elezioni abbia capito cos’è il meno peggio…
Boh?
Francamente non saprei. Mi disturba non andare a votare, però sono un po’ titubante.
Nonostante sia un uomo di “scienza” (arrivo anche io dal politecnico), ho qualche remora nei confronti degli scienziati che si ritengono CERTI delle loro TEORIE. Mi auguro che funzionino, la scienza però vive sulle smentite, sulle teorie che cadono e che vengono messe in discussione.
Il resto, boh. Pipponi? Diciamo che mi sento molto vicino al testo di una canzone dei Dream Theater di un paio di anni fa. Ne ho scritto il testo qui: http://www.rm-fr.org/cgi-bin/wiki/moin.cgi/AntiTifosoMarzo2005#head-84ab7eafa95793eaae9bc9fffb3cf0b8dcfde2c6
Avete votato “sì” per abrogare la legge che permetteva in Italia lo sfruttamento dell’energia nucleare, col risultato che il governo dell’epoca e i successivi ne approfittarono per tagliare anche la ricerca. Non ci saranno mai più dei Fermi o dei Maiorana, mai più. Adesso che dovreste votare “sì” per abrogare una legge fatta coi piedi, farete fallire il referendum. Quanti danni volete ancora fare?
…veramente all’epoca io avevo 13 anni…
Comunque il fatto che in giro (sui blog specialmente) ci sia questa specie di “pensiero unico” dei “quattro sì o morte” mi fa riflettere ancora di più. Su una materia come questa (profondamente legata alle visioni etiche personali) non può esistere una risposta giusta e una sbagliata, e il fatto che da ambo le parti si contesti la legittimità delle posizioni opposte, invece che confutarle, è decisamente preoccupante.
Esprimo anch’io la mia opinione su questo tema così importante, dicendo che voterò sì a tre dei quattro referendum. Cerco di motivare molto sinteticamente le mie scelte.
Voterò no solo a quello sulla fecondazione eterologa, perchè non mi pare che sia indispensabile che questo metodo venga utilizzato da chi desidera un figlio. Se uno dei due (o entrambi) sono sterili, esiste l’adozione; altrimenti si fa col metodo tradizionale :)
Per quanto riguarda la ricerca scientifica, pur ammettendo che vi è il rischio di qualche scienziato con pochi scrupoli, ritengo che scienziati di questo tipo non sarebbero certo scoraggiati da un divieto di legge … tenuto anche conto che questo divieto vigerebbe solo in Italia! L’unico vero risultato del prevalere del no (o dell’astensione) sarebbe quello di ostacolare la ricerca scientifica nel nostro Paese.
Circa il quesito sulla crioconservazione e multimpianto, non ho dubbi: provate a leggervi la legge per capire quali disposizioni assurde si sono dovuti inventare per ostacolare la fecondazione assistita.
Infine, per quanto riguarda i diritti del concepito, osservo solo la irrazionalità di una norma che antepone i supposti diritti di un embrione a quelli certi di un individuo (a parte la contradditorietà di un sistema che poi consetirebbe comunque di abortire).
Apis: non capisco, da un lato voti sì a crioconservazione e multimpianto e dall’altro sostieni che l’eterologa non è indispensabile tanto esiste l’adozione? Mi sembra una contraddizione.
Mattiaq: non c’è contraddizione; non consentire l’eterologa non vuol dire proibire anche la fecondazione assistita omologa.
Aggiungo, peraltro, che su questo punto, a dispetto del mio post precedente un po’ troppo sintetico, la mia posizione non è così netta, è una preferenza.
Cioè non riterrei una catastrofe se passasse il sì anche su questo referendum.
La donazione di gameti (fecondazione eterologa è un’altra cosa, è fecondazione tra razze diverse, ma qui sono i nostri parlamentari tutti che sono ‘gnoranti) non serve soltanto a chi è sterile, anzi la fecondazione eterologa viene spessissimo usata nei casi in cui uno dei partner è affetto da una malattia (o ne è portatore sano) che potrebbe contagiare il bambino e che non è rilevabile né con la diagnosi premimpianto nè con le tecniche diagnostiche prenatali (villocentesi, amniocentesi ed ecografia). In questo caso diventa necessario usare un gamete proveniente da una persona terza, un donatore sano. Detto questo, l’adozione non è la stessa cosa. Non è possibile mettere sullo stesso piano l’adozione con il concepimento di un bambino. Già oggi le coppie con difficoltà di concepimento si confrontano con la questione, e tranne pochissismi casi, scelgono di procedere alla fecondazione assistita perché adottare un bambino non è la stessa cosa. Non secondariamente perché mentre (fino all’entrata in vigore della 40/2004) fare una fecondazione assistita era relativamente facile, adottare un bambino comportava tempi biblici e una serie di ostacoli burocratici estremamente difficili da sorpassare. Insomma adottare un bambino è quasi un terno al lotto.
Altra questione è quella che riguarda i diritti del concepito. Si tratta di una questione tecnica, legale e filosofica, che riguarda lo status dell’embrione. La questione è capire se possiamo o omeno considerare un embrione una persona o meno. Perché i diritti sono propri delle persone. Ora, un embrione (tralasciamo la questione delle categorie embrione/preembrione) si forma con un processo estremamente complesso. Per questa legge si è scelto di considerare “embrione” il prodtto dellìunione dei due gameti, ma l’unione stessa dei due gameti ha una serie di stadi successivi (di gameti si avvicinano, ssi fondono le cellule mentre i nuclei restano separati, i cromosomi dei due nuclei si “sparigliano”, i nuclei si fondono, i “mezzi cromosomi” si allineano in ordine corretto, si formano i nuovi cromosomi) che dura 24 ore e che spesso non arriva nemmeno a termine. Anche una volta che il processo si è concluso, non è detto che la cellula prodotta abbia la possibilità di diventare una persona. Il 75-80 per cento delle cellule fecondate non diventerà mai una persona perché manifesta macroscopiche anomalie genetiche (ha un numero di cromosomi multiplo rispetto alla normalità, le cellule totipotenti che compongono l’embrione possono fondersi con un altro embrione o con altre cellule dando origine a chimere, si possono formare concepiti androgenetici, ginogenetici o partenogenetici, e numerose altre anomalie gentiche). Addirittura, nello 0,8 per cento dei casi (un caso su 120 circa) il concepito degenera in un tumore maligno! (E qui sarebbe da discutere se si possano comunque dare diritti a un tumore maligno.) Inoltre, fino al quattodicesimo giorno, l’embrione può scondersi dando origine a gemelli. Insomma, di certo l’embrione, il concepito, non è una persona. Avendo detto questo, negare all’embrione diritti (diritti pari, nella formulazione della legge, a quelli dei genitori!) non significa negare la tutela dell’embrione. L’embrione potrebbe comunque essere tutelato, esattamente come la legge tutela le società di persone o per azioni e una vastissima casistica di altri enti. Senza dare a questi enti diritti, che sono e restano propri dell’individuo. Quindi, votare Sì al quesito in questione non equivale a negare la tutela dell’embrione, equivale soltanto a dare a questa tutela una direzione precisa diversa da quella della concessione dei diritti.
Condivido quasi tutte le argomentazioni (ben esposte) di Alice Twain.
Solo sulla eterologa (chiamiamola così per intenderci, anche se AT ha precisato in merito) ribadisco i miei dubbi ed osservo:
– l’argomentazione “macchinosità” dell’adozione non è un argomentazione valida (riformiamo e miglioriamo l’adozione per risolvere il problema);
– sono ovviamente d’accordo che adottare non è come attuare una fecondazione assistita: la questione però è se è eticamente lecito utilizzare il gamete un terzo ed è su questo punto, credo, sia fondamentalmente richiesta l’espressione di voto referendario.